Pastiglie alla cocaina e sciroppo alla morfina: quando le droghe erano medicine

Quando sentiamo nominare le droghe ci viene subito in mente il fatto che siano illegali e che facciano molto male alla salute. In passato, però, alcune di esse venivano utilizzate sotto forma di farmaci. Due di queste sono la cocaina e la morfina. Ecco gli effetti che avevano sulla salute e il perché, in seguito, siano stati aboliti sia il completo utilizzo e sia l'abuso.

Se c’è una cosa più che certa e risaputa, è che drogarsi non porta a nulla di buono. Sono molte le motivazioni che spingono le persone a farlo. A volte la droga viene vista come l’unica via d’uscita in un particolare momento che si sta attraversando nella vita. Si perde la lucidità e se assunta in dosi eccessive può portare anche alla morte.

In passato, però, non era questo il pensiero che circolava su alcuni tipi di droghe. Sapevate che le pastiglie alla cocaina e lo sciroppo alla morfina erano visti come vere e proprie cure miracolose? Da che si potevano acquistare alla luce del sole in qualsiasi farmacia, in maniera legale e senza nascondersi, a distanza di 100 anni, venderle è diventato illegale e si rischia l’arresto.

Percorriamo quindi nel dettaglio la storia della cocaina e della morfina e vediamo nello specifico per cosa venivano utilizzate.

1. Cocaina

Secondo quanto riporta CNN, in passato, molto prima che la cocaina fosse marchiata come illegale, questa droga fu promossa come farmaco miracoloso, venduto da ogni farmacia come un toccasana. La cocaina veniva infatti utilizzata come anestetico locale bloccando la conduzione degli impulsi nervosi. Le preparazioni topiche consistevano nell’applicare la cocaina sul rivestimento della bocca, del naso e della gola prima di compiere determinate procedure chirurgiche come un anestetico locale per intorpidire la zona. Anche se la cocaina funziona molto bene per fornire effetti anestetici, il rischio di abuso comporta un grave restringimento dei vasi sanguigni.

La cocaina veniva lodata da alcune delle più grandi menti della storia medica, tra cui Sigmund Freud e il chirurgo William Halsted. Quest’ultimo, quando lesse le opinioni di Freud sulla cocaina che la lodavano come tonico perfetto per curare la depressione e l’impotenza sessuale, volle subito indagare ed esplorarne gli effetti come antidolorifico. Fu un esordio esplosivo quello della cocaina a differenza del secolo successivo che la vide riemergere come un farmaco tutt’altro che miracoloso. L’entusiasmo per la cocaina come farmaco fu decisamente fuori luogo e lasciò un relitto di vite umane dietro.

La cocaina deriva dall’Erythroxylum coca (la pianta della coca). La popolazione Inca era solita mangiarne le foglie per far si che il cuore si potesse adattare meglio alla corsa e i polmoni all’aria di montagna. Questa droga non rimase intrappolata tra le mura delle farmacie sotto forma di pastiglie ma fu venduta anche sotto forma di bevande, unguenti e di margarina. Ad utilizzare la cocaina in maniera decisamente astuta fu John Pemberton Syth, il famoso inventore della bevanda analcolica più celebre di tutti i tempi: la Coca-Cola. Dentro questa bevanda, infatti, tra gli ingredienti c’era proprio la cocaina. A causa della cattiva fama derivata da questo ingrediente e dei probabili effetti di questo ingrediente Syth fu spinto a toglierla dal libro degli ingredienti.

La cocaina veniva definita come “la droga dei ricchi” perché riusciva a far spendere un sacco di soldi, dilapidare veri e propri patrimoni. Molta gente infatti, diventata ormai completamente dipendente aveva speso tutti i suoi soldi tanto da addossarle la reputazione – oltre che di droga più pericolosa – anche di droga causa di morte e povertà.

2. Morfina

 

Come riportato da News-Medical, la morfina e altri oppiacei furono invece conosciuti nei secoli grazie alle loro proprietà antidolorifiche. Con lo sviluppo delle reti di trasporto all’alba dell’industrializzazione, molti asiatici fuggirono in America per lavorare portando insieme a loro l’oppio (sostanza stupefacente molto comune nel loro Paese). L’uso del farmaco si sviluppò rapidamente anche in America. La dipendenza da questa sostanza, però, aumentò in proporzioni allarmanti tanto da non mancare mai nelle case della gente. Da qui, si cominciò a cercare per quanto possibile un’alternativa all’oppio. Gli scienziati vollero preservare quanto più possibile le proprietà medicinali dell’oppio di sopprimere la tosse e di alleviare i dolori, ma vollero anche modificare il farmaco in modo da renderlo “meno coinvolgente”.

Nel 1804 Friedrich Wilhelm Sertürner, l’assistente di un farmacista, scoprì la morfina e testò piccole dosi su se stesso e su alcuni ragazzi. Grazie a questo suo piccolo test, l’assistente appurò l’immediato sollievo dal dolore e dall’euforia dati dalla morfina. Nonostante questo, però, notò anche che alte dosi del farmaco avrebbero potuto causare effetti psichiatrici indesiderati, nausea, vomito, costipazione e rallentato la respirazione. La morfina cominciò presto a guadagnare popolarità come antidolorifico tanto da essere fatto anche sotto forma di sciroppo per curare il mal di gola. I soldati che si ferivano molto spesso durante la guerra divennero i primi a sviluppare la dipendenza da morfina. Quest’ultima, infatti, fu soprannominata “il morbo del soldato.” Sempre più spesso, la morfina veniva iniettata con aghi ipodermici e nel XX secolo, i governi e gli organi di governo provenienti da tutto il mondo ne vietarono l’abuso.

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