Chiunque sia stato coinvolto direttamente o indirettamente in cure chemioterapiche lo sa: chi sta affrontando la chemio, non deve utilizzare tinture per capelli. Qual è la ragione? Molto semplice: le tinture per capelli possono indebolire la chioma e causarne la caduta, anche quando la cura si sta effettuando in forma lieve. Però la questione, comprendiamo, può creare un sacco di interrogativi. Per esempio, quanto possono essere dannose le sostanze contenute in questi prodotti? Si tratta di sostanze cancerogene? Si devono evitare?

La risposta arriva con una certa ufficialità. A rispondere è infatti l’Associazione Italiana per la Ricerca contro il Cancro (Airc), che sul proprio sito spiega che, benché le tinture per capelli possano contenere delle sostanze cancerogene, non rappresentano di fatto una causa dell’insorgenza dei tumori. Al momento, almeno, non c’è corrispondenza scientifica tra l’abitudine a ricorrere alle tinture per capelli e i tumori.

Le sostanze in questione, per la verità, possono risultare cancerogene, ma in concentrazioni decisamente maggiori rispetto a quanto si trova nei prodotti di bellezza come le tinture. Che, appunto, se utilizzate normalmente, non risultano dannose. Quindi niente utilizzo prolungato e soprattutto niente tinture di concezione precedente agli anni ’80 – soprattutto i colori scuri – perché potrebbero rappresentare un problema in tal senso.

11

Il ritorno in auge della questione è dovuto al fatto che lo scorso ottobre un medico, Kefah Mokbel, che opera a Londra, ha lanciato su Twitter il risultato di un’analisi su tutti gli studi esistenti sull’argomento: secondo il medico, che è un esperto di cancro, ricorrere alla tintura una volta al mese significa incrementare del 14% la possibilità di tumore, nello specifico un carcinoma mammario. Lo studio però non è stato pubblicato, per cui non si sa da che ricerche il medico sia partito per formulare la sua teoria che peraltro è fondata sulla statistica.

Gli studi che hanno affermato la dannosità delle tinture per capelli come causa di cancro ci sono, e sono orientate anche e soprattutto verso leucemia e linfoma non Hodgkin. Altri indicano una corrispondenza nei confronti del cancro alla vescica, che in effetti viene riscontrato ma solo tra i professionisti del settore, per via dell’esposizione prolungata alle sostanze che abbiamo citato prima. In ogni caso, se si è prudenti e non si esagera con la tintura, si può stare tranquilli, stando a quanto scrive l’Airc.

33

L’American Cancer Society – si legge sul sito dell’associazione italiana – è l’unica società scientifica ad aver preso una posizione chiara in merito, e la risposta è no, sebbene siano consigliate alcune precauzioni. L’Acs parte giustamente dal presupposto che gli studi attuali non dimostrano un rischio aumentato quantificabile e che l’origine degli aumenti rilevati in alcuni di essi può essere legato a stili di vita di cui l’uso delle tinture per capelli è solo un elemento fra molti. Tiene però conto del fatto che le sostanze contenute nei prodotti per colorare i capelli sono classificate come cancerogene dalle agenzie regolatorie, sebbene a concentrazioni molto più elevate di quelle presenti nei prodotti cosmetici e per tempi di esposizione impossibili da raggiungere con un uso normale (come accade per moltissime sostanze cancerogene a cui siamo costantemente esposti, dal caffè, all’alcol, alla carne, per fare alcuni esempi pratici).

Infine c’è da aggiungere che alcune ricerche che trovano correlazione tra tinture e cancro lasciano davvero il tempo che trovano perché fondate anche su assunti soggettivi. In uno, per esempio, si dava per scontato che chi si tinge i capelli sia più avvezzo all’utilizzo massivo di altri cosmetici. Che in effetti non è un assunto dalle basi solidamente scientifiche. Per cui: tinture sì, ma con giudizio e attenzione, come dovremmo fare con qualunque cosa.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!