Il progresso tecnico e scientifico ha compiuto moltissimi balzi in avanti rispetto agli inizi del Novecento. Questo ha portato a un’implementazione in particolare della medicina, che ci permette di avere una vita più lunga, ma spesso se questa vita possa essere o meno sana dipende da noi. Alleniamo il nostro corpo perché sappiamo che anche un leggero esercizio fisico rientra nello stile di vita sano, ma cosa si può fare per rallentare il declino cognitivo, cosa per allenare la mente? Per fortuna, come esiste il body fitness esiste anche il neurofitness. Ma di cosa si tratta?

Cos’è il neurofitness: definizione e principi fondamentali

Il neurofitness, come si legge su ShaWellness, è una sorta di riabilitazione cognitiva preventiva. Si esercita infatti prima che ce ne sia bisogno: si tratta di un metodo basato su esercizi che mirano a rimettere in forma il cervello, aumentando la neuroplasticità, ovvero la capacità del sistema nervoso centrale di rimodulare le connessioni tra i neuroni, facendole diventare più efficaci e veloci. Si basa inoltre sul concetto di riserva cognitiva: quanto più sapere immagazziniamo, più siamo in grado di riprenderci da una lesione cerebrale o di rallentare l’invecchiamento e il declino cognitivo. Può essere d’aiuto a tutte le età, in presenza di alcune patologie o condizioni che rallentano le funzioni neurali, oltre che nella ripresa a seguito di terapie tradizionali contro i tumori.

Benefici del neurofitness sulla salute mentale ed emotiva

Oltre al fatto di aumentare la riserva cognitiva prevenendo un’eventuale lesione cerebrale, con il neurofitness vengono implementate:

  • l’energia mentale;
  • la flessibilità del pensiero;
  • l’agilità sensoriale, emotiva e intellettuale.

Esercizi e pratiche comuni nel neurofitness

Esistono delle vere e proprie palestre per il neutofitness, palestre che contengono vogatori, fasce, cyclette come una comune palestra per il body fitness: quando si usano questi strumenti, si cerca di combinare non solo attività fisica ma anche esercizi di memoria per le diverse fasi oppure combinate con altre discipline. Non a caso sono pratiche comune nel neurofitness lo yoga e la danza. Ci sono inoltre delle attività che non c’entrano con quella fisica, come la pittura con vino e cioccolato – che si possono contestualmente bere e mangiare.

Come integrare il neurofitness nella routine quotidiana

Naturalmente ci si può recare in queste palestre di neurofitness quotidianamente o più volte a settimana in base alle proprie esigenze, ma ci sono alcune attività che possono innegabilmente giovare e che possono essere aggiunte alle proprie abitudini quotidiane, prendendosi il tempo per:

  • ballare;
  • imparare una nuova lingua o disciplina (dalla fisica alla cucina);
  • fare le parole crociate, il sudoku o altri giochi enigmistici;
  • allenare la memoria mandando a mente gli elementi della tavola periodica, gli stati degli Stati Uniti o di un intero continente, la cronologia dei papi o degli imperatori romani e così via in base ai vostri interessi.

Testimonianze e risultati ottenuti attraverso il neurofitness

Functional Medicine riporta tre esempi interessanti. Una è la storia di Jane, 16 anni, che apprende meglio per via orale, ascoltando istruzioni e informazioni più volte. In questo caso si sposta una questione di concentrazione, che il neurofitness ha aumentato attraverso esercizi per il miglioramento della memoria.

Poi c’è il caso di Betty, alla quale è stata diagnosticata una forma precoce della malattia di Alzheimer. È stata sottoposta al test dell’orologio: le sono state date delle istruzioni, mentre lei volgeva lo sguardo alle ore 9, alle ore 12 e così via, ed è stata cronometrata. Ha combinato poi esercizi fisici in cui c’erano schemi di movimento in continuo cambiamento e assunto integratori. Quando, alla fine è stata risottoposta al test dell’orologio, ha impiegato solo una manciata di secondi per rispondere alle istruzioni.

Infine c’è la storia di Poppy, che ha la sclerosi multipla. È stata sottoposta a un training fisico con un leggero esercizio di allungamento dei muscoli che, effettuato quotidianamente, le ha permesso di infilarsi i pantaloni agevolmente: a volte le persone con la sclerosi multipla hanno infatti problemi a sollevare la gamba, ma Poppy ha superato questo ostacolo grazie al neurofitness.

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