Il ciclo mestruale e le mestruazioni in sé sono al centro di numerosi e odiosi retaggi. Non è raro che a una donna, in un momento di nervosismo, qualche simpaticone chieda se abbia o no «le sue cose». Ma ci si è mai chiesti se ci sia qualcosa di vero? La biologia femminile influenza il cervello femminile, ma la cosa interessante che ha scoperto la scienza è che immaginare il ciclo mestruale come una sequela di momenti negativi non sia esatto, anzi, il cervello sperimenta alcune ricadute positive in vari momenti di quei 28 giorni e un quarto.

Mestruazioni, cosa si credeva in passato

Ciclo mestruale
Fonte: Hysteria

Sono stati gli antichi greci a coniare il termine «isteria». Con questa parola si indicavano una serie di disturbi femminili, come l’ansia, oppure situazioni che a noi apparirebbero assolutamente normali come le fantasie erotiche. Così Platone elaborò la teoria per cui le donne risentono nel periodo mestruale di non essere rimaste incinte e questo viene vissuto quasi come un lutto. Altri invece hanno immaginato che l’utero vagasse per l’organismo e nel XIX secolo si trovò anche un modo per guarire questa condizione: l’orgasmo (che si raggiungeva “manualmente” o attraverso un prototipo del vibratore). Ci sembra tutto quanto abbastanza assurdo, eppure è relativamente da poco che la scienza sta studiando il ciclo mestruale, cioè dagli anni ’30 del Novecento.

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Il ciclo mestruale e una migliore empatia

Una delle cose che si sanno del ciclo mestruale è che in base al giorno del mese le donne migliorano alcune abilità, come riporta la Bbc. Una di queste è l’empatia, che è particolarmente presente a tre settimane dall’inizio delle mestruazioni. La causa di tutto questo è negli ormoni come estrogeni e progesterone che contribuiscono a ispessire il rivestimento uterino, anzi nelle ovaie che li rilasciano: l’utero dell’«isteria» non c’entra quindi niente o quasi.

Gli ormoni, dicevamo, portano le donne ad avere abilità sociali superiori, come appunto una migliore empatia o una migliore capacità di comprendere le prospettive degli altri esseri umani, ma anche una migliore comunicazione. È per questa ragione che si ritiene che l’autismo ad alto funzionamento venga riscontrato quattro volte di più nei maschi: le femmine possono meglio mascherare i sintomi come la mancanza di relazione con gli altri.

Le femmine – spiega la psicologa Pauline Maki dell’Università dell’Illinois – parlano prima dei maschi, sono verbalmente più fluenti degli uomini e più brave nello spelling.

Il ciclo mestruale e gli estrogeni

Ciclo mestruale
Fonte: Pixabay

È la stessa Maki che, nel 2002, insieme ad altri studiosi del Gerontology Research Center di Baltimora, ha iniziato a capire come i livelli di estrogeni influenzino le capacità delle donne durante il mese. Ogni volontaria del suo studio è stata interpellata due volte, la prima immediatamente dopo le mestruazioni – quando i livelli di estrogeni e progesterone sono bassi – e un’altra volta a una settimana dall’ovulazione – quando invece estrogeni e progesterone sono alle stelle.

Si è trattato di un piccolo studio che ha coinvolto solo 16 donne, ma i risultati raggiunti sono tutt’altro che trascurabili. Tra i risultati trovati: quando i livelli di ormoni femminili erano alti, le donne erano peggiori in cose in cui gli uomini sono solitamente bravi come la consapevolezza spaziale. Ma avevano anche un’abilità migliorata, ossia l’emergere senza sforzo della memoria, come quando ascoltiamo o leggiamo un termine che di solito non usiamo e poi lo ripetiamo poco dopo in una conversazione.

Il cervello femminile e la lateralizzazione

Il cervello femminile è meno lateralizzato: significa che noi donne non usiamo un solo lato del cervello (e del corpo in generale) in qualunque azione quotidiana. La lateralizzazione è una cosa visibile, perché per esempio influenza la “scelta” della mano con cui scriviamo o mangiamo, ma è anche indicativa di un modo in cui risolviamo i problemi. Questa è probabilmente la ragione per cui i cervelli di uomini e donne sono diversi perché diverse sono le evidenze del loro funzionamento. E perché noi donne, per loro, restiamo ancora un gran mistero.

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