La battaglia di Michael J. Fox e la scelta di non nascondersi
Da oltre 30 anni Michael J. Fox convive con il morbo di Parkinson, che però non gli ha impedito di continuare a lavorare e, soprattutto, di fare informazione sulla malattia.
Da oltre 30 anni Michael J. Fox convive con il morbo di Parkinson, che però non gli ha impedito di continuare a lavorare e, soprattutto, di fare informazione sulla malattia.
Tra quelle di noi che sono state giovani negli anni ’80 ce ne sono tante che erano innamoratissime di Michael J. Fox. L’attore, che anche in Italia fece il botto prima in tv con Casa Keaton e poi con la trilogia di Ritorno al futuro, ha scoperto ad appena 29 anni di avere il morbo di Parkinson, ragion per cui ha anche creato la Michael J. Fox Foundation, che si occupa di raccogliere i fondi per la ricerca contro questa condizione, contro la quale ancora non esiste la cura.
Negli anni Fox ha continuato, con molta forza di volontà, a fare l’attore, dimostrando di non volersi mai nascondere rispetto alla malattia né, ancora meno, di recitare il ruolo del “malato”; piuttosto, anche attraverso la già citata fondazione, ha cercato di fare informazione e di creare consapevolezza sull’argomento, portando a conoscenza del fatto che il Parkinson, diversamente da quanto molte persone pensano, non colpisce solo in età avanzata.
Con la massima trasparenza raccontò, ad esempio, a People di come le sue capacità recitative fossero in crisi:
La mia memoria a breve termine sta sparendo – disse nel 2018 – Recitare è quasi impossibile. Ora mi devo continuamente esercitare a recitare scioglilingua per migliorare la mia dizione[…] Non riesco più a suonare bene la chitarra, non riesco più nemmeno a disegnare, non sono mai stato bravo a ballare e ora sta peggiorando anche la mia recitazione.
In seguito alla dichiarazione pubblica della sua diagnosi, nel 1998, e dopo essere scomparso per diversi anni dallo schermo, Michael J.Fox era tornato nel 2013 con la serie televisiva per la NBC: The Michael J. Fox Show, sitcom ispirata dalla sua storia personale, quindi nel 2017 per interpretare per cinque episodi Ethan West, un avvocato molto ammanicato in politica, nella seconda stagione della serie tv Designated Survivor.
Nel 2019 ha invece avuto un piccolo cameo nel film See you yesterday, mentre è tornato al piccolo schermo nel 2020 per la serie The Good fight. A maggio del 2023, invece, è uscito Still Alive (Ancora Vivo), film documentario disponibile su Apple Tv in cui proprio l’attore racconta se stesso, alternando momenti documentaristici e di fiction.
La pietà è una lieve forma di abuso – aveva detto in sede di presentazione del documentario, al South by Southwest – SXSW Film & TV Festival 2023 – Posso dispiacermi per me stesso, ma non ho tempo per questo. Questo è quanto. Devo dare tutto quello che ho, e non è un gioco di parole. Devo fare il meglio che posso. Il Parkinson fa schifo, ma ho avuto una vita fantastica. Non posso che ringraziare per questo.
In un’altra intervista recente, rilasciata a CBS Sunday Morning il 30 aprile scorso, Michael J. Fox ha inoltre aggiunto:
Non si muore di Parkinson, si muore con il Parkinson. Non arriverò a 80 anni. Sarò franco: sta diventando sempre più difficile. Ogni giorno è più difficile, purtroppo è così. Non si muore di Parkinson, si muore con il Parkinson.
Nel marzo del 2019, l’attore aveva dovuto affrontare ulteriori problemi di salute, nello specifico un tumore benigno alla colonna vertebrale. Al New York Times Magazine aveva raccontato:
“Stavo avendo un problema ricorrente al midollo spinale. Mi è stato detto che era benigno ma se rimaneva statico avrei avuto una minore sensibilità alle gambe e difficoltà a muovermi. E poi improvvisamente ho iniziato a cadere molte volte. Stava diventando una situazione ridicola.
Stavo cercando di capire cosa era legato al Parkinson e cosa al problema spinale. Ma si è arrivati a un punto in cui era necessaria un’operazione chirurgica. Quindi mi sono operato e quindi sottoposto a un’intensa fisioterapia. Ho fatto tutto e mi sono arrivate proposte di lavoro. In agosto sarei dovuto tornare al lavoro. Mi sono svegliato, sono andato in cucina per fare colazione, sono inciampato e sono caduto. Mi sono fratturato il braccio.
L’ho fatto perché avevo delle aspettative ottimistiche verso di me, anche perché alcuni risultati me lo avevano fatto pensare, ma ho inoltre vissuto dei fallimenti. E non ho dato il giusto peso proprio agli elementi negativi“.
A dargli forza, in tutti questi anni, la moglie Tracy Pollan, conosciuta sul set di Casa Keaton, da cui ha avuto 4 figli: Sam Michael, Aquinnah Kathleen, Schuyler Frances e Esmé Annabelle.
Sapevo solo che sarei peggiorato – ha detto nel 2022, in occasione della consegna dell’Oscar onorario – La diagnosi era sicura, il decorso indefinito e incerto. Ma Tracy… Tracy ha messo in chiaro che sarebbe stata al mio fianco per tutto il tempo.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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