Il tempo che ci mette ad addormentarti dice molto di te e della tua salute

Un tempo di addormentamento troppo veloce o troppo lento può essere il sintomo di qualcosa di più profondo: cosa sapere e quando chiedere un consulto medico.

Qual è il vostro tempo di addormentamento? Ogni persona ha il suo, e non è detto che sia sempre lo stesso. Per esempio, non è difficile immaginare come dopo un esame o una prova importante al lavoro si abbia ancora tanta adrenalina in corpo da rendere difficoltoso il sonno.

La verità è che esiste un tempo di addormentamento ideale: si chiama latenza del sonno e, come riporta l’Huffington Post, secondo la National Sleep Foundation statunitense si colloca tra i 15 e i 20 minuti. Perché bisogna considerare anche un’altra cosa importante: addormentarsi troppo velocemente o troppo lentamente sempre (o quanto meno molto spesso) può essere il sintomo di un fenomeno più ampio. Qui diamo indicazioni di massima: se si hanno dubbi, è meglio chiedere un consulto medico.

Le cause di un tempo di addormentamento veloce

Ci sono persone che si addormentano appena mettono la testa sul cuscino. C’è addirittura chi si addormenta mentre è al computer la sera, oppure si appoggia un attimo sul divano mentre sta svolgendo le ultime faccende. Non è una buona cosa, anche se potrebbe sembrarlo: potrebbe essere infatti un segno di burnout o comunque del bisogno di un maggior riposo, sia qualitativamente sia quantitativamente. In altre parole, ci si addormenta presto perché si è molto stanchi e stanche, o almeno è questa una delle cause.

Altre cause diffuse di un tempo di addormentamento troppo veloce sono problemi di salute mentale – come la depressione – o l’assunzione di farmaci collegati alla propria patologia. Molti antidepressivi presentano infatti la sonnolenza tra gli effetti collaterali. C’è poi l’apnea notturna – un disturbo cronico del sonno, in cui le vie aeree superiori sono completamente o parzialmente ostruite quando si dorme – che è molto diffusa tra le persone anziane. L’apnea notturna comporta una diminuzione del contenuto di ossigeno nel sangue e frammentazione del sonno.

Le cause di un tempo di addormentamento lento

Tra le cause più comuni di un tempo di latenza del sonno troppo lento ci sono insonnia, dolore cronico oppure condizioni mediche o psicologiche, come per esempio l’ansia. Molto spesso l’insonnia è provocata anche questa da stanchezza eccessiva: è uno di quei casi in cui si dice che si è troppo stanchi e stanche per dormire, magari perché si hanno ritmi troppo frenetici tra lavoro e altri impegni.

Lo stress è connesso infatti con il rilascio del cortisolo (detto anche, appunto, ormone dello stress), e quindi un carico eccessivo di impegni e la troppa emotività potrebbero portare nel momento in cui si va a dormire a risvegliare il meccanismo di fuga o lotta, che certo non è sinonimo di buon riposo. Senza contare che l’insonnia può condurre a forme di depressione, che a propria volta peggiorano l’insonnia, e così via in un terribile circolo vizioso.

Come raggiungere la latenza del sonno ideale

Il primo passo è sempre, come accennato, chiedere un consulto medico: ogni persona è diversa e per ottimizzare il tempo di addormentamento occorre andare alla causa di ciò che lo accelera o lo rallenta.

In molti casi basta rilassarsi e seguire una routine serale, in cui vengono esclusi cibi (specialmente se troppo pesanti) e caffeina prima di andare a dormire. Elementi che possono contribuire a migliorare la latenza del sonno sono lo yoga, la meditazione, un esercizio fisico leggero, la creazione di un ambiente rilassante intorno a sé, magari con un sottofondo di rumori concilianti.

C’è poi da aggiungere che a volte le preoccupazioni sopraggiungono proprio quando si è a letto, e in tal senso può essere utile decidere di “programmare le preoccupazioni”, stilando una lista delle cose a cui badare e decidendo di dedicare a essa un momento della giornata. Può trattarsi magari di soli dieci minuti, ma l’importante è lasciare i problemi fuori dal cuscino.

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