La nefrite è un’infiammazione a carico dei reni che può avere ripercussioni abbastanza serie. Può essere provocata da un’infezione batterica che aggredisce i reni, e in questo caso si parla di pielonefrite, oppure dall’esposizione a una particolare tossina. La nefrite è una di quelle malattie che vanno curate tempestivamente perché può degenerare in disturbi molto gravi come ad esempio infezioni del sangue, gotta, nefrite cronica, ascesso perirenale e insufficienza renale.

Nefrite: i sintomi

I sintomi della nefrite sono tanti e non devono mai essere sottovalutati. Tra i sintomi più generali c’è il dolore ai reni persistente e che non passa. L’urina si presenta torbida e scura e a volte anche con la schiuma, nei casi più gravi ci può anche essere sangue.

Quando la nefrite è a uno stadio preoccupante si ha difficoltà a urinare oppure la sospensione della produzione di urina (anuria): in quest’ultimo caso bisogna recarsi subito al Pronto Soccorso. Nei casi più gravi, quando i reni non funzionano e le tossine si accumulano nel corpo, i sintomi possono essere anche mal di testa molto forte, confusione, disorientamento e ipertensione ma anche sonnolenza e nausea.

Nefrite: le cause

I reni sono organi delicati ed essenziali per il corretto funzionamento del nostro corpo: è un nostro preciso dovere mantenerli in buona salute con un’alimentazione sana e dei controlli periodici, come ad esempio le analisi del sangue e delle urine.

La nefrite può essere provocata da un’infezione batterica (ad esempio lo streptococco), ma anche come conseguenza di altre patologie come l’AIDS e le endocarditi batteriche, ma anche diabete, ipertensione e le vasculiti. L’abuso di alcuni farmaci può compromettere la funzionalità renale e tra questi ricordiamo sulfamidici, penicilline, cefalosporine, diuretici e FANS, medicine che vanno assunte sempre sotto stretto controllo medico.

I tipi di nefrite

Nefrite
Foto: iStock

In base alla zona che viene colpita dall’infezione si distinguono tre diversi tipi di nefrite: la glomerulonefrite, la pielonefrite e la nefrite interstiziale. La glomerulonefrite colpisce i glomeruli renali che, insieme ai tubuli renali, formano i nefroni che sono le unità funzionali del rene. Questa rete di capillari arteriosi del corpuscolo renale di Malpighi servono a filtrare il sangue e ci permettono di stare in salute. Nel caso di infezione i reni, non riescono a filtrare il sangue e a eliminare le tossine. Si parla di pielonefrite quando l’infezione oltre a colpire il rene tocca anche la mucosa della pelvi renale, cioè la prima porzione delle vie urinarie. Infine abbiamo la nefrite interstiziale quando l’infezione colpisce l’interstizio, cioè il tessuto che collega i glomeruli e tubuli renali, e quindi va a minare il funzionamento dei nefroni. Un discorso a parte va fatto per la nefrite lupica, che viene classificata come glomerulonefrite ma è causata dal lupus eritematoso sistemico, una malattia autoimmune e cronica che può colpire diversi organi e tessuti del corpo.

Nefrite acuta o cronica

La nefrite è una patologia molto seria che, in base alla gravità con cui si presenta, può essere catalogata come acuta o cronica. Si parta di nefrite acuta quando i sintomi compaiono in seguito a un’infezione, la guarigione si verifica nel 75% dei casi. La nefrite è cronica quando è presente da più di 12 mesi e il quadro clinico è molto serio: in questi casi, la patologia può evolvere in sindrome uremica o insufficienza renale.

Nefrite: la cura

La terapia per curare la nefrite varia in base alla gravità della situazione. In linea di massima, l’obiettivo è sempre quello di curare l’infiammazione per fare in modo che da ridurre al minimo i danni permanenti. Quando la nefrite non è grave si tenta con una dieta drastica in cui vengono eliminati sale, potassio e proteine; per far diminuire l’infiammazione vengono preriscritti anche farmaci immunosoppressori e antibiotici. Quando la funzionalità renale è molto compromessa e le analisi al sangue denotano un’intossicazione in corso si può ricorrere alla dialisi. Quando entrambi i reni smettono di funzionare, l’unica cura possibile diventa il trapianto.

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