L’epidemia che sta colpendo il mondo intero sembra essere una vera e propria “bomba ad orologeria” per il corpo umano. A dispetto della SARS e la MERS, il COVID-19 può provocare danni a tutto l’organismo umano: febbre, tosse, difficoltà respiratorie, complicanze di diverso tipo.

Ieri, 11 marzo 2020, l’OMS ha dichiarato che l’epidemia di coronavirus è ufficialmente una pandemia: la seconda più importante, dopo quella dell’influenza A H1N1 (“febbre suina”) del giugno 2009. Con il termine pandemia si intende un virus che si diffonde in tutto il mondo e contro il quale la maggioranza degli uomini non ha difese immunitarie.

Medici, ricercatori ed esperti stanno lavorando duramente per comprendere tutti gli effetti del COVID-19 e quali potrebbero essere anche i rimedi, così come è avvenuto al Pascale di Napoli, in cui si stanno sperimentando gli effetti di farmaci sui contagiati.

Un interessantissimo articolo pubblicato sul New York Times restituisce una panoramica completa su quali siano gli effetti del Coronavirus su tutto il corpo umano e l’importanza della ricerca scientifica. Cerchiamo insieme di capirne di più.

Cos’è il COVID-19 e quanto dura il periodo di incubazione

L’emergenza Coronavirus  è iniziata a dicembre 2019 a Wuhan, la capitale della provincia di Hubei in Cina centrale. Il virus ha probabilmente un’origine zoonotica, correlata al mercato ittico della città, dove vengono vendute specie animali come i pipistrelli, possibili portatori del virus.

Attualmente le stime del periodo di incubazione ci dicono che potrebbe comparire dai 2 agli 11 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni dopo l’esposizione del virus.

C’è, infatti, uno studio della John Hopkins Bloomberg School of Public Health che ha rivelato che circa il 97,5% di persone affette da coronavirus sviluppano i sintomi entro 11,5 giorni dall’esposizione. Il motivo per il quale è così importante restare a casa è anche la dimostrazione scientifica del fatto che per ogni 10mila individui messi in quarantena per 14 giorni, sembrerebbe che solo 101 svilupperebbero sintomi dopo il periodo di isolamento.

I principali sintomi e come può essere trasmesso

Il cornavirus è un virus facilmente trasmissibile attraverso delle micro gocce che si passano tra soggetti che si trovano a stretto contatto, attraverso la tosse o starnuti. Ecco il motivo per il quale si raccomanda di lavarsi le mani con estrema attenzione e di cercare di osservare le buone regole igieniche del vivere civile.

I principali sintomi sono mal di testa, naso che cola, mal di gola, febbre, uno stato di malessere generale, e nei casi più gravi bronchite e difficoltà respiratorie. Come riportato sul sito del Governo, generalmente i sintomi sono lievi, soprattutto nei bambini e nei giovani adulti, e a inizio lento. Solo una persona su 5 con coronavirus si ammala gravemente e presenta difficoltà respiratorie.

Polmoni e stomaco: i primi organi interessati

William Schaffner, specialista in malattie infettive presso il Vanderbilt University Medical Center di Nashville, sostiene che il virus strisci progressivamente lungo i bronchi e raggiunga i polmoni infiammandone le mucose. Questo può portare a un danneggiamento delle sacche polmonari che dovranno lavorare il doppio per poter fornire ossigeno al sangue che circola in tutto il nostro corpo.

Nonostante questo, però, sembrerebbe da altre ricerche scientifiche che il coronavirus non raggiunga subito il tratto respiratorio evitando di infettare subito in maniera forte i polmoni. Secondo uno studio pubblicato dall’RSNA (The Radiological Society of North America), infatti, su 121 pazienti con infezione da coronavirus confermata, il 56% dei pazienti sottoposti a TAC toracica, entro 2 giorni dall’insorgenza dei sintomi, presentavano una situazione normale ai polmoni, mostrando soltanto alcune opacità simili a quelle presenti in molti tipi di infezioni respiratorie virali.

Questo è tra i principali motivi per cui in Cina l’epidemia si è sviluppata in così poco tempo e all’inizio gran parte dei contagi non sono stati identificati immediatamente, sostiene anche il dottor Shu-Yuan Xiao, direttore del Center for Pathology and Molecular Diagnostics presso l’Università di Wuhan.

Fegato e reni? Tutto collegato?

Il coronavirus non attacca soltanto i polmoni. Lo afferma con forza il Dr. George Diaz, responsabile delle malattie infettive a Everett, il cui team ha curato il primo paziente infetto da Coronavirus negli Stati Uniti. Anche il midollo osseo e gli organi come il fegato possono infiammarsi.

Ciò che è sicuro è che gli scienziati e i medici sono ancora a lavoro per scoprire molto sul Coronavirus. Vi sono pazienti che possono non sviluppare alcun tipo di sintomo, così come altri le cui situazioni si sono aggravate in pochissimo tempo.

Il nostro corpo si accorge di essere sotto attacco e cerca di fornire delle risposte immunitarie che possono portare a delle conseguenze inaspettate.

La situazione, oggi, non ha precedenti e i canali di informazione riportano studi e ricerche mediche che ci informano sugli effettivi progressi. Stiamo attenti alle bufale, cerchiamo sempre fonti autorevoli e, soprattutto, confidiamo nella ricerca scientifica, perché potrebbe aiutarci a contrastare epidemie future.

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