L’anoressia torna ancora una volta a far parlare di sé nella fine di novembre 2017: dopo le dichiarazioni della modella francese Victoire Dauxerre la quale aveva trovato il coraggio di dire ‘basta’ a questo disturbo alimentare che aveva reso la sua vita un vero inferno, ecco che anche l’Italia porta a galla il dramma di questo disturbo alimentare. La polizia di Ivrea ha oscurato un blog “pro Ana” (ovvero, pro anoressia) che si occupava di dispensare consigli e raccomandazioni a giovani donne per diventare anoressiche. A gestirlo una ragazza 19enne di Porto Recanati, in provincia di Macerata, denunciata dalle forze dell’ordine con l’accusa di istigazione al suicidio e lesioni gravissime ai danni di una giovanissima di 15 anni.

A parlare di questa vicenda sono state numerose testate italiane, fra le quali anche La Repubblica: secondo quanto riferito dal giornale, il blog gestito dalla giovane di Porto Recanati non è altro che uno degli altri 300 mila siti presenti in Italia che si occupano di divulgare suggerimenti e contenuti positivi riguardo l’anoressia. Ana, come definito da chi questi blog li segue assiduamente, non è una malattia bensì una vera e propria divinità da adorare e una forza alla quale affidarsi nei lunghi percorsi di digiuno. Ma i forum e i blog sono solo una parte dell’oscuro mondo “pro Ana” che si sta pian piano diffondendo a macchia d’olio sui social: numerosi anche i gruppi di Facebook e quelli di Whatsapp, poiché più “intimi” e difficili da scovare da genitori, amici o da chiunque sia vicino alla sfera familiare di chi si affida a essi (nonché anche dalla polizia postale).

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L’indagine che ha portato alla chiusura del blog accusato di diffondere informazioni di propaganda circa i disturbi alimentari è partita nel dicembre 2016, dopo la denuncia di una madre di una 15enne di Ivrea. La giovane, assidua frequentatrice del blog della 19enne di Porto Recanati, aveva infatti smesso di mangiare e i suoi disturbi alimentari erano diventati talmente gravi da obbligare la donna ad affidare la figlia alle cure di uno psicologo.

Mia figlia vomita quello che mangia e spesso si rifiuta di toccare cibo.

Aveva spiegato la madre della giovane vittima nel dicembre dello scorso anno agli investigatori, come riportato dalla Repubblica.

Un’indagine partita in questo modo e che ha spinto le forze dell’ordine a iscriversi al blog accusato, fingendosi delle ragazzine in cerca di consigli su un regime alimentare pro-ana. Gli agenti del vicequestore Gianluigi Brocca hanno così scoperto una fitta rete di ragazzine, alcune giovanissime e straniere, le quali si affidavano al social e alla supervisione degli amministratori. Unico punto in comune? L’essere fissate con il numero sulla bilancia e l’alimentazione ferrea. La diciannovenne accusata dalla legge italiana di aver istigato tali ragazze al suicidio era però solo una delle tante “figure admin” presenti: suo il compito era quello di istigare le giovani vittime della linea a digiuni totali – o quasi. Un’altra ragazza a capo della gestione del portale di comunicazione, residente in Olanda ma non ancora rintracciata dalla polizia, si occupava invece di fornire diete e stretti programmi alimentari alle giovanissime pro-ana. Fra le domande frequenti poste ai membri del gruppo c’erano: “Non tocco carboidrati, ieri ho buttato via tutta la pasta che avevo nel piatto anche se avevo fame. Se mangio un mandarino sbaglio?” e tanti altri messaggi simili finalizzati a ricevere supporto verso uno stile di vita alimentare totalmente sbagliato e non sano. A questo proposito la procura di Ivrea ha aperto un’inchiesta nonostante collocare questa tipologia di reato sia stato davvero difficile. Il perché, purtroppo, è semplice: secondo la legge italiana non esiste nulla di riconducibile all’istigazione all’anoressia nonostante in Parlamento si stai attualmente discutendo circa una proposta di legge a riguardo. Nonostante ciò la denuncia delle forze dell’ordine è di istigazione al suicidio e di lesioni gravissime date le tragiche conseguenze di tale disturbo che nei più macabri dei casi porta proprio alla morte, mentre nei più lievi – che di lievi, purtroppo, non hanno nulla – porta a un lungo periodo di riabilitazione.

Purtroppo, l’anoressia è una triste piaga della società che ogni anno è sempre più in crescita. Secondo le stime italiane riportate dal giornale La Repubblica sarebbero circa 3 milioni le persone che nel nostro paese devono convivere con un disturbo alimentare, dei quali 2.3 milioni sono giovani adolescenti.

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