I dati forniti da ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo) sono incoraggianti: solo nel 2018 si sono iscritti più di 49.000 nuovi soci, fino a raggiungere il totale complessivo di 450.000 possibili donatori.

E la cosa ancora più incoraggiante, vista la difficoltà a trovare un donatore compatibile, è che questi saranno dati destinati probabilmente ad aumentare. Complici le crescenti campagne di sensibilizzazione sul tema e le numerose testimonianze, rese pubbliche, di donatori e malati.

Se anche voi volete far parte di questa lunga catena di solidarietà, ecco in breve in cosa consiste la donazione di midollo osseo e chi può accedervi.

Come si può donare il midollo osseo?

midollo osseo
Come si presenta strutturalmente il midollo osseo. Fonte: Web

Come spiegato sul sito di ADMO, esistono attualmente due modalità di donazione del midollo:

1. Prelievo da midollo osseo

Questa è la metodologia tradizionale: si procede prelevando il midollo dalle ossa del bacino, mentre il tutto viene eseguito in anestesia generale o epidurale.
Dopo un breve periodo di osservazione (massimo 48 ore) in ospedale e qualche giorno di riposo, il donatore può ritornare alla sua normale routine.

2. Prelievo da sangue periferico

Si tratta del metodo attualmente più impiegato. Ecco come funziona: al donatore viene somministrato, 5 giorni prima del prelievo, un farmaco che promuove la proliferazione delle cellule staminali nel midollo e permette un loro rilascio nel sangue.

Il sangue, prelevato da un braccio, entra in una centrifuga dove le cellule utili al trapianto vengano isolate e raccolte da parte, mentre ciò che rimane viene reintrodotto nell’altro braccio. Al centro di questo meccanismo vi è un separatore cellulare, che permette l’isolamento delle cellule del midollo dalle cellule ematiche.

In quali casi serve il trapianto di midollo osseo?

Il trapianto di midollo osseo è fondamentale nel trattamento di disturbi che altrimenti non troverebbero una cura, come malattie legate allo stesso midollo e al sangue (leucemia, mieloma e linfoma) o al sistema immunitario (come l’artrite reumatoide, fino ad arrivare alla sclerosi multipla).

Più volontari sono registrati, maggiore è certamente la possibilità che ha il malato di accedere al trapianto, nel caso non abbia la diretta disponibilità di un consanguineo.
E certamente, entra in gioco il fattore di compatibilità genetica. Questo è ciò che riporta il sito di ADMO:

La compatibilità genetica è ESTREMAMENTE RARA: si verifica una volta su quattro (25%) tra fratelli e sorelle (mai tra genitori e figli o tra zii e cugini!) e addirittura 1 su 100.000 (0,001%) tra individui non consanguinei.

Chi può donare il midollo?

I requisiti richiesti non sono dissimili da quelli per la donazione di sangue:

  • Avere un’età compresa tra i 18 e i 35 anni;
  • Pesare almeno 50 kg;
  • Godere, in generale, di buona salute.

La legge italiana tutela e esclude dai donatori chi ha più di 55 anni, perché è possibile che questi ultimi possano aver contratto malattie di varia natura legate all’età.

Le donne incinte possono donare?

midollo osseo
Fonte: Foto di freestocks.org da Pexels

Anche qui le normative di legge sono molto chiare: durante tutto il periodo della gravidanza e nel periodo dell’allattamento (indicativamente fino a 6 mesi) le donne sono escluse dal registro dei donatori.

Una testimonianza sull’importanza di donare il midollo

Il pediatra Marco Annoni, segretario del comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi, ha scritto e pubblicato sul sito dell’omonima fondazione una testimonianza toccante sulla sua esperienza diretta di donatore. Tutto è partito da una telefonata ricevuta alla stazione, una chiamata che gli avrebbe cambiato la vita:

Diventare un donatore di midollo è davvero qualcosa di significativo e importante, qualcosa che può fare la differenza per gli altri e per sé. Io non mi sono mai pentito della scelta che ho fatto. […]
Se un giorno quella chiamata dovesse arrivare davvero anche per voi, sappiate che non c’è niente da temere. Non abbiate paura. Fate un bel respiro, prima di rispondere «sì».

Donare il midollo osseo: le conseguenze

Le domande più frequenti riportate da chi si informa sulle modalità di donazione riguardano i periodi pre/post-prelievo, ovvero su quanto possa essere doloroso o pericoloso.

Ricordiamo che il prelievo di midollo avviene in anestesia generale, e che la possibilità di avvertire dolore è scongiurata. Inoltre, i soggetti a rischio anestesiologico vengono tutelati e sospesi dalla lista dei donatori. Ovviamente dopo il prelievo è possibile sentire un po’ di dolore per qualche giorno, ma nulla che non possa essere trattato in caso con degli antidolorifici.

Se si parla di prelievo da sangue periferico la questione cambia: il farmaco che i donatore deve assumere prima del prelievo può portare all’insorgere di disturbi, come leggera febbre, mal di testa, dolori muscolo-scheletrici o stanchezza. Effetti collaterali che possono essere però trattati con un analgesico.

Volete diventare donatori?

Consultate, oltre al già citato ADMO, il sito di IBMDR (Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo) e fate una scelta che potrà cambiare la vostra vita (e non solo).

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