Dovrebbero essere la cosa più naturale del mondo, eppure ancora oggi nel mondo le mestruazioni sono circonfuse da un alone di vergogna e pudore. Se in Europa questo si esprime principalmente utilizzando nomignoli per parlarne o nascondendo gli assorbenti, in altre parti del mondo le donne vengono considerate impure durante il ciclo e trattate come tali.
Un piccolo cambiamento positivo è iniziato con l’emoji introdotta pochi giorni fa tra gli aggiornamenti di whatsapp. Si tratta di una semplice e stilizzata goccia di sangue denominata “period” e pur nella sua essenzialità rappresenta un bel passo in avanti per sdoganare un tabù che non avrebbe ragione di esistere. A sostenerne l’introduzione è stata la Plan International UK, organizzazione che lotta per i diritti delle donne, che aveva iniziato la campagna di promozione sull’argomento già nel 2017 ottenendo oltre 55.000 voti favorevoli.
The period emoji is officially happening. It might not seem like it's a big deal, but it is. The stigma & shame surrounding menstruation can have a damaging effect on girls' lives. An emoji won't solve the issue, but it will start a conversation https://t.co/hfBiPpf4wp @PlanUK pic.twitter.com/gjYYsjjn3L
— Rachel Thompson (@RVT9) 6 febbraio 2019
Per quanto l’emoji sia stata accolta con generale favore, non sono mancate le polemiche di chi l’ha ritenuta troppo generica e comunque insufficiente per affrontare una questione, quella delle mestruazioni, che ha ancora molta strada da fare. Per dirne una, in Italia gli assorbenti vengono tassati come “beni di lusso” con un’Iva al 22% mentre in Scozia sono addirittura passati gratuitamente dal Sistema Sanitario. Non esiste inoltre alcuna agevolazione medica per le donne impossibilitate a recarsi a lavoro in caso di mestruazioni particolarmente invalidanti e dolorose.
Ma se questi disagi sono comunque rilevanti, in alcuni paesi la situazione è ancora più drammatica. Solo pochi giorni fa a Delhi si è tenuta una manifestazione per sdoganare il tabù delle mestruazioni che addirittura impediscono alle ragazze, considerate impure in quei giorni, di entrare nei templi. L’induismo prevede anche la pratica del chaupadi ossia l’isolamento in tende delle donne durante il periodo delle mestruazioni, che pur essendo considerata fuori legge dal 2005 ancora viene praticata in alcuni villaggi rurali.
Ripercorriamo il tabù del ciclo mestruale nella gallery.
L'isolamento durante il ciclo mestruale
Se in Europa i disagi legati al ciclo mestruale sono per lo più di tipo ideologico, in altre zone del mondo possono diventare davvero pericolosi. Come nel caso di India e Nepal, dove le donne nei giorni del ciclo sono considerate impure e “maledette” e costrette a dormire fuori casa con gli animali in pessime condizioni igieniche. La pratica, denominata chaupadi, è illegale dal 2015 ma comunque praticata in molti villaggi e in alcuni casi è costata la vita alle ragazze che ne sono state vittime.
Le associazioni in difesa delle mestruazioni
In paesi come l’India e il Nepal le mestruazioni sono vissute come un vero e proprio dramma dalle giovani donne, spesso additate e isolate come impure. Per far fronte alla situazione sono intervenute alcune Onlus tra cui Monsalvat for Asia, nata per sostenere le famiglie dei villaggi del Nepal dopo il terremoto del 2015, che ha fondato il progetto Satin Rose.
Lo scopo è favorire l’approvvigionamento di assorbenti e biancheria intima per le donne e costruire bagni separati nelle scuole.
La rappresentazione del sangue nelle pubblicità
Negli anni, le pubblicità degli assorbenti hanno sempre rappresentato il sangue mestruale con colori dubbi che variavano dal blu al verde. Finalmente nel 2017 il marchio Nuvenia ha rilasciato una clip dove il sangue era rappresentato del suo naturale colore rosso.
Le pubblicità poco realistiche
La maggior parte delle pubblicità sugli assorbenti sono a dir poco irrealistiche e tengono in nulla considerazione l’ampia fetta di popolazione che soffre di mestruazioni invalidanti e dolorose. Le protagoniste degli spot sono ritratte a fare sport e improbabili acrobazie come se il ciclo non esistesse e la questione del ciclo doloroso è circondata da sempre maggiore indifferenza.
I nomignoli usati per descrivere il ciclo
“Il barone rosso”, “le mie cose”, “quei giorni”, “il marchese”, sono solo alcuni dei termini impropri utilizzati da sempre per parlare del ciclo mestruale, come se nominarle per quello che sono fosse in qualche modo vergognoso.
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Le superstizioni legate al ciclo
Sembra assurdo ma nel 2019 ci sono ancora molte persone convinte che le donne durante il ciclo mestruale non debbano svolgere alcune attività. Un esempio? Impastare dolci (che non lieviterebbero bene) curare le piante (che morirebbero), fare il bagno o la doccia, lavarsi i capelli e dedicarsi all’attività fisica.
L'iva sugli assorbenti
Il tabù che circonda le mestruazioni implica anche la difficoltà di poterne parlare, soprattutto a livello politico. Infatti, nonostante polemiche che si rincorrono ormai da anni, nel 2019 l’iva per gli assorbenti in Italia è stata fissata al 22%, quella riservata ai beni considerati “di lusso”. L’Italia è uno dei pochi paesi rimasti a considerare gli assorbenti un genere non di prima necessità. In Spagna l’imposta sugli assorbenti è al 4%, in Belgio al 5%, Francia e Inghilterra al 6%. In Irlanda poi non si paga alcuna tassa e addirittura in Scozia gli assorbenti sono distribuiti gratuitamente.
Non potersi assentare dal lavoro
Nel 2017 è stato presentato in Parlamento un disegno di legge per approvare il congedo mestruale, ossia un’assenza giustificata dal lavoro in caso di ciclo doloroso e invalidante che però non è mai diventato legge. Per molte donne le mestruazioni dolorose sono un problema serio che però viene ancora troppo spesso sottovalutato.
La vergogna degli assorbenti
Nonostante le mestruazioni siano un evento naturale che accomuna la metà della popolazione, l’utilizzo degli assorbenti è ancora vissuto con imbarazzo. Quante volte vi è capitato di andare in bagno nascondendolo come fosse la refurtiva di una rapina?
Alcuni tentativi di emancipazione
Nonostante il ciclo sia ancora a tutti gli effetti un tabù, le cose stanno iniziando a cambiare. L’introduzione dell’emoji del flusso mestruale è solo una parte di un processo che sta coinvolgendo anche vip e persone dello spettacolo a parlarne apertamente. Qualche esempio? La designer Lili Murphy-Johnson che ha creato una linea di gioielli ispirata al ciclo mestruale o l’attrice Dakota Johnson che ne ha parlato recentemente, con naturalezza, durante un’intervista a Instyle dove ha raccontato come sia difficile per lei affrontare le mestruazioni fisicamente e psicologicamente.
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