Viviamo in un momento storico in cui è come se ci sentissimo obbligati ad apparire sempre felici. Sorridi, la vita è uno specchio! Se vuoi che le cose vadano bene devi avere un atteggiamento positivo. Ti è capitato qualcosa di brutto? Non farti assolutamente vedere triste, reagisci, le persone col broncio non le vuole nessuno. Sei stata lasciata? “Non piangere, non sai mai chi potrebbe innamorarsi del tuo sorriso!”.

Tutto vero, tutto bello. Eppure è come se ci fossimo dimenticati dell’importanza, del valore che hanno a volte le lacrime. Piangere è uno sfogo necessario e salutare. E la tristezza non sarà piacevole, ma di certo è utile e necessaria. Non si scappa. Avete visto “Inside Out” al cinema? Il suo insegnamento è proprio questo: la tristezza è un’emozione importante e merita di essere vissuta, quando serve.

Ma oggi non siamo qui per parlare di questo. Oggi ci sentiamo in vena di curiosità scientifiche. Vi siete mai chieste come mai il nostro corpo reagisce alla tristezza con il pianto? Se ci pensate è una cosa molto strana. Insomma, la lacrimazione è facile da capire: mi è andato qualcosa nell’occhio, arrivano le lacrime per espellerlo. Tutto chiaro. Ma la tristezza invece? Cosa c’entra, in fin dei conti?

Sappiamo bene che tutti i nostri impulsi emotivi arrivano dal cervello. L’area che affronta le emozioni si chiama sistema limbico ed è collegata direttamente al sistema nervoso, che fa da “autostrada” fra il cervello e il resto del corpo. Ogni volta che proviamo dolore, tristezza, rabbia o nervosismo il sistema limbico fa una telefonata d’urgenza al sistema nervoso, che a sua volta comunica con i dotti lacrimali.

A portare il messaggio finale è l’acetilcolina, una piccolissima molecola. (Sì, ogni volta che siete in pubblico e proprio non riuscite a frenare il pianto è con lei che ve la dovete prendere. Sul sistema nervoso non abbiamo controllo: per questo è così difficile trattenersi dal piangere quando siamo tristi). Da qui le lacrime. Sì, ok, ma qual è l’utilità?

Fonte: Web

I vantaggi che possiamo trarre dalle lacrime sono due, entrambi molto importanti. Primo: sono un antidepressivo naturale, ci curano a livello fisico. No, non è uno scherzo! Le lacrime contengono una sostanza, chiamata leucine enkephalin (salute!), che nulla non è se non un analgesico. Proprio come il principio attivo del farmaco “Moment”. Dopo un gran pianto ci sentiamo meglio, vero? Non è solo lo sfogo (che pure aiuta): le lacrime sono come una medicina per noi. La natura è meravigliosa in questo senso.

Ma c’è anche un’altra ragione per cui piangiamo, un motivo più “sociale”. Pensateci: se vedete una persona in lacrime cosa fate? Innanzitutto capite immediatamente che qualcosa non va (a meno che non stia piangendo di gioia, ma quello è un discorso diverso). Se conoscete questa persona, o se semplicemente siete accorti e premurosi, probabilmente le andrete a chiedere cosa le è successo, la ascolterete; magari la aiuterete.

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Ed ecco il grande potere delle lacrime: sono un messaggio universale, una richiesta d’aiuto (spesso involontaria!) che tutti, ma proprio tutti sono in grado di capire. Anche i bambini molto piccoli, se vedono la propria mamma piangere, capiscono subito che è triste e vanno a consolarla. Le lacrime arrivano in nostro aiuto quando i sentimenti che proviamo sono troppo intensi per essere espressi a parole. E allora ecco che la natura chiede aiuto per noi, mettendo le persone che ci circondano in condizione di capire che stiamo male e che abbiamo bisogno di aiuto.

Questo è il modo in cui la scienza spiega l’utilità delle lacrime quando stiamo male. Sul beneficio di abbrutirsi davanti alla tv con un barattolo di gelato, però, non si sono ancora pronunciati…

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