Karkadè: i mille usi e benefici di questa pianta esotica
Come molte altre piante e radici di origine esotica, anche il karkadè ha moltissime proprietà benefiche per la salute e la bellezza. Curiose di sapere dove e come potete usarlo?
Come molte altre piante e radici di origine esotica, anche il karkadè ha moltissime proprietà benefiche per la salute e la bellezza. Curiose di sapere dove e come potete usarlo?
Ormai anche gli europei hanno imparato ad apprezzare le proprietà benefiche di molte piante e radici di origini orientali o africane; ginseng, zenzero, burro di karité sono facilmente reperibili anche nei nostri supermercati o negozi, e abbiamo imparato ad apprezzarli sotto varie forme, sfruttandoli in cucina, ad esempio, o mettendoli in tisane dalle eccellenti qualità terapeutiche, in grado di curare disturbi e patologie di vario genere in modo del tutto naturale, ma anche adoperandoli nell’estetica, per la cura di pelle e capelli.
Anche il karkadè rientra tra le piante da cui trarre notevoli vantaggi per la salute fisica ma anche per il benessere generale della persona, ivi compresa la bellezza. Scopriamo di più sulle sue origini e in quali modi può essere messo al nostro servizio!
Il karkadè, detto anche Hibiscus sabdariffa, è una pianta che appartiene alla famiglia delle Malvaceae. Originaria dell’Africa tropicale, è una pianta arbustiva perenne, con un fusto che può raggiungere i 3 metri. Le foglie sono verdi con margine leggermente dentato e lamina trilobata, i fiori hanno cinque petali riuniti in un calice rosso e carnoso, mentre i frutti sono capsule. Nel tempo è stata introdotta in diverse regioni tropicali come India, Ceylon, Giava, Antille. Oggi viene prodotta soprattutto in Sudan, Senegal e Thailandia, in America tropicale e in India. Necessita di poca acqua e poche cure; predilige le zone dal clima caldo, con estati piovose e inverni non troppo rigidi e asciutti.
Il karkadè contiene acidi organici (acido malico, fitosteroli, antocianosidi, ibiscico, citrico e tartarico, acido ossalico, acido ascorbico), che conferiscono proprietà diuretiche e antisettiche delle vie urinarie, utili nelle infezioni come la cistite.
Ricca di vitamina C dall’azione antiossidante, antinfluenzale e vitaminizzante, fluidifica il sangue, mentre la presenza di polifenoli la rende utile in caso di mal di gola, ipertensione, tosse, raffreddore. La presenza di flavonoidi e antociani, poi, oltre a regalarle il caratteristico rosso intenso dei suoi pigmenti, rendono la pianta vasoprotettiva, utile in caso di fragilità capillare varici, emorroidi, couperose e cellulite.
Il karkadè è anche un ottimo rimedio per l’ipertensione, confermato anche da recenti studi che ne hanno evidenziato le capacità regolatrici della pressione sanguigna; se da un lato, infatti, permette di eliminare le tossine e le sostanze in accumulo attraverso la diuresi, dall’altra l’azione fluidificante del sangue permette un migliore funzionamento dell’intero sistema cardiocircolatorio, grazie proprio ai polifenoli.
Essendo una malvacea, inoltre, al pari di malva e altea, contiene le mucillagini capaci di esercitare un’azione lenitiva e protettiva sui tessuti interni dell’organismo, indicata per tutti i tipi di infiammazioni delle mucose, come gengiviti, mal di gola, raffreddore e tosse.
Nonostante la presenza dei tannini rendano il karkadè una pianta astringente, le mucillagini, quando vengono a contatto con l’acqua, formano un massa gelatinosa che aiuta meccanicamente l’evacuazione svolgendo un’azione lassativa; in effetti l’unica vera grande controindicazione sta proprio qui, perché, se assunta in grandi quantità può appunto avere un’azione lassativa. Inoltre, come tutte le sostanze ad alto contenuto di vitamina, non va abusata in gravidanza e allattamento.
Come detto, fra i vari usi del karkadè si sottolinea quello sotto forma di infuso: dall’infusione dei petali secchi dei fiori di ibisco si ottiene infatti una bevanda rinfrescante e dissetante, lievemente acidula, gradevolmente agrumata e dall’inconfondibile colore rosso intenso. Prepararla a casa piuttosto che comprare quelle confezionate nei centri commerciali, che certo non eliminano del tutto le proprietà benefiche ma le limitano notevolmente, non è affatto difficile: è sufficiente procurarsi 1 cucchiaio raso di fiori di ibisco karkadè, da versare in una tazza d’acqua bollente, prima di spegnere il fuoco. Dopo aver coperto e lasciato in infusione per circa 10 minuti, il liquido va filtrato e gustato caldo o freddo, a seconda delle preferenze. È un ottimo pieno di vitamina C.
Conosciuto anche con altri nomi come “tè rosso” , per via delle affinità di preparazione con il tè, tè rosso d’Abissinia, tè Nubiano, Acetosa Giamaicana, il karkadè è una bevanda molto diffusa soprattutto nei paesi caldi, e in Egitto, dove viene consumato sia caldo che freddo, proprio perché molto rinfrescante e dissetante; per questo, tradizionalmente, nei lunghi viaggi gli africani ne tengono in bocca un fiore secco. Nel nostro paese la bevanda è arrivata nel 1700 circa, grazie ai vari imperi coloniali occidentali dell’epoca, mentre durante il fascismo è stato importato allo scoppio della guerra in Etiopia nel 1935, quando la Società delle Nazioni inflisse all’Italia alcune sanzioni economiche e il governo fascista organizzò il sabotaggio dei prodotti stranieri. Fu così che il tè, prodotto nelle colonie inglesi, venne sostituito con il karkadè, anche se inizialmente venne accolto con scetticismo.
Ma fra gli usi del karkadè ci sono anche quelli cosmetici: ecco come utilizzarlo sui capelli, ad esempio.
L’impacco al karkadè è ideale per chiome scure e rosse, poiché dona riflessi mogano. Quando i capelli appaiono spenti, opachi e sfibrati, l’impacco a base di karkadè è l’ideale se si vuol ritrovare lucentezza e morbidezza. La pianta, infatti, contiene acidi della frutta in grado di rendere lucidi i capelli, mucillagini e zuccheri che ammorbidiscono e idratano, e antociani dal potere colorante. L’impacco a base di karkadè è quindi particolarmente indicato per chi ha i capelli scuri o rossi e vuole rendere i capelli lucidi, morbidi e intensificare i riflessi, mentre chi utilizza l’hennè può ricorrere all’impacco al karkadè per prolungare i tempi tra una colorazione e quella successiva.
Se volete preparare un impacco casalingo per i vostri capelli, vi serviranno solo 10 grammi di karkadè e 300 ml di acqua: dovrete preparare un decotto portando a ebollizione l’acqua e i fiori essiccati di karkadé, da far bollire per tre-cinque minuti, dopodiché spegnete la fiamma e lasciate in infusione per circa dieci minuti con il coperchio.
Filtrate e trasferite l’infuso in uno spruzzino e, se non avete intenzione di utilizzarlo subito, potete conservarlo in frigorifero per tre giorni. Dovrete vaporizzare l’infuso di karkadé sui capelli bagnati dopo lo shampoo, frizionando la cute e distribuendolo bene sulle lunghezze, e lasciare in posa per una decina di minuti, risciacquando poi velocemente prima di asciugare i capelli. Dato che potreste macchiare indumenti e pelle, assicuratevi di proteggerli durante la posa.
Il karkadè, sia che lo vogliate gustare in tisana che usarlo nella preparazione dell’impacco per capelli, è facilmente reperibile in tutte le erboristerie.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
Cosa ne pensi?