Dermorexia, come riconoscere il disturbo ossessivo legato alla cura della pelle

Gli standard estetici, i social e le insicurezze personali possono essere alla base della dermorexia, un fenomeno che spinge all'ossessione per la cura della pelle, ma rischia di essere ampiamente controproducente.

L’ossessione per l’aspetto fisico è una delle caratteristiche dell’età contemporanea, una caratteristica tanto evidente da diventare oggetto di film e telefilm (per esempio, solo nel 2024 vale la pena citare The Substance e Apple Cider Vinegar). Tutti e tutte possiamo avere preoccupazioni o cure particolari sulla nostra apparenza, ma quando questo diventa un’ossessione e l’ossessione inizia ad affliggere la nostra pelle, esiste un nome preciso per il fenomeno: dermorexia.

Dermorexia: significato e origini del termine

Il termine (che viene dal greco e significa letteralmente “trauma della pelle”) è stato coniato proprio nel 2024 dalla ricercatrice e scrittrice Jessica DaFino, per indicare i comportamenti ossessivi nei regimi di cura della pelle, fino al danneggiamento della pelle stessa oltre che della salute mentale. Troppi prodotti, troppa cura possono infatti ledere la barriera cutanea compromettendo il microbioma attraverso l’utilizzo di prodotti troppo aggressivi. La conseguenza? Una tra queste: acne, psoriasi, rosacea, eczema e dermatite. Dice DaFino a Dazed:

La pelle ha un enorme finalità oltre a scopi estetici. L’obiettivo estetico di una pelle perpetuamente giovane, senza pori, senza consistenza o pigmentazione non è un obiettivo di salute. Ci sono conseguenze per tutto il corpo e il cervello se la compromettiamo giorno dopo giorno con una cura della pelle eccessiva e ingredienti aggressivi, in particolare sulla pelle più giovane e vulnerabile.

Quando la cura della pelle diventa ossessione: i segnali da non sottovalutare

Quali sono i segnali della dermorexia? Da persona a persona possono cambiare, ma i sintomi dell’ossessione possono essere:

  • attenzione maniacale all’applicazione dei prodotti per la pelle secondo tempi e modi più stringenti rispetto a un utilizzo comune;
  • paura di esporsi ai raggi solari, non solo in estate e nelle ore più calde;
  • crisi insorte di fronte alla possibilità di non poter utilizzare i propri prodotti per la pelle.

Le cause della dermorexia: social media, standard di bellezza e insicurezze

Dazed prova a ipotizzare quali possano essere le cause della dermorexia, ovvero:

  • paura dell’invecchiamento;
  • spinte verso un’idea di estetica visiva, individualista e superficiale indotta dai social media, ma anche dal marketing dell’industria cosmetica;
  • aderenza allo standard di bellezza delle celebrità (con conseguente scelta di sottoporsi agli stessi trattamenti delle star);
  • bisogno di controllo e di sicurezza personale, come accade per i disturbi alimentari.

Dermorexia e skin picking: quali sono le differenze?

Sicuramente dermorexia e skin picking sono due fenomeni psicologici degni di attenzione, ma si tratta di fenomeni completamente differenti. La dermorexia nasce infatti negli anni 2020 e si concretizza in una cura ossessiva della pelle, lo skin picking (chiamato anche dermatillomania o disturbo da escoriazione) è una forma di disturbo ossessivo-compulsivo che si conosce da diversi decenni. Sebbene entrambi abbiano un fondamento psicologico, le cause sono diverse, perché lo skin picking può avere una radice contingente legata a un particolare periodo di ansia o stress, durante il quale, anche inavvertitamente, pizzichiamo o graffiamo porzioni della nostra pelle.

Come affrontare la dermorexia: strategie, cure e supporto psicologico

Naturalmente, a titolo di prevenzione, la dermorexia si affronta con campagne di informazione ed educazione, che dovrebbero partire già dalla preadolescenza, ovvero da quanto ragazzini e ragazzine iniziano ad avvicinarsi alla cosmetica. Sono proprio loro – ai quali va anche chiarito, in base al contesto, quali siano i prodotti necessari e quali no, nonché le alternative naturali – che rischiano di subire la fascinazione delle celebrità e del mondo degli influencer. Ma anche la famiglia deve aiutare nel dare ai giovanissimi le chiavi di lettura della realtà necessarie a comprenderla, a guardarla con distacco. Quando però il fenomeno è già insorto, la sola possibilità per uscirne è la psicoterapia, individuale, ma soprattutto di gruppo: con il confronto può essere utile far emergere ciò che si prova e, comprendendo la causa, si può affrontare meglio il disturbo.

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