Molte delle storie che abbiamo raccontato in questi anni puntano a sottolineare quanto la prevenzione sia importante quando si parla di salute. Spesso, infatti, gli screening e le visite di controllo permettono di conoscere in anticipo il proprio stato di salute, e di prendere in tempo alcune malattie anche molto gravi.
Pensiamo, ad esempio, a quanto fondamentale è la mammografia per la prevenzione del tumore al seno, o il PAP test per conoscere la salute della propria cervice uterina, per quanto riguarda le donne.
Ma fare controlli frequenti è, naturalmente, indispensabile anche per gli uomini, soprattutto perché, quando in ballo ci sono patologie importanti come il cancro, il tempismo può davvero salvare la vita.
Ecco perché oggi abbiamo deciso di raccontare la storia di Marco Viale, un ragazzo veneziano che è scampato al tumore proprio grazie alla prevenzione, come ha spiegato in questo post che abbiamo visto su Instagram.
In realtà, ci spiega Marco quando lo raggiungiamo per l’intervista, quel nodulo non era ancora maligno, lo stava diventando; nel suo caso, quindi, i controlli di routine sono stati davvero salvifici.
“La mia storia – ci racconta – comincia a novembre 2018 quando, come ogni anno, tramite l’assicurazione sanitaria a cui sono iscritto, decido di sottopormi al flaccido check-up completo (sangue, feci, urine, elettrocardiogramma ed eco tiroidea). Premetto che sono un ragazzo sano, di 30 anni, con una super famiglia è una super compagna, con cui convivo da due anni.
Durante la visita tutti gli esami risultano più che nella norma, anzi si può dire perfetti; ma durante l’ecografia endocrinologa vengono alla luce due noduli sospetti (rispettivamente di 4 e 2,5 cm).
Essendo ignorante in materia io non mi sono minimamente preoccupato, ma l’endocrinologo mi ha suggerito fortemente di sottopormi ad un ulteriore accertamento con esame di ago aspirato. Così, dopo qualche settimana, dopo aver fatto l’esame, parto spensierato per due settimane di ferie.
Al mio rientro, ai primi di dicembre, ricevo la telefonata del dottore che mi diceva di recarmi in studio per i risultati del test; è stata riscontrata la presenza di due noduli di scala tir4 (sospetto di malignità all’80%), e lui mi indirizza subito per un colloquio con l’otorino dell’ospedale. Fu così che la vigilia di Natale sono stato messo al corrente di avere un tumore, di dovermi sottoporre al più presto alla rimozione chirurgica di entrambi i noduli e di tutta la tiroide, con, a due mesi dall’intervento, un secondo ricovero per la terapia radiometabolica.
Un bel pugno sullo stomaco per me, abituato ad essere sempre stato sano, con una vita super attiva e sempre super in forma.
È successo tutto velocemente che il 31 gennaio, a poco più di un mese, alle 7 del mattino mi sono ritrovato nel blocco operatorio pronto per addormentarmi e per risvegliarmi alle 12 nella mia camera d’ospedale, circondato dalla mia famiglia“.
Dopo la rimozione della tiroide e dei noduli è stata eseguita la biopsia, attraverso cui conoscere l’entità della malattia ed eventualmente decidere il tipo di trattamento da seguire.
“Fortunatamente, dopo più di un mese dall’intervento, mi è stato detto che i noduli micropapillari, che mi erano stati asportati, non si erano ancora trasformati in cancro vero e proprio; lo stavano facendo sì, ma le cellule erano ancora circoscritte, così siamo riusciti a togliere tutto in tempo prima di peggiorare la situazione.
Questo mi ha permesso di non dovermi sottoporre a nessuna ulteriore terapia invasiva, e di ‘limitarmi’ a un controllo ecografico ogni 6 mesi. Oggi come oggi e per tutta la vita sono sottoposto a terapia con ormoni tiroidei, una semplice pastiglia da prendere tutte le mattine prima della colazione“.
La tua storia è a lieto fine, per fortuna, ma questo non significa che tu non abbia passato momenti davvero bui… Come è stato convivere con l’angosciante consapevolezza di quella parola “tumore”?
“Ero molto spaventato e arrabbiato, se ne leggono di ogni e non ero sicuro di poter riprendere appieno la mia vita. Ora come ora, a distanza di quasi 4 mesi, dopo qualche problemino con l’assunzione degli ormoni, che mi rendevano stanco, nervoso e non molto in forze, sono lentamente tornato alla vita di prima, lavoro full time, mi alleno 3 volte la settimana [Marco è un climber, ndr.] e la domenica la dedico alle scalate con la mia compagna e i miei amici; per non farci mancare nulla ci siamo presi anche un amico a quattro zampe, tutto questo ci ha fatto capire ancora di più che valore ha la vita“.
C’è un messaggio che vorresti mandare per far capire quanto sia importante la prevenzione?
“So bene che le visite mediche, di routine o di prevenzione, spesso possono essere paurose, e dispendiose in termini di tempo e danaro, io stesso non avevo tempo e voglia di sottopormi all’ecografia, ma ho deciso di entrare più tardi a lavoro e già che c’ero sottopormi a questa.
Se non lo avessi fatto cosa sarebbe successo? A parere del medico, non avendo sintomi ed essendo in splendida forma, ci saremmo accorti del male quando sarebbe stato già troppo tardi.
La prevenzione esiste per un motivo, ed è giusto volersi bene e curarsi, se non volete farlo per voi, fatelo per i vostri cari, per chi vi sta vicino. La medicina è grande, tante cose si possono risolvere, e prevenire – come recitava un famoso spot – è meglio che curare”.
In gallery raccontiamo chi è Marco attraverso i suoi post e le sue parole.
Un incubo finito
66 giorni sono già passati da quando mi sono svegliato con questo nuovo tatuaggio! Mi sembra ieri, o forse lo è… Giorno dopo giorno sento sempre di più di non essere come prima!
Dopo una giornata di lavoro mi servirebbe una settimana per recuperare, dopo un’intensa giornata sulla roccia, invece, me ne servirebbero due di settimane per recuperare!
A volte è tutto un po’ frustante; vedere una parte dei tuoi sogni, per cui hai lottato come un folle, che invece di avvicinarsi si allontanano ancora di più!
A volte mi capita di domandarmi se me lo meritavo veramente, e se è giusto provare un po’ di invidia oppure no!
A volte tutto questo è snervante…
A volte non si è mai abbastanza forti, ma forse prima o poi lo diventerai!
Il suo messaggio
Per quanto la notizia che ti danno possa essere brutta, la forza più grande è dentro di noi, è la forza di volontà che ti spinge ad andare avanti, a non fossilizzarti sul chiederti ‘perché a me?’ ma a lottare.
Per me questa forza è stata data dalla presenza delle persone che mi vogliono bene, loro mi hanno dato una motivazione assurda, mi hanno fatto capire che non dovevo abbattermi. Più sei positivo, più la strada sarà in discesa.
Dopo l’uscita dalla sala operatoria, è stata dura, ma non vedevo l’ora di tornare in palestra ad allenarmi, sulle mie amate montagne… Non mi sono mai abbattuto.
È uno scalatore
Marco è un cuoco, e attualmente lavora come gastronomo in un’importante azienda della sua provincia; nel tempo libero ama fare arrampicata sportiva.
Una vita davvero poco sedentaria!
Scherza lui.
È tornato ad allenarsi
Dopo l’operazione Marco è tornato ad allenarsi fra le sue adorate montagne.
Quella visita mi ha salvato la vita
So che le visite di routine sono dispendiose e noiose, ma guardatemi: a me hanno salvato la vita.
- Le interviste di RDD
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