September o Back to work blues: quando non sottovalutare la depressione da fine estate

Capire e affrontare il September Blues o Back to work blues, uno stato d'ansia legato al rientro di settembre: cosa sapere su un fenomeno che può diventare ben altro che una tristezza passeggera.

“Svegliatemi quando settembre finisce”. Anche se probabilmente la nostra vita potrebbe essere decisamente meno tragica di ciò che cantano i Green Day nella loro celeberrima canzone, il mese di settembre può rappresentare per molte persone un momento difficile. Non è solo il rientro al lavoro – ma qualcuno ha programmato ancora un po’ di ferie autunnali – o a scuola, settembre segna l’arrivo dell’autunno con l’equinozio, l’accorciamento delle giornate, le prime piogge torrenziali dopo l’estate. E c’è chi proprio non ce la fa: in alcuni casi si parla di September Blues o Back to work blues.

Che cosa sono il September Blues o Back to work blues

Il September Blues o Back to work blues è una sorta di stato ansioso descritto per la prima volta dalla terapeuta Gillian Scully, come riporta Happiful. Si tratta di un disturbo legato alla fine dell’estate ma anche ai cambiamenti che settembre porta con sé, e in questo è affine con il disturbo affettivo stagionale, che però è prettamente invernale. Lo psicoterapeuta Jo Allen ha confermato:

“Settembre può spesso far riaffiorare quella sensazione di ‘ritorno a scuola’, indipendentemente dal fatto che si abbiano o meno figli propri. A seconda della propria esperienza, questo può far riaffiorare ricordi positivi o negativi della scuola. Potreste notare di sentirvi più ansiosi del solito, ma non capirne il motivo. Le vacanze sono finite ed è tempo di riprendere le normali attività. Gli abiti e gli atteggiamenti più rilassati dell’estate sono ormai alle spalle e potreste avere difficoltà ad adattarvi al ritorno alla routine; oppure, potrebbe essere l’inizio di una routine completamente nuova.”

I sintomi più comuni del September Blues o Back to work blues sono:

  • cattivo umore;
  • stanchezza;
  • ansie e preoccupazioni;
  • irritabilità;
  • noia e indolenza.

Cosa rappresenta l’estate

Certo, non a tutti capita: ci sono persone che adorano l’autunno e non vedono l’ora che arrivi settembre e addirittura contano i giorni che mancano a Natale. Però per chi soffre di September Blues o Back to work blues l’estate non è solo una stagione: è uno stato psicofisico. Significa stare a piedi nudi della sabbia, indossare abiti leggeri, trascorrere tantissimo tempo all’aria aperta, godere di più ore di luce, e in alcuni casi anche avere più tempo libero a propria disposizione.

Come affrontare il fenomeno

Nei casi più seri in cui ansia e depressione appaiono, è bene richiedere un aiuto psicologico professionale. Ma ci sono anche tanti casi lievi, che possono essere affrontati semplicemente adottando alcune piccole abitudini: questo non toglie che ci si può rivolgere a uno psicologo o a una psicologa se si hanno dei dubbi in merito, anzi è doveroso farlo.

Queste abitudini sono:

  • recuperare l’entusiasmo dei nuovi inizi. Sostanzialmente funziona come quando eravamo bambini e bambine e iniziava la scuola, e magari avevamo un nuovo zaino oppure non vedevamo l’ora di incontrare nuovamente i compagni e le compagne. E quindi bisogna entusiasmarsi delle piccole cose, come un outfit per andare al lavoro, un libro da leggere in metro nel tragitto quotidiano per l’università e cose del genere;
  • conservare le parti dell’estate che possono essere praticate in inverno. Ci sono alcuni sport outdoor che possono essere praticati come lo jogging, oppure ci si può dedicare alle passeggiate, o ancora al giardinaggio sul proprio balcone. L’ideale è poter praticare questi hobby di giorno, in modo da godere della luce naturale e illudersi di essere ancora in uno scampolo d’estate;
  • creare una tradizione di inizio autunno. Può trattarsi semplicemente di un aperitivo con le migliori amiche, un pranzo all’aria aperta quando fa ancora caldo, oppure una gita fuori porta in un fine settimana di settembre. Il fatto stesso di poterlo programmare ci proietta verso qualcosa di positivo e soprattutto di propositivo;
  • prenderci cura di noi stess*. Significa dedicare anche una piccola porzione della giornata a qualcosa che ci renda felici. Da una coccola con un caffè e un biscotto a una passeggiata per guardare le vetrine dei negozi, dallo sfogliare una rivista mentre facciamo la pedicure a quella gita al museo che rimandiamo sempre.
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