
Il passo successivo è la diminuzione di sensibilità dei nervi periferici: non avvertendo dolore, si è quindi portati a trascurare ferite e infezioni. Ricordate: il dolore è nostro amico. È attraverso il dolore che l’essere umano sente che qualcosa non va nel proprio organismo e quindi è portato a chiedere un aiuto sanitario.
L’intero fenomeno, se tralasciato, può portare all’amputazione, ma non allarmatevi perché è un caso limite: il piede diabetico può essere tenuto sotto controllo, ma è fondamentale rivolgersi a un medico e programmare esami e visite periodiche a questo scopo.
Piede diabetico: cos’è?
Si tratta di una condizione, teorizzata nel 1999, di infezione e distruzione dei tessuti delle estremità inferiori legata a problemi neurologici e vascolari: naturalmente alla base vi è l’occlusione delle arterie che il diabete provoca, causando così delle alterazioni che possono essere anatomiche e funzionali.
Le cause del piede diabetico


Come detto, la causa del piede diabetico è il restringimento delle arterie causato dal diabete stesso, che porta a un ridotto afflusso di sangue agli arti inferiori e quindi deficit di sensibilità dei nervi periferici.
I sintomi iniziali del piede diabetico
Non esistono veri e propri sintomi del piede diabetico, e quindi quando si sa di avere il diabete, sia il diabete mellito di tipo 1 sia quello di tipo 2, è bene eseguire capillarmente e periodicamente dei controlli di screening per le cosiddette complicanze tipiche. In questi controlli, si effettuano, come riporta MsdManuals:
- esame del piede per controllare se la sensibilità dei nervi è ancora funzionale;
- esame del fondo dell’occhio;
- esame dell’albuminuria (attraverso le urine);
- esame della creatinina sierica e del profilo lipidico.
Piede diabetico: cure, terapie e trattamenti


Come chiarisce Gavazzeni, si agisce sulla causa del problema e quindi sul diabete. Quindi il trattamento avviene in ambito diabetologico (quindi magari si parte da una dieta, si prosegue con somministrazione di insulina e così via, dipende da caso a caso), ma può coinvolgere diverse branche della medicina che riguardano lo specifico delle lesioni individuali, dalla cardiologia all’infettivologia.
Dato che il diabete è comunque una malattia spesso cronica e una volta contratta talvolta non si torna indietro, si cerca di evitare di arrivare alle conseguenze e quindi anche al piede diabetico, attraverso prevenzione e screening.
I rischi e le conseguenze
Le lesioni del piede diabetico – si legge su Gavazzeni – rappresentano una delle complicanze più invalidanti e con il più alto costo sociale ed economico. Il piede diabetico è la prima causa di ricovero nei diabetici nel nostro Paese. L’epidemiologia del piede diabetico mostra un quadro allarmante in quanto il 15% dei pazienti presenteranno una lesione ulcerativa durante la loro vita e circa il 90% delle amputazioni effettuate nella popolazione diabetica per problemi infettivi o ischemici sono precedute da una lesione ulcerativa. È importante ricordare come dopo circa 20 anni di malattia diabetica, più del 60% dei pazienti mostra una vasculopatia diabetica o una neuropatia diabetica clinicamente evidente.
Tra le conseguenze del piede diabetico troviamo:
- la neuropatia diabetica sensitiva, che comporta una progressiva perdita di sensibilità, con grosso rischio di lesioni e di infezioni anche gravi;
- la neuropatia diabetica motoria, in cui si rischia di sviluppare calli plantari e deformità del piede, oltre a lesioni ulcerative che possono “scavare” fino a raggiungere muscoli e ossa;
- l’osteopatia di Charcot, che causa deformità e instabilità, tanto che in alcuni casi si verificano grossi ostacoli alla deambulazione;
- la vasculopatia diabetica periferica, che è legata all’aterosclerosi precoce e può portare all’amputazione anche qualora si stia cercando di tenere sotto controllo il diabete.
Articolo originale pubblicato il 26 agosto 2021
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