Siesta: origini e storia di una pratica rigenerante, tutta da importare
Riposarsi dopo pranzo può risultare salutare per il cuore: è in quest'ottica che si inserisce la siesta, un'usanza non solo spagnola.
Riposarsi dopo pranzo può risultare salutare per il cuore: è in quest'ottica che si inserisce la siesta, un'usanza non solo spagnola.
Talvolta, in senso dispregiativo, viene associato alla pigrizia, ma si tratta di qualcosa di molto lontano dalla realtà: è infatti non solo e semplicemente una consuetudine culturale ma anche e soprattutto un’abitudine salutare da prendere in considerazione.
La siesta così chiamata è una tradizione appunto ispanica. Ma con altri nomi è diffusa in tutto il mondo, in particolare nelle fasce tropicali e subtropicali: è probabile che l’abitudine sia legata alla necessità di affrontare senza sforzi le ore più calde della giornata.
Anche nel Mezzogiorno d’Italia è una tradizione e prende il nome di controra. Si dice che perfino l’imperatore Carlo Magno fosse abituato a dormire a metà giornata. Ed è probabile che, come suggerisce il nome, sia un retaggio latino: siesta deriva infatti da “horam sextam”, cioè la sesta ora dall’inizio del giorno, ovvero l’alba.
In questo periodo di tempo, dopo una prima fase mattutina, ci sarebbe stata fin dall’antichità una pausa legata al riposo e alla rigenerazione.
Se molti Paesi adottano la siesta per contrastare la calura del primo pomeriggio estivo, in altre zone del mondo il pisolino di metà giornata è più legato alla tradizione che alla necessità.
Dalla Grecia alla Patagonia, dalla Russia all’Egitto può stupire sapere che un sondaggio del 2023 riporta che i due terzi della popolazione cinese si riposano per una mezz’ora dopo pranzo. Curiosamente invece, in Spagna, dove il pisolino ha appunto assunto il nome di siesta, quest’usanza sta regredendo, come si legge su El Pais: tra il 1998 e il 2009 gli habitué del sonnellino sono calati del 7%.
Il sonnellino pomeridiano, se non eccessivo, aiuta l’organismo – mente e corpo – a ritemprarsi e a ripartire con più energia. Questo ha a che fare con il ritmo circadiano, per cui nel pomeriggio si sente il bisogno di chiudere gli occhi e riposarsi un po’. Va da sé che anche solo chiudere gli occhi e svuotare la mente può essere utile, ma solo il pisolino vi consente un riposo completo.
Nel 2007 il Washington Post ha parlato di uno studio in Grecia che evidenziava come la siesta riducesse il rischio di infarto. In effetti, stando a Siesta in healthy adults and coronary mortality in the general population, la ricerca avrebbe evidenziato come la diminuzione dello stress cardiovascolare legata alla siesta possa portare alla riduzione del 37% della mortalità coronarica.
Tuttavia in Effects of Exercise & Daytime Sleep on Human Haemodynamics: With Focus on Changes in Cardiovascular Function during Daytime Sleep Onset del 2012 è stato trovato anche che è possibile che sia lo stare in posizione supina a migliorare la salute cardiovascolare, indipendentemente che si dorma o meno (quindi anche gli esercizi fisici in posizione supina possono giocare un ruolo importante).
Affinché la siesta sia davvero rigenerante, dovete “disconnettere” il cervello: smettetela di pensare al lavoro che vi aspetta dopo e mettete il telefono in modalità aerea, in modo che giusto la sveglia possa funzionare per avvisarvi al momento giusto. Non guardate né messaggi né mail quindi, prima di chiudere gli occhi per questo piccolo tempo pomeridiano.
Trovate un posto comodo: il sonno può arrivare ovunque, ma non alla scrivania o sulla poltrona, quindi mettetevi a letto, non necessariamente sotto le coperte o con il pigiama (magari in inverno basta coprirsi con un plaid) oppure sul divano se è particolarmente confortevole. Inoltre non è detto che il pisolino debba essere solitario: se avete un compagno o una compagna di vita, figli e figlie, e vi conforta condividere questo momento con loro, perché no? In fondo la siesta va bene per tutte le età.
Non dormite troppo: il sonno eccessivo può rappresentare un ostacolo al prosieguo della giornata, per cui potete riposare in un tempo compreso tra 20 minuti (soprattutto se siete veloci ad addormentarvi) e un’ora, ma non oltre: può darsi che non recuperiate la necessaria concentrazione e quindi il pisolino sarà vano.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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