La prima regola delle mestruazioni è che non si parla delle mestruazioni.

Ci sono tante cose da sapere sulle mestruazioni. Ma una delle nostre prime abitudini, forse un po’ retrograda, è il segreto: cerchiamo infatti di evitare di parlarne in pubblico (nessun uomo, anche se qualcuno sostiene che anche loro non ne siano immuni). Se siamo con un uomo e dobbiamo cambiare l’assorbente, andando in bagno generalmente cerchiamo di fare in modo che lui non si accorga del kit rosa o violetto.

Non ci piace infatti quando qualcuno sa che siamo “in quei giorni”. Meno bella ancora però è la terribile eventualità di perdere sangue in pubblico, magari macchiando la sedia su cui siamo sedute, ad esempio.

Ecco, per questa possibilità c’è ora un rimedio. È la tecnologia, stavolta, che viene in soccorso alla biologia femminile allo scopo di evitare momenti potenzialmente drammatici nonché memorabili figuracce. Si chiama my.Flow ed è un dispositivo tecnologico connesso a un’app che permette di salvaguardare i propri pantaloni e tenere sotto controllo l’ansia quando il flusso mestruale potrebbe essere critico, soprattutto in contesti affollati e formali.

L’app è collegata a un dispositivo bluetooth a sua volta collegato all’assorbente interno e in grado di far sapere a una donna quando il proprio tampone è quasi saturo. My.Flow è l’ultima frontiera dell’era digitale ossessionata dalla digitalizzazione del tutto e dai dispositivi che permettono di monitorare qualunque cosa. Entro il 2020 si stima che ci saranno oltre 38 miliardi di dispositivi connessi.

Ma parliamo nel dettaglio di questo My.Flow.

Che cos’è

Ora anche l’assorbente interno è online e “parla” con il tuo smartphone
Fonte: MyFlow

My.Flow è un’app connessa a un dispositivo che misura il livello di saturazione del tuo tampone interno.

Di chi è stata l’idea?

Ora anche l’assorbente interno è online e “parla” con il tuo smartphone
Fonte: LinkedIn

L’idea è ovviamente di una donna. Lei si chiama Amanda Field e ha 29 anni. Mostrò per la prima volta il progetto all’università di Berkley, durante il suo percorso di studi. Dopo la laurea ha lanciato l’idea di HAX, l’acceleratore più veloce al mondo e dal campus è stata inviata in Cina per sviluppare il prototipo.

Come funziona?

Ora anche l’assorbente interno è online e “parla” con il tuo smartphone
Fonte: Mashable

Come si può monitorare la propria vagina e portare avanti il follow-up tramite un’app? La Field proposto la propria dimostrazione con una vagina finta e una bottiglietta di liquido viola “Abbiamo pensato di escludere il colore rosso, per evitare di allontanare tutti” ha precisato la giovane CEO. Il filo del tampone è connesso a un piccolo monitor, un dispositivo della grandezza di un portachiavi, collegabile alla vostra cintura o ”trasformabile” proprio in insospettabile portachiavi. Sul monitor arriva una notifica ogni volta che l’assorbente deve essere cambiato. Il dispositivo è connesso allo smartphone via bluetooth, tramite – appunto – l’app My.Flow.

Le critiche

My.Flow, è un dispositivo salvavita? Non per tutti. C’è chi sostiene che la cultura retrograda e maschilista sulle mestruazioni come “segreto da nascondere” (come se fossero qualcosa non di naturale ma di cui vergognarsi) sia sfociata nei comportamenti di consumo. Il marketing delle aziende “lavora” nella direzione coerente con la cultura dominante da decenni e secoli: aiutare le donne (che spendono soldi) a nascondere questo “problema”, farlo sparire davanti al mondo: pensate che 3 donne inglesi hanno bloccato il ciclo per anni per la carriera). Anche My.Flow rientrerebbe proprio in questa categoria.

Lo sostengono Christina Bobel, Professore e Presidente della Società di Ricerca sul ciclo mestruale, ed Elissa Stein, autrice di “Flusso: Storia culturale delle mestruazioni”. Ecco cos’ha dichiarato quest’ultima.

Tutto il linguaggio delle mestruazioni è stato inventato dai pubblicitari per vendere prodotti. Perché se gli inserzionisti possono creare il peccato, possono anche proporre i loro prodotti per risolvere tutto.”

E My.Flow non sarebbe da meno. La Stein ha ribattezzato l’app “mortificazione mestruale”.

Se questo non è uno schiaffo in faccia! Stiamo parlando delle stesse donne a cui sono stati venduti messaggi di mortificazione mestruale per anni e anni. Che le mestruazioni siano qualcosa di cui vergognarsi e aver paura. E che le aziende vendono prodotti perfetti per “nascondere il segreto”.

Voi cosa ne pensate di My.Flow? Vince la praticità su tutto e l’utilità di sapere quando il vostro tampone è saturo (se ne sentite realmente il bisogno e non ve ne accorgete da sole) oppure rientra in questi oscuri meccanismi commerciali di creazione del senso di colpa lavabile solo con l’acquisto.

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