Non è così insolito sentire persone che, come motivazione al loro acquisto di acqua in bottiglia, dicono di trovare quella del rubinetto poco buona, non piacevole al gusto. Di questi tempi il dibattito sull’ambiente, sulle fonti di energia, sull’inquinamento, il riciclaggio e i materiali riutilizzabili è molto sentito. Molto si discute proprio a proposito del consumo di plastica, eccessivo e difficile da contenere. Come fare per limitare questa produzione? Nello specifico, si può limitare l’acquisto di acqua in bottiglia? Sì e un buon compromesso potrebbe essere l’utilizzo di apposite caraffe filtranti. In commercio esistono anche quelle dotate di gasatore, per chi beve acqua frizzante. Nessuna scusa, insomma!

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Caraffe filtranti: cosa sono?

Non sono normali caraffe, anche se fuori lo sembrano: quelle filtranti possiedono, al loro interno, un filtro che migliora la potabilità dell’acqua. In che modo? Filtrandola.

Questa azione non riguarda l’aspetto microbiologico del liquido, ma solo la sua natura chimica: i filtri sono capaci di trattenere sostanze chimiche e i minerali, ma non batteri, che dunque passano comunque nell’acqua filtrata. Per questo, la caraffa si può usare solo su acqua potabile, pura dal punto di vista microbiologico (cioè senza batteri). Un’acqua non potabile, resterebbe tale anche dopo averla filtrata nella caraffa.

Dunque perché usarla? Come abbiamo già visto, per migliorare la qualità chimica dell’acqua. Ma non solo: anche per migliorarne il sapore. Riducendo la quantità di sali minerali la sostanza si addolcisce. Spesso l’acqua di rubinetto risulta di cattivo sapore a causa della presenza di ferro o calcio, che la rendono “dura” e amarognola. Entrambi questi minerali vengono trattenuti dal filtro della caraffa, agendo positivamente sul gusto.

Come funzionano le caraffe filtranti

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Fonte: iStock

Una volta messa al loro interno della normale acqua del rubinetto, le caraffe filtranti provvedono a migliorarne la qualità e il gusto. In che modo? Grazie al filtro posto all’interno. Si trova circa a metà della caraffa e ha la forma di un imbuto: l’acqua lo attraversa lentamente e tutte le sostanze chimiche vengono trattenute. Di media, per filtrare un litro d’acqua ci vuole qualche minuto, dunque si tratta di un’operazione davvero molto veloce, oltre che semplice, visto che l’acqua, una volta depurata, si deposita nella parte bassa della caraffa, pronta per essere direttamente versata nel bicchiere e bevuta.

Chiaramente i filtri non hanno una durata infinita. Ogni caraffa ha, nella sua parte esterna o sulla confezione, una specifica indicazione in merito al tempo che deve trascorrere tra un cambio e l’altro. Questa operazione è importante perché è vero che i filtri non trattengono i batteri, ma alcuni di questi possono comunque proliferare al loro interno, andando a incidere sulla qualità dell’acqua, che diventerebbe potenzialmente pericolosa.

Esistono due tipi di filtro:

  • filtro a carboni attivi: assorbe molte sostanze organiche inquinanti e agisce ottimamente sul cattivo sapore e sul cattivo odore delle acque. Inoltre rilascia alcuni metalli (argento, di solito) che hanno lo scopo di disinfettare l’acqua, evitando il proliferare dei batteri;
  • filtro a scambio ionico: è composto da una resina che scambia, per reazione chimica, le sostanze presenti nell’acqua con altre sostanze innocue presenti nella resina stessa. I nitriti vengono sostituiti col cloro, lo ione calcio con lo ione sodio, così da addolcire l’acqua.

Caraffe filtranti: sono pericolose?

Il Ministero della Salute ha stabilito precise linee guida in merito ai “trattamenti per le acque destinate al consumo umano”, in ottemperanza all’art. 3 comma 9, del D.M. 25/2012.

In questo documento le caraffe filtranti vengono definite: “Dispositivo di filtrazione per acqua potabile non collegato a una rete idrica, dotato di una cartuccia filtrante e di un recipiente utilizzato per conservare l’acqua filtrata e dispensarla al momento del consumo. La cartuccia filtrante è generalmente un filtro composito costituito da carboni, resine e/o altri materiali, caratterizzata da una capacità nominale che definisce il massimo volume di acqua da filtrare. La filtrazione su cartuccia persegue gli effetti di modificare le proprietà organolettiche dell’acqua di origine, rimuovere altre sostanze potenzialmente presenti in tracce nell’acqua di origine e/o assicurare attività batteriostatiche”.

Il volume massimo a cui si fa riferimento è la capacità filtrante dello strumento, l’acqua che può filtrare con una sola di cartuccia. Solo entro quei limiti il funzionamento dello strumento è da ritenersi ottimale, senza rischi per il consumatore. Bisogna, dunque, seguire con attenzione le istruzioni dei produttori in merito ai filtri e alla loro manutenzione e ricambio.

Caraffe filtranti: le migliori

Come orientarsi online nell’acquisto di caraffe filtranti? Eccone alcune particolarmente gettonate e apprezzate dagli utenti della rete.

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