Obesità e sovrappeso: impariamo a dare peso alle parole
Obesità è un termine a volte abusato o usato a sproposito: scopriamo insieme di cosa si tratti veramente, quali siano le sue cause e le eventuali cure.
Obesità è un termine a volte abusato o usato a sproposito: scopriamo insieme di cosa si tratti veramente, quali siano le sue cause e le eventuali cure.
È bello (ed è giusto) essere body positive. È uno dei modi migliori per essere rispettosi verso gli altri.
Viviamo in un tempo in cui siamo assillati dalla superficialità terminologica, soprattutto quando si parla di parole inerenti al peso: sui social, le persone sovrappeso vengono chiamate «obese», quelle magre vengono insultate perché «anoressiche». E non c’è solo questo: se non stiamo nelle scarpe delle altre persone, non possiamo conoscere il loro vissuto e la loro storia personale, ciò che li ha portati a una determinata forma fisica. I giudizi non servono a nulla, e anzi a volte fanno solo male.
E per giunta c’è chi ritiene che la body positivity sia un elogio dell’obesità, quando è invece una filosofia che permette di accettarsi così come si è (con l’eventualità, qualora sia possibile, di poter cambiare il proprio corpo se voluto, necessario e fattibile per la propria salute). In generale, tuttavia, l’obesità è comunque diffusa, anche se non quanto si viene accusati sui social.
Si stima – scrive il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi sui dati italiani relativi al 2018 – che 4 adulti su 10 siano in eccesso ponderale (3 in sovrappeso e 1 obeso), che il 21,3% dei bambini sia in sovrappeso e il 9,3% obeso. Numeri che non solo confermano la diffusione del fenomeno, ma che sono aggravati dalla scarsa consapevolezza del proprio stato ponderale. Infatti, solo meno della metà degli adulti in sovrappeso ritiene il proprio peso troppo alto e il 37% delle madri di bambini in sovrappeso o obesi ritiene che il proprio figlio sia sotto o normopeso.
Spesso si ritiene superficialmente che la causa dell’obesità sia mangiare male e in modo eccessivo, oltre che poco sano. Invece le cause dell’aumento di peso sono molteplici: ci possono essere fattori genetici – che influenzano per esempio la quantità di grasso accumulato o il modo in cui è distribuito, oppure il modo in cui si bruciano le calorie – l’età e quindi una minore attività fisica, l’assunzione di farmaci, smettere di fumare (che comunque è sempre una buona idea), la sedentarietà, una dieta squilibrata, la gravidanza, i disturbi alimentari. Le donne sono più soggette all’aumento di peso, perché gli ormoni femminili influenzano anche il funzionamento della tiroide.
Sovrappeso e obesità sono termini medici per indicare delle condizioni specifiche. La tabella dell’indice di massa corporea è abbastanza chiara per determinare le differenze. L’Imc è un valore che si trova mettendo in correlazione il peso in chilogrammi e l’altezza in centimetri. Online esistono moltissimi calcolatori per trovare quale sia il vostro indice, solitamente un numero compreso tra 16 e 40. Anzi, quando l’Imc è inferiore a 16, si è in situazione di grave magrezza, per valori tra 16 e 16,99 si è visibilmente sottopeso, tra 17 e 18,49 leggermente sottopeso, tra 18,50 e 24,99 si ha invece il peso ideale, tra 25 e 29,99 si è sovrappeso, mentre tra 30 e 34,99 si parla di obesità di prima classe, tra 35 e 40 per obesità di seconda classe e per valori maggiori di 40 obesità di terza classe.
Alcune forme di obesità hanno una base patologica – tanto che si sviluppano parallelamente a essa dei disturbi cronici come il diabete e l’ipertensione, ma anche problemi respiratori e alle articolazioni. Questo accade per il deterioramento progressivo dell’organismo nel tempo, che può avvenire contemporaneamente su diversi organi, anche vitali.
I disturbi alimentari, abbiamo detto, sono tra le cause dell’obesità, ma possono essere anche una conseguenza. All’obesità infatti sono associati due disturbi alimentari: il disturbo da alimentazione incontrollata, durante il quale si assume una grande quantità di cibo e poi subentra il senso di colpa, seguito dall’assunzione di lassativi o diuretici; c’è poi la sindrome da alimentazione notturna, in cui si consuma una grande quantità di cibo la notte, per sopperire al fatto di aver digiunato o mangiato in maniera inappropriata di giorno.
Una delle soluzioni principali è la chirurgia bariatrica, ma non si può effettuare su tutti: i medici vaglieranno il singolo quadro clinico e anche la condizione psicologica del paziente. Tra le ipotesi di questo tipo di chirurgia ci sono la sleeve gastrectonomy, che consiste nell’asportazione di una parte dello stomaco e la tubulizzazione dell’altra parte, con conseguente riduzione della secrezione degli ormoni della fame. La più nota è il bypass gastrico, così come il bendaggio gastrico, che sono rispettivamente un’altra soluzione che agisce su via ormonale e una soluzione che agisce su via meccanica, riducendo l’introduzione di cibo. C’è poi la diversione bilio-pancreatica, che è un altro tipo di rimozione di parte dello stomaco.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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