L’inverno sta arrivando e con esso anche i primi malanni: fra chi prende l’influenza almeno cinque volte nel corso dell’inverno e chi mai, ognuno di noi, inutile negarlo, reagisce in modo diverso alle malattie invernali. Ma com’è possibile tutto ciò? Incredibile da credere ma sembrerebbe proprio che la prima influenza contratta nella nostra vita condizioni per sempre tutte quelle a venire. A dirlo è la scienza, o meglio una ricerca scientifica pubblicata sul sito internet Science nella quale viene mostrato come il nostro anno di nascita sia una chiave importante per comprendere a quale ceppo d’influenza si è più sensibili nel corso della vita.

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Due team di scienziati, uno della University of Arizona e l’altro della University of California, hanno preso in esame un campione di 1400 pazienti rilevando una cosa decisamente curiosa: giovani e bambini tendenzialmente si ammalavano di l’H5N1, mentre i più anziani di H7N9. Cosa vuol dire? Queste sigle identificano due tipologie distinte dell’influenza A, largamente conosciuta con il nome aviaria e fanno parte di due ceppi ben distinti: l’H5 fa infatti parte del gruppo HA 1 (che comprende i ceppi l’H1 e l’H2), mentre H7 fa parte del gruppo HA 2 (che, diversamente, comprende il ceppo H3).

Ma allora perché anziani e bambini tendono ad ammalarsi di influenze… diverse?
Secondo gli autori dello studio, tutto dipenderebbe nella prima influenza contratta nell’infanzia: l’esposizione a un ceppo invece che a un altro garantirebbe a una persona una protezione (per lo meno parziale) dal virus affrontato in passato. Capiamo meglio insieme cosa accade insieme, semplificando il concetto: quando si è per la prima volta infettati da un certo ceppo di influenza, il nostro sistema immunitario reagisce al virus producendo degli anticorpi che vanno a intaccare l’emoagglutinina, una particolare glicoproteina antigenica presente sulla superficie di alcuni virus come, appunto, l’influenza (in parole povere sviluppiamo anticorpi per quel virus). Una volta che da adulti si entrerà in contatto con la stessa glicoproteina “combattuta” da bambino, si sarà meno soggetti a quel tipo di influenza.
Ecco perché se da bambini abbiamo contratto l’influenza H7N9, da adulti saremo più propensi a contrarre la H5N1 e a reagire in modo positivo alla prima perché già affrontata.

Ma perché la maggior parte dei bambini e dei giovani si ammala di H5N1 e la maggior parte degli anziani diH7N9?
La risposta è più che mai intuitiva e sta nella “storia dell’influenza” e nella conoscenza delle epidemie. Gli scienziati delle due università statunitensi hanno infatti notato che le persone nate prima dell’anno 1968 sembrano essere quelle più immuni alla variante dell’influenza H5N1 (probabilmente perché prima di questi anni si sono verificate epidemie di influenza di questo ceppo); viceversa, i nati dopo tale anno si presentano più immuni al ceppo H7N9 e invece più soggetti all’H5N1, proprio perché le epidemie più frequenti dopo il 1968 hanno riguardato il ceppo H7N9.
E ora che sappiamo quale tipo di influenza facilmente ci colpirà quest’anno? Chissà, magari il nostro medico saprà dirci se è possibile prevenirla o, comunque, mentre noi staremo né più né meno a letto, gli scienziati riusciranno a prevedere con un buon margine di certezza eventuali epidemie.

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