

Odori, pruriti, bruciori e perdite sono il linguaggio con cui vagina e vulva parlano: qui un manuale per interpretare i loro segnali; anche perché molte di noi sbagliano nel modo in cui si prendono cura delle proprie parti intime.
La vulva ci parla, anche se in modo silenzioso. Lo fa con odori, perdite, gonfiori, bruciori e pruriti che raccontano il suo stato di salute e ci dicono se il suo benessere è in equilibrio. Imparare a leggere questi segnali vuol dire cogliere le sue evoluzioni, sia quelle fisiologiche che quelle patologiche: annusare, toccare e osservare le mutazioni della vulva dà un vantaggio impagabile in questo senso. E ovviamente aiuta a riconoscerla, individuandone ogni aspetto anatomico e scoprendo la sua unicità.
Parlare di come una vulva dovrebbe essere a livello estetico, infatti, non ha senso, ma è una cosa che soprattutto le giovanissime tendono a fare. Ogni vulva è diversa per forma, dimensione, odori, colore, come ben rappresentato nella canzone e nel video di Nuvenia “Viva La Vulva”.
Quello che invece ha senso e bisogna fare è parlare di cosa distingue una vulva sana da una che ci lancia segnali per dirci che qualcosa non va.
Ecco allora alcuni consigli per imparare ad ascoltarla.
Oltre agli aspetti anatomici che compongono l’apparato genitale femminile esterno (monte di Venere, grandi labbra, piccole labbra, clitoride, orifizio urinario, orifizio vaginale) ed interno (la vagina, la cervice uterina, l’utero, le tube di Falloppio e le ovaie) la vulva vive e si protegge grazie alla proliferazione della flora batterica vaginale, un insieme di batteri buoni, in particolare lattobacilli, che permettono all’ambiente di proteggersi naturalmente da attacchi di microbi e batteri esterni e interni, in egual modo pericolosi.
I lattobacilli producono in particolare acido lattico, che aiuta a tenere in equilibrio il pH vaginale, e perossido di idrogeno che invece fa in modo di limitare l’avanzata di batteri cattivi. Una giusta combinazione di igiene intima e attenzione nei confronti della propria vulva tiene la sua salute su livelli accettabili.
Le secrezioni vaginali mantengono intatto questo ambiente, rendendo di fatto la vagina auto-pulente. Le perdite buone, biancastre o trasparenti, servono per espellere ciò che non serve all’interno dell’ecosistema: una sorta di meccanismo di difesa e igiene automatica che permette alla vagina e alla vulva di auto-mantenersi sane e pulite. Se sono poco invadenti, non hanno odori forti e non provocano prurito o irritazione, sono secrezioni assolutamente fisiologiche e benevole.
Il pH della vagina è un altro valore da tenere in considerazione. Per stare bene il range in età fertile dovrebbe oscillare tra i 3,8 e i 4,5, garantendo un livello di acidità tale da rendere sgradevole e inospitale l’ambiente per i batteri cattivi.
Il fatto che l’ambiente non sia abbastanza acido (e dunque la scarsità di lattobacilli) è il motivo per cui infezioni, irritazioni e altri problemi in genere proliferano liberamente.
I lattobacilli proliferano in modo naturale se tutto, nell’ambiente vaginale, funziona. Ma quando gli equilibri si stravolgono, perché succede? Sembrerà strano, ma due dei nemici giurati della salute vulvare sono la cattiva conoscenza dell’anatomia dell’apparato riproduttivo femminile e l’uso di prodotti non adatti all’età della vulva (e dunque della donna che ne è portatrice sana).
I risultati di un sondaggio del 2016 dell’associazione The Eve Appeal condotto su 1000 donne britanniche hanno decretato che il 60% delle intervistate non aveva idea di dove fosse la vulva, neanche con un disegno dell’apparato intimo femminile davanti. Uno studio del 2010 del National Center for Biotechnology Information aveva già anticipato che la conoscenza di come è fatta una vulva e di dove si trova, persino di cosa serve, era un mistero per l’80 % degli uomini e il 62% delle donne coinvolte nella ricerca.
La confusione tra gli orifizi (quello uretrale e quello vaginale) e persino la differenza tra vulva e vagina contribuiscono a un mantenimento sbagliato degli equilibri intimi. Come si fa a curare ciò che non si conosce?
Una delle curiosità più interessanti sulla vagina è che è autopulente: sono le secrezioni vaginali a mantenere stabile il suo equilibrio, eliminando i batteri cattivi al suo interno. Spesso si confonde la corretta igiene intima con un’eccessiva pulizia e l’uso troppo frequente di detergenti, addirittura di lavande vaginali: in realtà è la vulva ad aver bisogno di essere lavata come ogni altra parte del corpo (e con i prodotti giusti), mentre il canale vaginale non ha nella maggior parte dei casi la necessità di lavaggi troppo invadenti.
Uno dei problemi legati alla corretta cura della vulva è proprio l’uso di prodotti per l’igiene e profumi aggressivi, oppure di tessuti sintetici che non rispettano la flora naturale vaginale e limitano la proliferazione di lattobacilli. La mucosa vaginale, proprio come le sue pareti, invecchia: a seconda dell’età è necessario orientarsi verso prodotti per l’igiene intima con pH differenti, ovvero neutro nel caso in cui si tratti di bambine, acido in età fertile, leggermente alcalino in menopausa.
Vulva e vagina hanno funzioni diverse, sono due cose differenti e per mantenerle sane dovremmo interessarci poco (o quasi) della pulizia della vagina ed evitare le lavande interne e docce vaginali, concentrandoci sulla corretta igiene delle pareti esterne (vulva). Secondo una ricerca del Department of Health & Human Services’ Office of Women’s Health, 1 donna su 5 in America tra i 15 e i 44 anni usa le docce vaginali per ripulire la vagina, attività di cui la vagina, il più delle volte, non ha bisogno. Gli esperti che hanno seguito lo studio sono concordi nel dire che lavare la vagina è un’abitudine dannosa perché questo tipo di pulizia non aiuta, ma anzi alterna, la flora batterica buona.
Dal canto suo, per quanto sia un sistema autosufficiente, quello della vulva è anche un ambiente delicatissimo. Così delicato che basta poco per minare la sua stabilità. Oltre all’uso di prodotti sbagliati che alterano il pH e alla cattiva informazione sulla propria vulva, ci sono altre situazioni che possono peggiorare il suo stato di salute provocando infezioni, pruriti, gonfiori e irritazioni.
Se una di queste cause esterne – igiene sbagliata o non corretta per l’età della donna, prodotti e tessuti errati, batteri esterni, flora batterica vaginale inesistente o alterata – attacca l’ambiente vulvare, la reazione dei tessuti che la compongono è cristallina. E spesso restituisce odori, pruriti e perdite che sono un vero e proprio campanello d’allarme.
Individuare l’odore naturale della vagina è difficilissimo, perché ogni donna ne ha uno personale e diverso dalle altre. Ma è molto facile capire se quell’odore è “sbagliato” per interpretare i segnali di un’irritazione, o peggio, di un’infezione in corso.
Gli odori sbagliati sono quelli che ricordano il pesce o il formaggio. In particolare se la vagina emana un chiaro sentore che ricorda l’odore del pesce, potrebbe esserci in corso una vaginosi batterica, ovvero un’infezione che fa proliferare i batteri cattivi e abbatte quelli buoni. Pur essendo un’infezione comune (secondo il Centers for Disease Control and Prevention è la più diffusa tra le donne tra i 15 e 45 anni) è molto fastidiosa: tra le cause della vaginosi batterica c’è anche il sesso non protetto che favorisce il passaggio di questi batteri. Oltre all’odore che ne è il segnale più evidente, anche perdite, prurito e bruciore vaginale sono sintomi di questa patologia.
A volte la vulva può anche prudere, un altro segnale da valutare e osservare con cura. I pruriti si distinguono in tre tipologie:
Il prurito, in generale, è segnale che c’è qualcosa che non va. Anche nel caso in cui sia un prurito vulvare o esterno, meglio rivalutare la propria igiene intima e altre abitudini dannose prima che quel semplice prurito diventi una infezione vera e propria.
Le piccole e grandi labbra che formano la parte esterna della vulva sono spesso interessate da irritazioni, pruriti ma anche gonfiore. Cosa significa quando la loro dimensione cambia?
È normale che la vagina bruci? Tra i motivi di questa sensazione ci possono essere diverse cause: le principali sono le infezioni da lieviti e la vaginosi batterica, entrambe causate da un’alterazione del pH intimo. Anche alcune malattie a trasmissione sessuale come la clamidia o la gonorrea possono avere il bruciore come sintomo. La cistite non è invece un bruciore di tipo vaginale, perché si tratta di un’infiammazione della vescica che spesso viene scambiata, forse per la vicinanza tra gli orifizi vaginali e uretrali, per bruciore intimo.
Ancora una volta tessuti sintetici o umidi potrebbero essere la causa di bruciore. In casi più gravi la sensazione di bruciore può anche essere un sintomo della vestibolite vulvare, infiammazione del vestibolo vulvare (la parte della vulva che si trova fra le piccole labbra e l’apertura del canale vaginale) che causa dolore durante i rapporti sessuali e rende invalidante molti aspetti della vita quotidiana.
Riassumendo, la salute vulvare e vaginale dipende da un mix di abitudini. Agenti esterni, alimentazione, igiene contribuiscono al suo equilibrio ed evitano le reazioni più comuni come pruriti e gonfiori, irritazioni, perdite maleodoranti e bruciori che sono sintomo di infezioni o altre patologie temporanee.
Come si evita di far star male una vulva? Ecco 7 consigli che riassumono il viaggio fatto fin qui sul modo in cui una vulva parla, ci dice come sta e come tenerla in salute:
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