Asportazione utero: quando l'isterectomia è una scelta e quando no
Un’operazione molto delicata è l’asportazione dell’utero, che viene infatti effettuata in situazioni particolari. Vediamo quando è necessaria e in cosa consiste l’isterectomia.
Un’operazione molto delicata è l’asportazione dell’utero, che viene infatti effettuata in situazioni particolari. Vediamo quando è necessaria e in cosa consiste l’isterectomia.
L’asportazione dell’utero, chiamata più precisamente isterectomia, è un intervento chirurgico che consiste nell’asportare appunto l’organo chiave dell’apparato riproduttivo femminile. Si parla di isterectomia totale quando viene chirurgicamente asportato l’intero utero, mentre con l’isterectomia parziale o subtotale viene lasciato il collo o la cervice uterina. Talvolta le condizioni sono tali inoltre da dover eliminare anche le ovaie ma si cerca di evitarlo il più possibile per escludere ulteriori conseguenze.
Si tratta di un intervento delicato, che compromette in modo permanente la possibilità di una gravidanza, oltre a poter implicare conseguenze psicologiche per la donna. Pertanto, l’asportazione dell’utero viene fatta solo in casi di necessità: vediamo quando è necessario effettuare l’isterectomia, come si svolge e le conseguenze di questo intervento.
Dal momento che l’isterectomia è un’operazione chirurgica importante e può comportare diverse conseguenze per chi ci si sottopone, i medici scelgono di operare solo in presenza di problemi gravi, per i quali l’intervento è la soluzione più sicura ed efficace, oltre che di vitale importanza. Il tumore, che può essere all’utero, alle ovaie o alla cervice, è il caso maggiormente trattato con asportazione dell’utero, totale o parziale.
Nel caso di tumore maligno, o carcinoma, dell’utero si vede necessario ricorrere all’isterectomia, per evitare le conseguenze, molto più gravi e fatali, della malattia. Ma anche nella possibilità in cui una massa tumorale benigna, il cosiddetto fibroma, causi emorragie o fenomeni compressivi all’addome, provocando dolori al basso ventre simili a coliche renali.
Ci sono situazioni nelle quali si può scegliere di intervenire con un’isterectomia, come alternativa più efficace ma più drastica. Si tratta di condizioni come un’endometriosi severa, menorragia, ossia un eccessivo aumento di flusso mestruale con i relativi sintomi dolorosi, malattia infiammatoria pelvica, prolasso uterino, e altre cause di sanguinamento o dolore eccessivi che non rispondono ad altri trattamenti. In questi casi la scelta è sicuramente più delicata, e bisogna valutare molto bene se eliminare i sintomi, che diventano insopportabili, compromettendo però la propria vita ormonale e fertile.
L’isterectomia, come tutte le operazioni, è una scelta della paziente. Il medico tuttavia la consiglia fortemente nei casi di tumore non trattabile solamente con chemioterapia e radioterapia, o in situazioni come sanguinamenti dopo un cesareo, nelle quali l’asportazione è l’unica soluzione per salvarle la vita. Le conseguenze dell’operazione possono essere importanti, sia dal punto di vista fisico, specialmente l’impossibilità di una futura gravidanza, che dal punto di vista psicologico. È fondamentale quindi conoscere tutte le opzioni e le conseguenze dell’asportazione, prima di scegliere se sottoporsi all’intervento.
L’intervento di isterectomia avviene oggi in diverse modalità, pertanto l’operazione a cielo aperto non è più l’unica scelta. Quando si ritiene necessario dover aprire l’addome per asportare l’organo, si ricorre alla classica operazione con bisturi e strumenti chirurgici. In tutti i casi possibili comunque si preferisce oggi operare in laparoscopia, cioè applicando solamente dei buchi nella zona interessata, e inserendo dei micro-strumenti.
Un’ulteriore alternativa è la chirurgia vaginale, ossia attuando una colpoisterectomia. Consiste nel compiere una piccola incisione a livello dell’orifizio vaginale, in modo da entrare con gli strumenti e raggiungere l’utero, senza dover incidere la parete addominale. L’organo da asportare viene così “sfilato” dal canale vaginale. In entrambe queste soluzioni il recupero è decisamente più rapido e meno difficile rispetto all’intervento con incisione.
L’asportazione dell’utero comporta alcune conseguenze che influiscono sul corpo e sulla mente della paziente. Si tratta infatti di un intervento delicato, nel quale si asporta un organo significativo nella vita fisica e sessuale della donna. A seguito dell’asportazione spariscono le mestruazioni, e di conseguenza avvengono significativi mutamenti a livello ormonale.
Nel caso in cui sono asportate anche le ovaie, la principale conseguenza è la menopausa chirurgica. Ciò significa che i sintomi tipici di questa fase si presentano indipendentemente dall’età anagrafica della donna, in maniera spesso amplificata. In questi casi il medico prescrive una terapia ormonale sostitutiva, che possa compensare i segnali della scomparsa del ciclo mestruale e della menopausa.
Per quanto riguarda l’asportazione con mantenimento delle ovaie, potrebbe ancora avvenire ovulazione e quindi potrebbero essere avvertiti alcuni sintomi mestruali. L’unica conseguenza permanente è quindi l’impossibilità di instaurare una gravidanza, complicanza che può risultare difficile per alcune donne. Legata ai cambiamenti ormonali e a problemi di tipo psico-fisico si può presentare perdita di libido, mentre non ci sono altre conseguenze fisiche dal punto di vista sessuale, dopo il periodo di convalescenza e ripresa post operatorio.
La perdita di fertilità inoltre può in alcune donne causare importanti conseguenze dal punto di vista psicologico e affettivo e portare anche a casi di depressione: è fondamentale che la donna che subisce isterectomia riesca a parlare e ad aprirsi con qualcuno, che può essere un familiare, il proprio partner o un professionista.
Amante della lettura, della musica e serie tv addicted, aspiro a diventare scrittrice di romanzi. Nel frattempo coltivo la mia passione scrivendo articoli su ciò che più mi piace: benessere, enogastronomia, cultura e attualità.
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