La meditazione Vipassana è una delle più antiche tecniche di meditazione ad oggi conosciuta.

Insegnata dal Buddha stesso, oltre 2500 anni fa, è giunta fino ai giorni nostri grazie ad una millenaria tradizione di insegnamenti passati da maestro a discepolo, divenuto poi egli stesso maestro di nuovi discepoli.

Vipassana è una parola in lingua pali, la lingua parlata ai tempi del Buddha, che significa “vedere le cose in profondità, come realmente sono“.

Storia della meditazione vipassana

meditazione vipassana
fonte: pixabay

Per oltre 40 anni, il Buddha ha insegnato meditazione in India, come metodo per uscire dalla sofferenza. Si tratta di una meditazione finalizzata all’osservazione profonda della propria natura, fisica e mentale, per raggiungere gradualmente una consapevolezza che porta alla liberazione da ogni condizionamento mentale, da paure e da illusioni.

La meditazione vipassana non è un rito, o una religione. Anche se è stata insegnata dal Buddha, per praticarla non è richiesta una conversione al buddismo. Può meditare chiunque appartenga a qualunque credo religioso, perché non entra in conflitto con nessuna confessione religiosa.

Oggi uno dei maestri in questa disciplina è S.N. Goenka, birmano di origine, che proprio in Birmania ebbe la fortuna di imparare la meditazione Vipassana direttamente da Sayagyi U Ba Khin. Dal 1982 Mr. Goenka ha iniziato a nominare degli assistenti che lo aiutano a rispondere alla crescente richiesta di corsi di meditazione Vipassana in tutto il mondo.

Come si pratica la meditazione vipassana

La meditazione Vipassana viene insegnata dagli istruttori designati durante corsi residenziali di 10 giorni, che si tengono in appositi centri in tutto il Mondo, tutti in qualche modo affiliati all’International Meditation Center in Birmania, fondato da Sayagyi U Ba Khin.

I corsi sono laici e aperti a tutti, basati sul principio che la via per uscire dalla sofferenza deve essere alla portata di chiunque.

A detta di chi la pratica, la tecnica di meditazione Vipassana è piuttosto semplice, anche se il percorso di auto-purificazione dato dall’auto-osservazione non è facile e richiede impegno e disciplina.

Tuttavia, pare che i primi risultati siano visibili già dalle prime meditazioni.

La meditazione ha sempre inizio con l’ascolto dei respiro naturale, per ancorare la mente e per fare esperienza della mancanza dell’io, con l’osservazione della natura mutevole delle cose.

Il corso richiede impegno e serio lavoro. Chi vi partecipa deve rispettare severe regole di disciplina, tra le quali il silenzio, la mancanza di qualsiasi contatto con l’esterno e l’astensione da ogni  forma di intossicazione (intendendo ad esempio alcol e fumo). La giornata tipo del corso inizia alle 4 di mattina, e dopo il mezzogiorno è vietato ogni pasto, fatta eccezione per la frutta.

Naturalmente i risultati si ottengono con la pratica continua, non con un solo corso di 10 giorni.

I benefici della meditazione Vipassana

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Questa tecnica di meditazione può entrare nel quotidiano di chiunque e diventare un’arte di vivere, secondo le parole di S.N. Goenka.

Il fine ultimo della meditazione è l’eliminazione della sofferenza, per raggiungere l’illuminazione, come insegnato dal Buddha.

Secondo una visione ben più pratica, e probabilmente più alla portata di tutti, è un modo di affrontare i problemi della vita con un approccio calmo ed equilibrato.

La meditazione infatti, se praticata con costanza, si pone l’obiettivo di eliminare tutti i condizionamenti culturali e le tensioni accumulate nella vita, per poter abbandonare le vecchie abitudini e affrontare quindi i problemi universali, che affliggono e accomunano tutti gli uomini, con equilibrio.

Il fine della meditazione non è il curare le malattie, anche se chi la pratica sostiene che la purificazione della mente ha come diretta conseguenza il superamento di alcuni disturbi psichici, tra i quali ansia, stress o attacchi di panico.

La meditazione Vipassana vuole eliminare invece le tre cause di ogni sofferenza: ignoranza, avversione e bramosia.

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