Zoom fatigue, come le piattaforme di comunicazione virtuali ci stanno esaurendo
Se anche voi avete i brividi al pensiero della prossima videocall, potreste soffrire di zoom fatigue. Ecco cosa è e come proteggersi.
Se anche voi avete i brividi al pensiero della prossima videocall, potreste soffrire di zoom fatigue. Ecco cosa è e come proteggersi.
A distanza di oltre un anno, l’interesse per questo termine non sembra essere cambiato e, soprattutto, a essere cresciuta è la fatica che proviamo a cause delle sempre più numerose riunioni online che, dopo il boom durante la pandemia, sono diventate parte della nostra stancante quotidianità.
L’aumento del numero e della frequenza delle videochiamate ha di conseguenza causato in molte persone quella che ha preso il nome anglosassone di “zoom fatigue”.
Liz Fosslien e Millie West Duffy, collaboratrici dell’Harvard Business Review, hanno spiegato che le videochiamate stanno esaurendo la maggior parte delle persone in parte perché “ci costringono a concentrarci maggiormente sulle conversazioni per assorbire le informazioni”.
Nelle riunioni a distanza non c’è nessuno che ti raggiunga quando perdi ciò che è stato detto, a meno che tu non voglia chiedere al tuo collega di ripetersi durante la conversazione. Questa, però, non è che una delle cause che stanno generando una sindrome molto simile a un burnout che spinge molte persone ad avere un vero e proprio rifiuto per le videocall.
Secondo uno studio della Stanford University, ci sono quattro ragioni principali che possono causare zoom fatigue:
Nel mondo reale, se qualcuno ti seguisse costantemente con uno specchio – così che mentre parli con le persone, prendi decisioni, dai feedback, ricevi feedback ti vedi allo specchio – sarebbe semplicemente pazzesco. Nessuno lo considera mai
Vi ritrovate spesso a evitare, annullare o riprogrammare le videoconferenze? Avete notato che dopo una riunione siete incredibilmente teso o stanco? Il passaggio dalle riunioni in presenza a quelle su Zoom ha compromesso la tua capacità di multitasking o di gestire le tue responsabilità lavorative? Potrebbero essere tutti segni che soffri di zoom fatigue.
Tra i sintomi, infatti, ci sono:
Uno dei maggiori segni di zoom fatigue è sentirsi esausti e prosciugati dopo le chiamate Zoom. Anche se è normale sentirsi stanchi dopo una giornata di lavoro o una riunione particolarmente intensa, è importante fare attenzione se la stanchezza si trasforma in esaurimento.
Se qualcuno continua a riprogrammare le riunioni di Zoom o chiede ripetutamente se è possibile ricevere un’e-mail invece che partecipare a una riunione, potrebbe essere soffrire di zoom fatigue. In questo caso, è importante rispettare le esigenze se possibile, inviando un’e-mail o riprogrammando la riunione per un giorno diverso.
Se qualcuno continua a spegnere la videocamera durante una riunione, potrebbe essere un sintomo di zoom fatigue. In questo modo, è probabile che si prenda una pausa dall’essere osservati e dal dover mantenere il contatto visivo con chi parla.
Bailenson, uno degli autori dello studio dell’Università di Stanford, ha fornito una “soluzione” per ciascuna delle quattro cause della zoom fatigue.
Per ridurre gli effetti dell’intenso contatto visivo, consiglia di non utilizzare l’opzione a schermo intero e di ridurre le dimensioni della finestra Zoom rispetto al monitor, così da ridurre al minimo le dimensioni del viso, oltre a utilizzare una tastiera esterna per consentire un aumento dello spazio personale tra sé e il monitor.
In attesa che le piattaforme modifichino l’impostazione per cui il nostro volto ci è sempre visibile, gli utenti dovrebbero utilizzare il pulsante “nascondi visualizzazione personale“, a cui è possibile accedere facendo clic con il pulsante destro del mouse sulla propria foto.
Per aumentare le possibilità di muoversi Bailenson suggerisce di ripensare la stanza in cui di è soliti effettuare le videochiamate, valutando se cambiamenti come una tastiera esterna possono aiutare a creare distanza o flessibilità. Ad esempio, una videocamera esterna più lontana dallo schermo consente di seguire il ritmo e scarabocchiare nelle riunioni virtuali proprio come facciamo in quelle reali. Spegnere periodicamente il proprio video durante le riunioni, aggiunge, è una buona regola di base da impostare per i gruppi, solo per concedersi un breve riposo.
Togliere il video a intervalli regolari è un modo anche per combattere l’aumento del carico cognitivo. Durante lunghi periodi di riunioni, è importante concedersi una pausa “solo audio”.
Non si tratta semplicemente di spegnere la fotocamera per prendersi una pausa dal dover essere attivi non verbalmente, ma anche di allontanare il proprio corpo dallo schermo in modo che per alcuni minuti non si sia soffocati da gesti che sono percettivamente realistici ma socialmente privi di significato
Curiosa, polemica, femminista. Leggo sempre, scrivo tanto, parlo troppo. Amo la storia, il potere delle parole, i Gender Studies, gli aerei e la pizza.
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