Devi fare pipì spesso la notte? Forse soffri di nicturia

Alzarsi spesso per fare pipì durante la notte non è solo una scocciatura ma è un vero e proprio disturbo a cui prestare attenzione e che deve essere curato Scopriamo insieme cos'è la nicturia, perché si manifesta e in che modo intervenire per risolverla e ritrovare il proprio naturale benessere.

Capita, a volte, di doversi alzare più o meno frequentemente durante la notte, per andare in bagno a fare pipì. E questo può accadere indipendentemente da quanto si è bevuto durante il giorno o prima di andare a dormire, dall’età o dal sesso. Un campanello d’allarme che sta a indicare che, forse, si soffre di nicturia, ovvero la tipica condizione di chi si sveglia di notte con l’esigenza di urinare.

Un disturbo che può essere associato a molti fattori diversi, più o meno importanti ma che, in ogni caso, va ad alterare e peggiorare la qualità del sonno di chi lo vive, obbligandolo a risvegli frequenti e impedendo al soggetto di dormire serenamente per le classiche (e salutari) otto ore consecutive.

Ma perché si sviluppa la nicturia? E come si può ovviare a questo problema, ritrovando la propria salute e serenità notturna?

Nicturia: cos’è e che tipologie esistono

Come detto, con il termine medico nicturia, si intende la condizione per cui, il soggetto che ne soffre, ha la necessità di svegliarsi e andare in bagno a fare pipì durante la notte.

Un disturbo che può presentarsi, indifferentemente, sia negli uomini che nelle donne, a qualunque età anche se più frequentemente durante l’invecchiamento. Ma perché è bene prestare attenzione a questa particolare esigenza e frequenza nella minzione notturna?

Quando un soggetto è sano, la maggior parte dell’urina che produce viene espulsa durante il giorno, ed è molto raro che questo avvenga anche la notte. Massimo una volta, che viene comunque considerata una frequenza “normale”.
Se questo avviene più spesso è sintomo che qualcosa non va o che comunque sono presenti dei fattori che stanno interferendo con il benessere del soggetto affetto da nicturia. Questa, generalmente, può manifestarsi come:

  • un aumento patologico della produzione di urina durante l’arco della giornata (poliuria) o nelle ore notturne (poliuria notturna);
  • l’incapacità o impossibilità del soggetto ad accumulare grandi quantità di urina e, quindi, la necessità di svuotare la vescica più spesso;
  • l’associazione di entrambe le due condizioni precedenti.

E con tutta una serie di altri sintomi che possono subentrare come:

  • l’aumento della frequenza a urinare ma con un’emissione di liquido molto bassa (pollachiuria);
  • dolore e/o bruciore durante la minzione (disuria);
  • difficoltà a urinare (stranguria) e in cui, quindi, si avrà una minzione intermittente e di poca quantità.

Tutte manifestazioni e tipologie diverse della nicturia e che arrivano da cause altrettanti varie e differenti tra loro.

Le cause della nicturia

Tra queste, si possono individuare tre gruppi principali: cause comportamentali, psicologiche e patologiche. E di cui, come spesso accade, alcune sono più gravi di altre e necessitano un’attenzione maggiore.

Tra le maggiori cause comportamentali della nicturia, dovute quindi allo stile di vita e alle abitudini del soggetto, ci sono:

  • l’assunzione di elevate quantità di liquidi, soprattutto a ridosso del momento del sonno;
  • l’abuso di sostanze alcoliche;
  • l’assunzione eccessiva di caffeina e sostanze eccitanti;
  • utilizzo di farmaci diuretici.

In casi come questi la nicturia è transitoria ed è sufficiente modificare queste abitudini e lasciare che il corpo si riequilibri naturalmente.

Tra le cause psicologiche, invece, quella di maggior rilievo è sicuramente l’ansia e tutti quegli stati tensivi o di stress che vive il soggetto. E che, quindi, lo portano a frequenti risvegli e alla maggior sensazione di dover urinare.

Cause patologiche

Quando si parla delle cause patologiche della nicturia, invece, la questione si fa un po’ più complicata. Nonostante sia più frequente negli anziani e il più delle volte associabile a patologie e infezioni che interessano l’apparato urinario, la nicturia può essere vista come un campanello d’allarme di altre malattie tra cui:

  • diabete mellito, che può portare ad avere una sete maggiore e all’aumento della frequenza a urinare, o diabete insipido, durante il quale viene a mancare l’ormone antidiuretico;
  • scompenso o insufficienza cardiaca, di cui la nicturia è uno dei primi segnali;
  • patologie neurologiche come il morbo di Parkinson o la sclerosi multipla, che portano alla maggior difficoltà a controllare la vescica, aumentando la minzione;
  • prostatite e/o cancro alla prostata;
  • insufficienza renale (soprattutto nelle fasi inziali della patologia);
  • cistite, che oltre alla nicturia provoca spesso anche la pollachiuria;
  • obesità, poiché il peso può comprimere la vescica, portando alla necessità di urinare più spesso;
  • coliti;
  • tumori alla vescica.

Tutte patologie o disturbi di cui la nicturia è solo uno dei tanti sintomi e che, quindi, necessitano di controlli e cure specifiche.

Ma non solo. Esistono, infatti, delle cause non patologiche legate alla nicturia come la menopausa, la stitichezza o la gravidanza, durante la quale, l’aumento del volume dell’utero che preme sulla vescica, comporta la necessità di urinare più spesso. Oltre, poi, alla presenza nel soggetto di disturbi legati al sonno, come le apnee notturne o l’insonnia.

Insonnia e nicturia

Soprattutto in quest’ultimo caso, la nicturia associata alla difficoltà a dormire può portare a un peggioramento della qualità della vita piuttosto elevato e a tutta une serie di conseguenze anche gravi.

Tra queste ci sono quelle legate al breve periodo come la maggior difficoltà a concentrarsi, irritabilità, sonnolenza, sbalzi d’umore, tremori, stati depressivi, ecc. Che col tempo possono via via peggiorare. Per esempio, secondo una ricerca, minore è l’età in cui si manifestano la nicturia e l’insonnia, tanto sarà maggiore il suo impatto sugli stati depressivi, portando a un aggravio progressivo della patologia.

Ma anche conseguenze sul lungo periodo come:

  • indebolimento del sistema immunitario;
  • maggior predisposizione anche all’insorgenza di malattie tumorali;
  • irregolarità a livello della pressione;
  • invecchiamento precoce;
  • maggiore predisposizione agli incidenti, causata dalla poca lucidità;
  • aumento del rischio di sviluppare patologie cardiovascolari.

Oltre al fatto che, secondo alcuni studi, quando la difficoltà a dormire durante la notte è associata alla nicturia, può portare a un aumento del rischio di morte, soprattutto negli anziani.

Insomma, un problema tutt’altro che trascurabile e che, come ogni altro disturbo che va ad alterare il proprio benessere e la qualità della vita stessa, deve essere affrontato e curato tempestivamente e in modo mirato.

Rimedi e cure

Essendo, molto spesso, una conseguenza diretta ad altre patologie, la cura e il trattamento della nicturia cambiano a seconda della causa scatenante. Se, invece, l’origine del disturbo è imputabile allo stile di vita del paziente basterà correggere le proprie abitudini per esempio:

  • riducendo il consumo di alcool e/o caffeina;
  • evitando l’abuso di farmaci o modificando, in accordo con il medico, la frequenza e quantità assunta;
  • evitando di bere troppo prima di andare a dormire;
  • dormendo con le gambe leggermente sollevate;
  • evitando l’accumulo di liquidi negli arti inferiori con delle calze contenitive;
  • preservando la tranquillità della stanza in cui si dorme, eliminando ogni fonte di disturbo (come luci, cellulari, oggetti rumorosi, ecc.).

Ma anche con farmaci come:

  • anticolinergici: che agiscono sulla parte muscolare della vescica, migliorandone e controllandone le funzioni;
  • antidiuretici: che aiutano i reni a produrre meno urina.

Ma sempre e solo sotto prescrizione e controllo medico. Un passaggio utile sempre e comunque, per determinare la vera causa della nicturia e agire in modo tempestivo, riportando l’organismo al suo naturale stato di benessere, a ogni età e il più a lungo possibile.

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