La setticemia è una condizione che colpisce l’intero organismo in risposta a un’infezione causata da batteri, virus, a volte parassiti e funghi. Se non viene immediatamente trattata può portare gravi conseguenze, compresa la morte.

La setticemia si espande a partire da uno specifico sito di infezione localizzato in un solo organo (meningite, ascesso, otite, polmonite). Se è un’infezione grave o se non vi è stato tempestivo trattamento, il patogeno infettante può raggiungere il flusso sanguigno. Di conseguenza, tramite esso può arrivare a tutti gli altri organi. Il loro funzionamento viene dunque compromesso fino a deteriorarli completamente. Una volta che l’infezione è in espansione la persona affetta può considerarsi settica.

Cause e sintomi della setticemia

La causa della setticemia è, dunque, un’infezione che, da un focolaio, si espande poi a tutti gli organi attraverso il sangue. L’infezione di base può essere di qualunque tipo e interessare qualunque organo (o tessuto): polmoni, tratto urinario, sistema nervoso centrale. A sua volta l’infezione può derivare da un trauma o un intervento chirurgico (o un aborto). Particolarmente a rischio sono gli anziani e i diabetici, oltre agli individui con carenze immunitarie (malati di HIV).

I sintomi tipici di una setticemia sono inizialmente lievi, ma peggiorano velocemente. Da qui l’importanza di una tempestiva diagnosi e di un rapido intervento. A insorgere sono innanzitutto:

  • febbre;
  • brividi;
  • cefalea;
  • aumento del volume della milza;
  • accelerazione del battito cardiaco (90 battiti al minuto);
  • vomito e nausea;
  • sudorazione;
  • stato confusionale
  • volume delle urine ridotto;
  • piccole macchie rosse sulla pelle.

A mettere a rischio la vita del paziente sono soprattutto i sintomi gravi che appaiono in un secondo momento: ipotermia (riduzione della temperatura corporea), difficoltà respiratorie, bassa pressione arteriosa. Si può verificare anche una sindrome da stress respiratorio acuto (ARDS), complicazione spesso letale che impedisce all’ossigeno di raggiungere polmoni e sangue. La formazione di piccoli trombi (coaguli che entrano in circolo nel sangue) è frequente; rende difficile l’irrorazione dei tessuti, i quali possono andare in necrosi.

Terapia e conseguenze della setticemia

Le terapie variano in base alla storia clinica del paziente, alle sue condizioni generali di salute, all’età e alle possibili intolleranze a farmaci. Solitamente la terapia è la somministrazione di un antibiotico ad ampio spettro e, dopo accurate indagini, di uno specifico. La somministrazione è via endovenosa, per mantenere la pressione arteriosa costante. La terapia prevede anche ossigeno, plasma e altri prodotti del sangue per correggere eventuali anomalie di coagulazione.

Il miglior modo per prevenire una setticemia è trattare in maniera adeguata le infezioni localizzate. Col proprio medico si può valutare la possibilità di una cura antibiotica preventiva, qualora si fosse a stretto contatto con persone che hanno la setticemia.

Setticemia, shock settico e sepsi: differenze

setticemia
Fonte: iStock

Il 13 settembre è la Giornata Mondiale dedicata alla lotta contro la sepsi. Questo termine è usato spesso come sinonimo di setticemia, ma non sono esattamente la stessa cosa. La setticemia indica, nello specifico, il caso in cui la sepsi si accompagna a batteriemia, invece che ad altri tipi di infezioni. Quest’ultima comunque non sempre porta a setticemia, anzi, spesso è solo una situazione transitoria e non diffusa, dalle conseguenze trascurabili. La setticemia interviene quando il sistema immunitario è debole o compromesso, velocizzando le complicazioni dei processi infettivi.

Si parla invece di shock settico quando si verifica un calo significativo della pressione sanguigna, che non risponde più ad alcun trattamento. La pressione si abbassa drasticamente per la presenza di tossine rilasciate nel sangue dal batterio stesso. A ciò si aggiungono i sintomi della sepsi: confusione, disorientamento, diarrea, nausea, vomito. Molto spesso ha esito fatale.

Setticemia: è possibile il contagio?

La setticemia non è contagiosa. A essere contagiosi sono gli agenti patogeni che hanno causato l’infezione. Quei microrganismi responsabili si possono trasferire da persona a persona, anche attraverso l’abbigliamento. Se altre persone vengono infettati con gli stessi agenti patogeni, questi possono portare una setticemia anche nel nuovo organismo.

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