Provate a scrivere la parola “verde” con un inchiostro rosso e cercate di capire qual è la parola che vi viene immediatamente alla mente – e alle labbra – leggendola. Il risultato potrebbe sorprendervi.

Come lo sappiamo? Perché non è affatto casuale, né unico, ma il risultato di quello che gli studiosi chiamano “effetto Stroop”, un fenomeno che colpisce ciascuno di noi e che per questo ha numerose applicazioni in medicina e psicologia.

Che cos’è l’effetto stroop?

Con il termine effetto Stroop si fa riferimento alla difficoltà che le persone hanno nel nominare il colore in cui è stampata una parola rispetto alla parola stessa se tra questi c’è “un’interferenza”, una difficoltà che tende a verificarsi indipendentemente da quanto si provi a combatterla, il che significa che è incontrollabile con il massimo sforzo cosciente. Succede, che uno lo voglia o meno.

Per tornare al nostro esempio iniziale, e per dirla con parole semplici, quando c’è una discrepanza tra una parola-colore e il colore dell’inchiostro con cui è scritta, è difficile ignorare la parola-colore e nominare il colore dell’inchiostro. Ad esempio, se la parola del colore “VERDE” è scritta con inchiostro rosso, è difficile ignorare il significato della parola (cioè verde) e nominare l’inchiostro rosso. State provando?

Le cause dell’effetto Stroop

Il nome “effetto Stroop” deriva da John Ridley Stroop, che nel 1935 ha pubblicato “Studies of Interferences in Serial Verbal Reactions“, in cui ha studiato proprio l’interferenza tra la denominazione dei colori dell’inchiostro nelle parole-colore e le parole stesse, individuandone le cause attraverso tre diversi esperimenti basati su altrettanti stimoli.

Nel primo blocco del test, agli individui è stato presentato un elenco di parole-colore stampate con inchiostro nero. Sono stati invitati a leggere ad alta voce le parole dei colori il più rapidamente possibile. Nel secondo blocco sono stati visualizzati una serie di quadrati di colori casuali. Agli individui è stato chiesto di nominare ad alta voce il colore di ogni quadrato il più rapidamente possibile. Nel terzo blocco è stata visualizzata una serie di parole-colore stampate in un colore non corrispondente casuale. Agli individui è stato chiesto di nominare ad alta voce il colore di ogni quadrato il più rapidamente possibile.

Stroop ha notato che i partecipanti hanno impiegato più tempo per completare la denominazione del colore nel secondo esperimento rispetto che nel primo, e nel terzo rispetto al secondo. In questo caso, infatti, c’è una maggiore interferenza mentale a causa della prepotenza della lettura: essenzialmente, la mente può determinare “automaticamente” il significato semantico di una parola, ma deve inibire intenzionalmente tale risposta per nominare invece il colore della parola.

Come si usa in medicina e psicologia

Nel corso del tempo, i ricercatori hanno modificato il test di Stroop per aiutare a studiare le popolazioni di pazienti con danni cerebrali e disturbi mentali come demenza, depressione e disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD).

Ad esempio, nel caso di persone depresse, i ricercatori presentano parole negative come “dolore” e dolore” insieme a parole neutre come “carta” e “finestra”. In genere, queste persone pronunciano il colore di una parola negativa più lentamente di quanto fanno con una parola neutra.

L’effetto Stroop è ampiamente utilizzato anche in psicologia, soprattutto per elaborare test psicologici che consentono di misurare la capacità e le abilità di attenzione selettiva di una persona, nonché la sua capacità di velocità di elaborazione. Insieme ad altre valutazioni neuropsicologiche viene anche utilizzato per esaminare le capacità di elaborazione esecutiva di una persona.

Non solo: i ricercatori utilizzano anche l’effetto Stroop nell’ambito degli studi di imaging cerebrale, per indagare sulle regioni del cervello coinvolte nella pianificazione, nel processo decisionale e nella gestione delle interferenze del mondo reale (ad esempio, tra la ricezione di messaggi e la guida).

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