Nel 2015 è scoppiato un trend davvero particolare, quello dei sunburn tattoo, ovvero tatuaggi temporanei realizzati applicando uno stencil della forma desiderata sopra la pelle ed esponendosi poi al sole per diverse ore. Con il risultato che, a fine giornata, nella zona coperta dallo stencil, e quindi non abbronzata, si sarebbe formato il disegno desiderato.

Uno dei tanti trend estivi, insomma, portato alla ribalta dal fotografo Thomas Mailaender che aveva proposto diversi scatti dedicati proprio a questa particolare “tecnica” di tatuaggi non permanenti nella sua serie Illustrated People.

Peccato che quella del sunburn tattoo non sia fra le idee più intelligenti e innocue, dato che per realizzare il disegno voluto si necessita di un’esposizione prolungata ai raggi solari, spesso e volentieri senza protezione. Chiari, quindi, i rischi per la pelle, che vanno ben oltre il semplice problema di irritazioni e scottature.

Per capire meglio a cosa si può andare incontro Vanity Fair ha parlato con la dermatologa Elisabetta Sorbellini: “Per evitare rischi è fondamentale che la pelle sia sempre adeguatamente protetta, anche nelle aree coperte dallo stencil, diversamente da quel che si potrebbe credere – ha spiegato la dottoressa – Il pericolo che rimangano delle porzioni di cute, anche minime, scoperte intorno al perimetro dell’adesivo è elevato. I raggi solari in effetti possono oltrepassare il patch, con alto rischio di irritazioni e scottature“.

Si spera che anche nella performance artistica queste precauzioni siano state prese dato che questa pratica è ad alto rischio scottature, che sono veri e propri micro-shock alle cellule deputate alla produzione di melanina, con conseguenze che possono diventare dannose alla salute.

Dato che è ormai informazione nota che l’esposizione andrebbe evitata nelle ore di massimo irraggiamento, vale a dire da mezzogiorno alle sedici circa, chi si abbronza al sole per avere il suo sunburn tattoo è (o dovrebbe essere) consapevole di farlo a proprio discapito, e di correre incontro a problemi che vanno dall’invecchiamento precoce delle cellule della pelle fino ai ben più gravi danni ai melanociti responsabili della formazione delle macchie, o alla possibile formazione di melanomi. Insomma, è un trend che sarebbe meglio evitare.

Anzi, questa è un’ottima occasione per ricordare che una protezione alta è sempre indicata per le prime esposizioni al sole, mentre con un’abbronzatura ormai già matura si può anche abbassare l’SPF, a patto di non scendere mai sotto i 30.

E che i consigli sull’abbronzatura non escludono chi ha tatuaggi veri: “Sul tattoo va applicato un prodotto con schermo molto alto, preferibilmente fisico e resistente all’acqua – spiega ancora la dottoressa Sorbellini – Sappiate che ci sono colori dei tatuaggi, ad esempio il rosso, che possono dare luogo a reazioni di fotoallergia (a maggior ragione si raccomanda l’uso della crema solare). Se poi avete fatto di recente il tatuaggio evitate di esporlo al sole per le prime 3 o 4 settimane dalla realizzazione“.

Insomma, se il vostro tattoo è vero fareste meglio a proteggerlo; ma se pensate addirittura di farvene uno grazie “al sole”… Beh, fareste decisamente meglio a cambiare idea.

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