Il dolore delle donne: perché non è normale che le mestruazioni facciano male
Le mestruazioni fanno parte della nostra vita, ma non devono distruggerla. Distinguere i normali crampi da ciclo da patologie più invalidanti come l’endometriosi è il primo passo per rinascere.
C’è chi non patisce, c’è chi invece vive i giorni delle mestruazioni con affaticamento da sempre. Il ciclo è un’esperienza individuale che cambia da donna a donna e il dolore che si prova in quei giorni non ha una scala di riferimento.
Non esiste un grado di sofferenza universale, ma solo la percezione che ciascuna ha del proprio corpo e che, in alcuni casi, ci porta a dire: “Non ce la faccio più”. Dall’esterno nessuno può dire il contrario, semplicemente perché non sta provando quelle stesse sensazioni: questo vale per tutto, anche per i disagi legati alle mestruazioni.
Un conto però è sentirsi a disagio durante quei giorni, con un peso sull’addome e un senso generale di spossatezza che circola in corpo. Un altro è stare male, molto male. Spesso le donne minimizzano, pensando che, visto che le mestruazioni sono una condizione fisiologica nella vita di una donna, normali e necessarie, il dolore che arriva con loro sia una croce da portare. Ma questo non è giusto e non corrisponde neppure a verità.
Se il ciclo provoca dolore, tanto dolore, allora c’è qualcosa che non va. Secondo una ricerca dell’American College of Obstetricians and Gynecologists del 2019, nel mondo metà delle donne con le mestruazioni soffre di disturbi durante il ciclo, in media durante i primi due giorni. Ma quando il dolore è invalidante e le mestruazioni diventano un nemico, allora è importante non fare finta di nulla e approfondire.
La diagnosi di endometriosi, per molte donne, è salvifica, purtroppo però spesso servono anni per arrivarci.
Secondo il Ministero della Salute, In Italia il 10-15% delle donne in età riproduttiva soffrono di endometriosi e questa patologia ginecologica interessa circa il 30-50% delle donne infertili o con difficoltà a concepire. Le donne con diagnosi conclamata in totale sono 3 milioni, ma i numeri si alzano se pensiamo a tutte quelle che non sanno di avere l’endometriosi, non sanno che avere crampi dolorosi e invalidanti non è la norma e in generale non parlano del proprio ciclo (e dei disturbi collegati) ad alta voce per vergogna.
La ricerca dell’azienda Essity sui numeri delle mestruazioni in Italia mette in luce chiaramente che è proprio quest’ultimo aspetto a creare un circolo vizioso di silenzi, ribrezzo e disagio nei confronti del sangue mestruale. Il 54,1% delle donne intervistate per il sondaggio ha ammesso di legare al ciclo sensazioni negative e di dolore, mentre il 27,4% ha dichiarato di provare disagio e imbarazzo. Un 23,6% delle donne ascoltate per la ricerca considera il ciclo mestruale una condizione invalidante.
Quest’ultima rivelazione apre scenari allarmanti: finché parlare di ciclo sarà un tabù (il 67% degli intervistati per la ricerca di Essity d’altronde ha confermato che il non parlare delle mestruazioni ha contribuito ad alimentarne gli stereotipi), il numero di donne che soffre in silenzio per un ciclo che fa male o sospetta endometriosi è destinato a salire.
Chi ha paura del sangue mestruale? Tutti i numeri del ciclo in Italia
Una ricerca Essity fa emergere dati interessanti su quello che donne e uomini di diverse età pensano delle mestruazioni. Questi sono i risultati.
Cosa sono i crampi mestruali e come riconoscere quelli fisiologici
I crampi mestruali sono generati dalle contrazioni che determinano lo sfaldamento della mucosa uterina e risultano più intensi quando i livelli di prostaglandine sono più alti. In media, la sensazione dura i primi due giorni di ciclo e interessa il basso ventre ma anche la schiena o lo stomaco. Non c’è una regola sola o un’intensità a cui tutte le donne si riferiscono, ma secondo la ricerca The Association of Inflammation with Premenstrual Symptoms di questo tipo di crampi soffrono l’80% delle donne mestruate.
Quando i crampi mestruali sono gestibili, non hanno conseguenze sulla vita quotidiana e non costringono a letto piegate in due dal dolore, i rimedi anche naturali per superare indenni quei giorni possono fare la differenza.
- Bere tantissimo: acqua in particolare ma anche le tisane aiutano a rendere il sangue viscoso e fluido. E in più aiutano a reintegrare gli elementi persi con il flusso, che solo per un terzo è composto da sangue e per il resto è invece muco, tessuti uterini e altre sostanze da eliminare.
- Mangiare in modo sano: la tentazione sarà pure quella di mangiare una scatola di biscotti, ma non è una buona idea. Integrare del potassio, che aiuta i muscoli (anche quelli dell’utero) a contrarsi in modo più elastico, favorisce un ciclo più sereno. E così anche il ferro contribuisce a mantenere il ciclo fluido, un aspetto fondamentale per eliminare con metodi naturali i crampi.
- No agli zuccheri: insulina ed estrogeni non vanno molto d’accordo e vanno tenuti in equilibrio per non rendere troppo doloroso il ciclo.
- Fare sesso: come riporta la ricerca Endometrial Expression of Vasopressin, Oxytocin and Their Receptors in Patients With Primary Dysmenorrhoea and Healthy Volunteers at Ovulation, anche il sesso (e l’orgasmo in generale) è un ottimo rimedio naturale contro i crampi mestruali. Il corpo rilascia ossitocina, ormone che aiuta a diminuire i fastidi durante il ciclo.
Ma è quando persino gli antidolorifici non bastano che il dolore delle mestruazioni non è più accettabile. E bisogna indagare, superando tabù e vergogna, per capire cosa c’è che non va.
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Quando i crampi del ciclo non sono normali
Come capire se i dolori del ciclo non sono normali? Le storie delle donne con l’endometriosi sono spaventose perché raccontano un universo fatto di dolori lancinanti, di diagnosi tardive, di derisioni da parte di chi minimizza adducendo tutto a una scarsa sopportazione del dolore.
I segnali per capire che i dolori del ciclo non sono normali sono cinque:
- I crampi interferiscono con la vita di tutti i giorni
- Gli antidolorifici non fanno effetto
- I crampi durano più di due giorni
- Il dolore non è sopportabile
- A livello pelvico si sente un disagio diffuso e continuo
Se queste cinque condizioni si presentano, la diagnosi non è più di dismenorrea severa, condizione che, secondo la ricerca The prevalence and risk factors of dysmenorrhea, porta tra il 5 e il 20% delle donne con le mestruazioni nel mondo a sospendere attività anche lavorative, perché non riescono a portarla avanti a causa del dolore. In questi casi però, va detto, gli antidolorifici riescono a dare sollievo.
Ma è proprio quando questi cinque segnali con dolori inaccettabili si presentano tutti, puntuali e penosi ogni mese, che bisogna allarmarsi. Perché le mestruazioni possono causare disturbi nella maggior parte dei casi spiacevoli, ma non devono fermare la vita a tempo indeterminato.
Oltre a valutare i sintomi per capire se le mestruazioni fanno un male non normale, l’analisi di altri disturbi combinati può essere fondamentale non solo per diagnosticare l’endometriosi, ma anche altre patologie. Crampi con nausea e diarrea, flusso abbondante e ciclo irregolare, spotting tra i due cicli in aggiunta a dolore atroce possono essere infatti sintomi di fibromi, cisti ovariche, infiammazioni del tessuto pelvico e stenosi spinale.
Per tutti questi casi il congedo mestruale – ovvero la proposta di legge che dà diritto a prendersi dei giorni dal lavoro se il ciclo è troppo limitante – può essere un’arma culturale e sociale non indifferente che, se abbinata allo smart working, può diventare uno strumento potente per le donne, ma anche per le aziende e l’aumento della produttività, come spiegato in questo articolo:
Smart working e mestruazioni: perché bisogna parlarne anche per il futuro
Da necessità legata alla diffusione del coronavirus, lo smart working è diventata una prospettiva lavorativa concreta, abbattendo molti pregiudiz...
Anche qui però c’è da fare cultura e combattere contro alcuni pregiudizi.
La ricerca Essity, infatti, ha rivelato che non tutti sanno quali sono i diritti regolati dal congedo mestruale e che anche tra le donne la percentuale di chi non conosce gli orizzonti di questa proposta di legge è alta (54,5%). In più, alcuni intervistati hanno dichiarato che potrebbe essere un’arma a doppio taglio che non aiuta le donne ma minimizza il loro lavoro agli occhi dei loro superiori: il 27,9% del segmento femminile (seguite da un 22,6% al maschile) ha risposto che questa legge è una battaglia che “sminuisce le donne”.
Che cos’è l’endometriosi e perché non ci deve fare vergognare
Quando le cellule endometriali si accumulano fuori dall’utero anziché solo al suo interno, l’infiammazione cronica dei tessuti che si genera da questa anomalia provoca dolori atroci. Che si presentano non solo durante il ciclo ma anche durante i rapporti sessuali, spesso rendendoli impossibili o molto provanti.
Per i 30% delle donne che ne soffrono, endometriosi fa anche rima con sterilità. Non è matematico, ma purtroppo accade come dicono diversi studi scientifici portati avanti dalla Fondazione Italiana Endometriosi. E spesso l’unica soluzione per liberarsi del mostro è l’asportazione dell’endometrio. In altri casi, una cura a base di progesterone per combattere la produzione eccessiva di estrogeni può alleviare una sofferenza che altri medicinali non riescono a intaccare: però non ferma la malattia e non la migliora.
Il silenzio su questa patologia, la mancata consapevolezza che le mestruazioni non possono e non devono distruggerci la vita, fanno il resto. Le voci di ambassador come l’attrice di origini indiane Padma Lakshmi che ha raccontato la sua esperienza con l’endometriosi diagnosticata a 36 anni, hanno cominciato a fare la differenza anche in ambienti come quelli dello spettacolo, amplificandone l’importanza.
"Il ciclo non deve costringere a letto nessuna: parliamo di endometriosi"
Ha lottato per emergere nel mondo della moda nonostante la sua cicatrice e oggi combatte per liberare le donne dal tabù dell'endometriosi, che a l...
La sua Endometriosis Foundation of America è solo una delle fondazioni nate in questi anni per aiutare le donne che soffrono quando hanno le mestruazioni, ma anche per spingerle a parlare. Per far loro sentire che non sono sole. E per dimostrare che se anche si lamentano di una cosa ovvia come il ciclo non è perché non sanno sopportare il dolore, ma perché spesso quella sofferenza non è normale.
Per queste donne che rimangono in silenzio a causa di tabù e false credenze, bisogna fare del dibattito sulle mestruazioni una questione sociale. Non solo per le implicazioni su cultura ed economia ma anche per quelle che cambiano per sempre la vita personale, privata e lavorativa di chi deve convivere con un ciclo doloroso e insostenibile.
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Digital Editor di costume, online scrivo di serie tv, royals, attualità e lavoro. Mamma di una cinquenne con la testa di una preadolescente, calabrese nel sangue e torinese d'adozione, ho un'opinione su tutto e una tazza di caffè ...
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