Cos'è, se esiste, la cherofobia che Martina Attili ci ha fatto scoprire

La cherofobia è la paura di essere felici, o meglio, di vivere situazioni che provocano allegria, gioia e benessere. A prima vista sembrerebbe assurdo parlare di paura della felicità perché la ricerca di questo stato emotivo è sempre stata alla basa di ogni volontà umana, tuttavia ci sono soggetti che, per diverse cause, hanno una vera e propria paura della felicità.

La cherofobia, portata all’attenzione dalla cantante Martina Attili attraverso una canzone autobiografica cantata nel programma X Factor, che conta più di 16 milioni di visualizzazioni su YouTube, ci aiuta a far conoscere un problema in realtà molto più diffuso di quanto si creda.

Originaria di Roma, Martina Attili, nonostante la giovane età (18anni), può già dire di aver tagliato un bel po’ di traguardi. Appassionata, eclettica e versatile, negli anni ha coltivato un amore per l’arte a tutto tondo, dedicandosi, oltre al canto, anche alla danza e alla recitazione, con qualche piccolo ruolo da comparsa nella celebre fiction di Rai Uno Un medico in famiglia.

E oggi si è reinventata anche come scrittrice, dato che il 16 gennaio 2020 uscirà Baci amari e musica d’autore, il suo primo romanzo.

Baci amari e musica d'autore

Ma la musica è sempre rimasta la sua ambizione principale. Un amore che le ha regalato anche diversi riconoscimenti pubblici: con il brano intitolato Un incubo ogni giorno, nel 2017 ha vinto il Premio Piero Calabrese e la possibilità di partecipare a Area Sanremo, concorso canoro nel quale vengono selezionati alcuni dei partecipanti a Sanremo Giovani. E, alla fine, è riuscita ad arrivare anche alle audizioni di X Factor, con il suo brano autobiografico, in cui parla delle sue difficoltà ad approcciarsi alle emozioni positive e al modo in cui viene vista dalla società per questo suo problema, che non è riflesso nel suo fisico.

Pur non essendo presente come disturbo specifico nel DSM V, il manuale riferimento dei disturbi psichiatrici, la cherofobia, diversamente detta “paura della felicità”, si può a tutti gli effetti considerare come patologia sempre più diffusa nel sociale.

Come si manifesta la cherofobia

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Fonte: Facebook @martina.attili

La persona che soffre di cherofobia rifugge la felicità e, più in generale, le situazioni che sono fonte di benessere. In altre parole si è talmente concentrati sui possibili esiti negativi di una situazione che si evitano quelli positivi: il soggetto evita quindi le situazioni favorevoli per timore che si trasformino in fonte di sofferenza. Di qui l’ansia e la paura che si manifesta tutte le volte che un evento positivo sembra alle porte.

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Infatti, come afferma la psicologa Brunella Gasperini, gli esperti classificano questo tipo di fobia come una forma di ansia, da non confondere con altri disturbi come la depressione o l’anedonia, l’incapacità di provare piacere. Inoltre, essere cherofobici non vuol dire essere sempre tristi, semplicemente tendere ad evitare occasioni, eventi, attività che possono portare piacere.

I sintomi della cherofobia

Ci sono alcuni sintomi ricorrenti che accomunano le persone che hanno paura della felicità. Tra questi:

  • essere assaliti dall’ansia all’idea di un incontro sociale;
  • evitare occasioni che potenzialmente possono portare qualcosa di bello per timore di essere colpiti da chissà quali disgrazie;
  • rinunciare agli slanci per paura dei crolli;
  • convincersi che divertirsi sia segno di cattiveria o di superficialità oppure dannoso per se stessi o per gli altri, o peggio, uno spreco di tempo.

Si tratta di uno stato mentale, di una sensazione di fondo che porta ansie e sospetti nel prendere parte a cose che fanno stare bene perché tanto non dureranno, sono inutili, sono seguite dalla sofferenza.

Le cause della cherofobia

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Fonte: pixabay.com

Essere gioiosi e contenti significa lasciarsi andare alla vita e alle situazioni ma alcuni individui, a causa di eventi accaduti nell’infanzia o in un passato più recente, temono di provare sentimenti positivi. Si sentono in colpa oppure hanno avuto esperienze in cui dopo momenti di estrema felicità sono seguiti periodi di grande tristezza e hanno vissuto tutto ciò come una punizione.

Si tratta di un meccanismo di autodifesa che a volte scatta consciamente e altre inconsciamente. Secondo gli psicologi colpisce maggiormente le persone introverse che preferiscono evitare momenti di pura gioia e i perfezionisti che nella loro ricerca di eccellenza non si abbandonano agli eventi, ma non c’è una regola. Possono esserci implicazioni ancora più ampie.

Nella nostra società provare gioia, dedicarsi al benessere può non andare d’accordo con l’idea di mantenere padronanza di sé, etica professionale, vita ascetica, rigore. Lasciarsi andare al divertimento sembra quasi diminuire la serietà di una persona. Anche in questi atteggiamenti può trovare rinforzo questo tipo di ansia.

Lasciarsi alle spalle la cherofobia

Poiché la cherofobia non è stata ancora studiata né è stata oggetto di ricerche scientifiche appropriate, non ci sono ancora trattamenti definitivi per trattare tale condizione.

Chi ha paura di essere felice dovrebbe rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta, scavare nel passato e mettere in atto strategie cognitivo-comportamentali che aiutino a modificare le proprie convinzioni e i modi di pensare errati.
Oltre a ricercare le cause che hanno scatenato tale fobia è importante annullare lo schema psichico che associa il piacere al dolore e provare a lasciarsi andare godendo dei momenti gioiosi.

Capire di soffrire di questo disturbo comportamentale è sicuramente un buon passo per iniziare a superarlo.

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