La conosciamo come una malattia prettamente canina, ma forse pochi di voi sapevano che la leishmaniosi può invece essere una patologia anche umana. Con questo termine si indica proprio la malattia veicolata dal flebotoma Phlebotomus papatasi, portatore “sano” del parassita Leishmania infantum, da cui possiamo essere contagiati nel momento in cui il flebotomo portatore ci punge, proprio come farebbe una qualsiasi zanzara, per succhiarci il sangue. L’insorgere della patologia è più comune durante la bella stagione, quando arrivano alcuni insetti, fra cui quello responsabile proprio del problema, il pappatacio chiamato appunto flebotomo, e le sue manifestazioni più evidenti sono delle ulcere sul corpo, con ripercussioni anche sugli organi interni, che forniscono la spiegazione per cui la malattia sia chiamata anche “mangia carne”. C’è qualche distinzione da fare tra la forma di leishmaniosi che colpisce gli uomini e quella tipica dei cani, oppure parliamo esattamente della stessa cosa?

Leishmaniosi umana e canina, i sintomi e le differenze

leishmaniosi umana e canina
Fonte: web

Quando parliamo di leishmaniosi nell’uomo ci riferiamo a tre forme della malattia:

  • cutanea: è senza dubbio la più diffusa e meno pericolosa, in cui il parassita provoca ulcere sul corpo e conseguenti cicatrici.
  • viscerale o kala-azar: è invece la forma assolutamente più grave, e potenzialmente fatale se non curata, in cui il parassita colpisce gli organi vitali provocando febbre, perdita di peso, ingrandimento di milza e fegato, e anemia.
  • mucocutanea: si tratta della forma più distruttiva, dove l’azione del parassita può portare alla mutilazione delle mucose di naso, bocca e gola.

Per quanto riguarda la diffusione nel nostro paese, dobbiamo dire che la leishmaniosi è endemica nei territori costieri, ma anche in quelli collinari: è particolarmente diffusa soprattutto in Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Molise e Abruzzo, ma anche nelle isole, sia nelle maggiori che nelle minori. Recentemente è stato tuttavia registrato un significativo aumento dei casi nell’Emilia Romagna occidentale, in Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Trentino e Friuli. In questo caso si tratta di piccoli focolai, che devono pur sempre essere tenuti sotto attenta sorveglianza.

Per quanto riguarda i nostri amici a quattro zampe, invece, la leishmaniosi può presentarsi con diversi sintomi, fra cui un’evidente dermatite, la perdita di peso e di pelo (alopecia), lesioni generalizzate, forte inappetenza e alcuni problemi renali.

La leishmaniosi e il contagio

leishmaniosi contagio
Fonte: Frank Collins

È importantissimo sfatare un mito: la leishmaniosi non è contagiosa, proprio perché, come abbiamo spiegato poc’anzi, la Leishmania è un microorganismo che parassita l’uomo e gli animali: è impensabile ipotizzare un contagio cane-uomo, oppure cane-cane o uomo-uomo. Soltanto il pappatacio può trasmettere la Leishmania a un cane, o a un uomo, attraverso la sua puntura. Quindi la Leishmaniosi non è una patologia contagiosa. Per correttezza occorre dire che potrebbe effettivamente verificarsi una trasmissione transplacentare, e proprio per questo motivo è consigliabile evitare l’accoppiamento fra cani malati.

È però altrettanto vero che, pur vivendo in una zona endemica, non ci sono motivi di pensare che il proprio animale possa rischiare di più rispetto ad altri, o di temerlo, se malato, più di altri che vivono nella medesima zona, tanto più che ci sono animali, come ratti, pipistrelli, volpi, che possono fungere da veicolatori dell’insetto responsabile del contagio. Nelle regioni italiane in cui è più diffusa, prima indicate, la leishmaniosi umana, secondo i dati forniti da un articolo di bergamopost, colpisce 1 soggetto ogni 200 mila abitanti, e in genere si tratta di individui immunodepressi, positivi, ad esempio, all’HIV, che hanno subito un trapianto o si trovano in altre situazioni di immunodeficienza.

Anche nei Paesi in cui la leishmaniosi rappresenta un grave problema di salute pubblica, la percentuale dei soggetti esposti al contagio che mostra segni clinici d’infezione è inferiore al 5%, e non ci sono relazioni tra il fatto di avere un cane o più in casa e il contrarre la malattia.

Terapia per la leishmaniosi

leishmaniosi terapia
Fonte: web

Sia per l’uomo, sia per il cane, si effettua una diagnosi in laboratorio, attraverso l’analisi di campioni di urina o sangue, e dei sintomi clinici. Per quanto riguarda la terapia, esistono farmaci che riescono a contenere la malattia, e a curarla se poco diffusa. Non mancano però le recidive sia nell’uomo, sia nel cane, perciò è di fondamentale importanza intervenire con un approccio farmacologico al fine di evitare l’epidemia. Per il cane è ovviamente importantissimo utilizzare degli antiparassitari al fine di prevenire il contagio, mentre gli uomini possono utilizzare dei repellenti.

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