"Un polmone di un fumatore e un polmone sano": lo scioccante post dell'infermiera
Un'infermiera invita a riflettere sul fumo mettendo a confronto il polmone di un fumatore e un polmone sano su Facebook: non tutti le hanno dato ragione però.
Un'infermiera invita a riflettere sul fumo mettendo a confronto il polmone di un fumatore e un polmone sano su Facebook: non tutti le hanno dato ragione però.
La sigaretta è il piacere perfetto, è deliziosa e lascia insoddisfatti. Lo scriveva Oscar Wilde ma erano altri tempi. In questi giorni, un’infermiera ha voluto rimarcare un’evidenza che da alcuni decenni ormai viene ripetuta dai medici e che oggi campeggia sui pacchetti di sigarette in Italia e in altri Paesi del mondo, che hanno voluto abbracciare una legislazione simile in materia: il fumo fa male, il fumo uccide. Alla fine degli anni ’50 era solo un’intuizione, che balzava dalle pagine di Selezione del Reader’s Digest, ma oggi conosciamo bene le statistiche che connettono il tumore al polmone con il fumo. E così questa professionista del mondo sanitario ha messo a confronto in due video su Facebook il polmone di un fumatore e il polmone sano di un non fumatore.
La donna si chiama Amanda Eller e vive e lavora in North Carolina: i suoi video hanno scatenato condivisioni, reazioni e commenti sul social network. Non tutti però le hanno dato ragione. Nei filmati, come racconta BoredPanda, si mostrano due polmoni: uno è sano e rosa, mentre quello di un fumatore che ha consumato un pacchetto di sigarette al giorno per 20 anni appare come un rottame completamente distrutto dal fuoco. Ma naturalmente le differenze non hanno a che fare solo con l’aspetto, ma con il modo e la capacità di funzionare dei due polmoni a confronto.
La seconda cosa che salta all’occhio è che il polmone di un fumatore ritratto in video non ha più elasticità – l’elasticità di un polmone è la sua capacità di ingrandirsi dopo l’inalazione. In pratica, questo significa che il polmone di un fumatore ha difficoltà a funzionare e prende meno aria, lasciando il suo possessore senza respiro. Le sigarette rappresentano una delle cinque maggiori cause di morte negli Stati Uniti ogni anno: muoiono oltre 480mila all’anno persone per questa ragione. Ma non è mai troppo tardi. Per esempio, smettere di fumare prima dei 40 anni riduce il rischio di morire a causa di una malattia dovuta al fumo del 90%. Secondo i Centers for Disease Controll and Prevention
la mortalità totale tra i fumatori uomini e donne negli Stati Uniti è circa tre volte più alto rispetto alle altre persone che non hanno mai fumato.
Le persone che hanno letto il post di Amanda Eller si sono sentite in dovere di raccontare la propria storia: tanti gli ex fumatori che hanno narrato quanto si sentano bene dopo aver smesso e qualcuno di loro sente di non dover mai abbassare la guardia, sebbene siano anni che non viene toccata più una sigaretta. Come Ally, che scrive di aver iniziato a fumare a 12 anni e ora che di anni ne ha 55 ha smesso du fumare lo scorso Capodanno.
È la cosa migliore che abbia mai fatto – aggiunge la donna – Non sapevo quanto facesse male finché non ho smesso. Ho diminuito pian piano e poi mi sono detta che volevo vivere e non restarne schiava. Si può fare se lo si vuole.
C’è poi la storia di Brendan, che ha fumato un pacchetto di sigarette al giorno per 12 anni e ha smesso da 2: per lui video e foto come queste rendono il suo percorso più facile. E poi c’è Mariana, che ha smesso 5 mesi fa, ma ci aveva provato anche 2 anni fa, la seconda volta che era rimasta incinta. Mariana aggiunge che l’altra volta è riuscita a durare per 11 mesi, ma spera di aver smesso per sempre. Ma c’è anche chi ha difeso la propria abitudine al fumo, come Theresa che ha affermato come le sigarette siano le sole cose che la mantengono mentalmente sana al momento. Oppure Lisbeth, che scrive:
Moriremo tutti un giorno, in ogni caso. Godetevela che si può vivere solo una volta! Sono stanca di sentire in giro «il fumo uccide». Anche uscire dalla propria casa può uccidere.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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