Del mesentere aveva parlato anche Leonardo da Vinci, oltre 500 anni fa.

Perché allora solo negli ultimi anni il mesentere viene considerato un nuovo organo?
Il cambio di classificazione del mesentere è la conseguenza dei recenti studi che ne hanno modificato lo status, facendolo passare da tessuto a organo.

Con una pubblicazione comparsa nel novembre 2017 sul rinomato “Lancet Gastroenterology & Hepatology”, una tra le principali riviste mediche, i ricercatori J. Calvin Coffey e Peter O’Leary hanno dimostrato il ruolo primario del mesentere, fino ad allora considerato solo come una fascia di tessuti posta tra la parete posteriore dell’addome e l’intestino tenue. La sua funzione sembrava essere solo quella di tenere al loro posto gli organi posizionati nella cavità addominale.

Il mesentere viene oggi annoverato tra gli organi, anche perché non ci sono prove di esseri umani vissuti senza di esso. Sono allo studio anche le correlazioni tra il mesentere e alcune patologie del tratto intestinale, come il Morbo di Crohn e la sindrome del colon irritabile.

La differenza tra tessuto ed organo non è infatti solo formale. A un organo sono riconosciute specifiche funzioni, mentre un tessuto è una parte di un organo.
Prima della pubblicazione di Coffey e O’Leary, il mesentere era visto come una piega del peritoneo, deputata a tenere l’intestino tenue attaccato alla parte posteriore dell’addome.

Mesentere: che cos’è?

Il mesentere ha origine dal peritoneo, il sacco che avvolge l’intestino, ed è formato da due strati, detti anche foglietti, che racchiudono al loro interno moltissimi linfonodi. Dalla parete addominale si protrae fino a raggiungere l’intestino tenue, che proprio grazie al mesentere viene tenuto attaccato alla parete addominale.
Se lo volessimo immaginare come un oggetto, potremmo pensare che assomiglia a un tessuto ripiegato su se stesso come una fisarmonica, e tenuto stretto alle due estremità: una sorta di ventaglio.

Grazie ai suoi vasi sanguigni e linfatici, e ai nervi, assicura nutrienti e ossigeno all’intestino tenue e ne permette i movimenti peristaltici.

Come accade in tutto il sistema gastro-enterico, anche nel mesentere si ritrovano una abbondanza di linfonodi e una fittissima rete vascolare.

L’importanza dei linfonodi è ben nota in medicina. Sono infatti dedicati al controllo di tutto ciò che transita nei vasi linfatici, e nel caso ci sia qualcosa di anomalo si attivano per eliminarlo. Proprio la ricca presenza di linfonodi apre la possibilità di studiare le funzioni del mesentere in relazione a una patologia autoimmune ancora poco conosciuta, il Morbo di Crohn. Sullo studio del mesentere sono riposte oggi le speranze per nuove scoperte nell’ambito delle patologie intestinali.

Mesentere: le funzioni

La prima e ben nota funzione del mesentere è tenere le anse intestinali attaccate alla parete addominale, assicurandone comunque il movimento.
Grazie ai linfonodi ha funzione di monitoraggio dei batteri presenti nell’ambiente in cui si trova. Sugli animali è stato verificato che regola l’infiammazione e il processo di coagulazione del sangue. La ricerca su questo aspetto negli esseri umani è in corso.

Ora, il compito dei ricercatori è approfondire le funzioni del mesentere, approcciandolo proprio come un organo, sia per quanto riguarda le diagnosi che le terapie.

Patologie del mesentere

Si conoscono due tipi di patologie che possono riguardare il mesentere:

  • Patologie neoplastiche, ossia i tumori. I più frequenti sono fibromi e lipomi, tumori benigni, che spesso non danno sintomi e possono anche essere diagnosticati casualmente. I tumori maligni sono invece principalmente il mesotelioma e il leiomiosarcoma, i cui sintomi sono quelli aspecifici propri delle neoplasie (perdita di peso, stanchezza, spossatezza).
  • Patologie infiammatorie: la più comune patologia infiammatoria riguarda l’infiammazione propria dei linfonodi mesenterici, dovuta solitamente a una infezione intestinale. L’infiammazione termina con il trattamento dell’infezione. Più complessa è invece la mesenterite, l’infiammazione propria del mesentere che può essere acuta o cronica, ed è solitamente secondaria a malattie dell’apparato digerente, incluso il morbo di Crohn, già citato.
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