Vi potrà essere capitato, guardando la televisione o leggendo una rivista, di incontrare l’espressione «metodo Hamer». Essa si riferisce alla dottrina medica alternativa e non riconosciuta, formulata dall’ex medico (radiato dall’ordine dei medici tedesco nel 1986) Ryke Geerd Hamer.

Questi la formulò a seguito della morte, dopo 4 mesi di agonia, del figlio Dirk, al centro di una complessa vicenda giudiziaria: Dirk dormiva in barca nell’agosto 1978, al largo dell’isola di Cavallo, quando fu colpito alla gamba da un proiettile che si suppose essere stato esploso da Vittorio Emanuele di Savoia, il quale aveva subito il furto del suo gommone.

Vittorio Emanuele fu assolto dalle accuse e Ryke Hamer sviluppò una teoria secondo cui il tumore al testicolo che sviluppò poi (e da cui guarì a seguito di un intervento chirurgico) dipese da quell’evento per lui ovviamente luttuoso.

Metodo Hamer: in cosa consiste?

Metodo Hamer
Fonte: Pixabay

Il metodo Hamer viene chiamato anche Nuova Medicina Germanica e si basa su cinque leggi “biologiche”, oltre che su una teoria collaterale antisemita. Partiamo proprio da questa: secondo Hamer, gli ebrei sarebbero a conoscenza di queste tecniche mediche che lui cercava di divulgare, ma si guarderebbero bene dal diffonderle in tutto il mondo, per causare la morte di quanti più non-ebrei possibile.

In base alle leggi “biologiche” di Hamer, che è stato condannato per frode ed esercizio abusivo della professione, le malattie (come i tumori) insorgono a causa di un trauma o uno choc psicologico.

Queste malattie prevedono due fasi:

  • una “fredda” in cui il paziente non ha risolto il conflitto che gli ha causato la malattia;
  • una “calda”, che segue la risoluzione del confitto e avvia il paziente alla guarigione.

Secondo Hamer inoltre la malattia sarebbe controllata dal cervello e dal cervelletto, mentre i microbi come i batteri sarebbero usati dall’organismo umano durante la fase di guarigione. Infine, secondo Hamer, conflitto e guarigione rientrerebbero nell’evoluzione delle specie: è ciò che gli esseri umani devono affrontare per dimostrare di essere adatti alla vita.

Sostanzialmente il metodo Hamer è una dottrina filosofica, più che psicologica, che interviene appunto nell’individuazione e nell’eventuale risoluzione di un conflitto. E per farlo non si avvale di farmaci: da qui le perplessità della medicina tradizionale.

È accaduto infatti che alcuni pazienti, magari affetti da cancro, abbiano abbandonato le terapie, dalla chemio agli oppiacei, andando incontro a una morte veloce e anche molto dolorosa, quando invece in alcuni casi avrebbero potuto salvarsi.

Metodo Hamer: testimonianze e “guarigioni”

Una delle più strenue sostenitrici del metodo Hamer è Eleonora Brigliadori, ex attrice e personaggio del mondo dello spettacolo che negli ultimi anni è tornata alla ribalta delle cronache per i suoi consigli sulla salute basati appunto sulla Nuova Medicina Germanica.

Nel 2016 Brigliadori raccontò a Le Iene di essere guarita da un tumore al seno ricorrendo alla fitolacca, un composto omeopatico che la medicina tradizionale non riconosce naturalmente nella cura del cancro. E inoltre affermò che si muore per un tumore al seno solo se si ricorre alla medicina tradizionale.

Quando tu hai un tumore al seno – ha spiegato Brigliadori in maniera non esattamente lineare – vuol dire che per un certo tempo i tuoi pensieri sono stati monolaterali e questo accende il corpo astrale. Ha fatto sì che questa parte soprasensibile penetrasse nelle cellule che però sono governate dalla periferia, quindi aumentando il nucleo in quella zona dove il corpo astrale penetra abbiamo la possibilità di frenare questo effetto distruttivo.

Le vittime del metodo Hamer

Metodo Hamer
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Dalla Germania all’Italia, passando per la Spagna e l’Austria, le cronache riportano alcune storie di chi, avendo abbracciato il metodo Hamer, è morto tra atroci sofferenze oppure è stato salvato in corner dalla medicina ufficiale.

Una di queste storie è quella di Olivia Pilhar, una bambina austriaca per la quale nel 1995 i genitori si rivolsero a Hamer dopo la diagnosi di cancro al rene: il tribunale di Vienna fece prelevare la bambina dalla Spagna (dove Hamer aveva una clinica all’epoca) e la fece trasferire in una clinica tradizionale in cui le fu salvata la vita, nonostante le pessime condizioni in cui versava e l’ingrandimento iperbolico del tumore.

Molto nota è la storia di Eleonora Bottaro, una 18enne italiana che forse qualcuno ricorderà. Eleonora era affetta da leucemia linfoblastica acuta e i genitori decisero di rifiutare per lei la medicina ufficiale per ricorrere al metodo Hamer. Nel giro di un anno dalla diagnosi, nell’agosto 2016, Eleonora morì in maniera molto dolorosa, a causa del fatto che i genitori rifiutarono per lei gli analgesici durante la fase terminale della malattia. Padre e madre di Eleonora, che ancora oggi difendono Hamer e le sue teorie, andarono a processo, ma poi furono prosciolti come ricorda Sky: in Italia esiste la libertà di cura.

Metodo Hamer e scienza

Come spiega l’Associazione Italiana Ricerca contro il Cancro (Airc), la comunità medica internazionale ritiene che la cura Hamer sia molto pericolosa e non è stato trovato in essa nessun riscontro scientifico.

La Fondazione Belga contro il cancro taccia Hamer e colleghi, che hanno proposto nel tempo terapie similari, di essere dei ciarlatani che propongono una soluzione semplice che non esiste, e a causa della quale le persone che si fidano muoiono per un cancro non curato.

La teoria alla base del metodo Hamer – scrive l’Aircnon ha nulla di scientifico e anzi è in profondo contrasto con ciò che è stato dimostrato sul funzionamento del corpo umano e sullo sviluppo delle patologie tumorali.

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