Fotosensibilità: possibili cause, manifestazioni e rimedi
Cosa c'è da sapere sulla fotosensibilità, una sorta di allergia alla luce che può essere prevenuta con alcune buone abitudini.
Cosa c'è da sapere sulla fotosensibilità, una sorta di allergia alla luce che può essere prevenuta con alcune buone abitudini.
Come sempre, qui diamo informazioni di massima: rivolgetevi al vostro dermatologo o alla vostra dermatologa di fiducia per approfondire la tematica e porre tutte le domande che desiderate.
Secondo Humanitas, la fotosensibilità non è stata ancora scandagliata a sufficienza dalla scienza per individuarne le cause, ma si ritiene che abbiano a che fare con il sistema immunitario.
Quando ci esponiamo al sole, la nostra pelle viene infatti impercettibilmente alterata: per capire pensiamo per esempio al processo per cui la melanina consente di abbronzarci. In pratica, nel momento in cui siamo alla luce del sole, è possibile che il sistema immunitario percepisca come estranee quelle parti della pelle che vengono modificate.
Ci sono poi prodotti chimici che possono rendere più immediata la questione: quando ci spalmiamo addosso creme, assumiamo alcuni farmaci o ci spruzziamo del profumo, è possibile che si inneschi una certa sensibilità alla luce. Tuttavia ci potrebbe essere anche un’ereditarietà del fenomeno.
Sono diverse le forme in cui la fotosensibilità di manifesta, ovvero:
I sintomi in senso stretto possono verificarsi nell’immediato, ma anche dopo pochi minuti o alcune ore dall’esposizione al sole e sono:
La fotosensibilità può essere prevenuta. Pensiamo per esempio a quando in estate tutti i telegiornali ci consigliano di stare in casa durante i momenti più caldi della giornata: ecco, questa buona abitudine può prevenire l’allergia al sole. Inoltre è bene non esporsi repentinamente al sole primaverile o estivo, ma procedere per gradi, in modo che l’epidermide si adatti in maniera progressiva.
Da evitare quelle creme con filtri solari, perché possono essere tra quelle riconosciute come causa di fotosensibilità e infine è consigliato proteggersi con indumenti e cappelli (ma anche con gli occhiali da sole, acquistati rigorosamente in un’ottica o in farmacia che garantiscano la qualità e i benefici per la salute, perché l’esposizione repentina e prolungata fa male anche a loro).
Quando ci rivolgiamo al medico, spiegheremo naturalmente le circostanze in cui si sono verificati i nostri sintomi e l’eventuale ereditarietà, per cui è possibile che il dermatologo risalga al disturbo in base alla propria esperienza.
È inoltre possibile che vi vengano richiesti degli esami specifici, come il test di fotosensibilità (che funziona come uno normale test allergico, ovvero esponendo alla luce ultravioletta un campione di pelle, per controllare se compaiono i sintomi) o il photopatch test (in cui viene esposta la pelle con l’elemento chimico che, di concerto con la luce del sole, potrebbe aver scatenato il fenomeno). A volte si procede per sottrazione e quindi via a esami del sangue e biopsia in modo da eliminare l’ipotesi di Les (ovvero lupus eritamatoso sistemico).
Naturalmente il medico vi sottoporrà a tutti i consigli di prevenzione cui vi abbiamo accennato e potrebbe chiedervi di effettuare alcune terapie. A volte potrebbe trattarsi di terapie farmacologiche con antistaminici e calcio antagonisti, altre volteggi fototerapia, ovvero la suddetta esposizione graduale alla luce del sole durante i periodi caldi dell’anno.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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