Gambe e braccia gonfie e con la difficoltà a muovere gli arti? Attenzione, potrebbe essere a causa di un linfedema, ovvero un ristagno anomalo e in proporzioni elevate di liquido linfatico all’interno dell’organismo che va a generare un blocco vero e proprio del sistema linfatico e il conseguente rigonfiamento degli arti superiori e inferiori.

Un problema che può nascere per diverse cause ma che, in ogni caso, è bene identificare e risolvere, per ripristinare il naturale benessere del corpo e garantire alla linfa che scorre dentro di noi, di farlo in modo corretto. Senza ostacoli e senza che questi possano danneggiare l’organismo e la nostra salute generale.

Cerchiamo, quindi, di capire esattamente cos’è il linfedema, da cosa può essere causato e come combatterlo.

Cos’è il linfedema?

Come detto, quando si parla di linfedema si intende un accumulo di liquido, la linfa, all’interno dei tessuti morbidi del corpo, solitamente negli arti sia superiori (le braccia) che inferiori (le gambe).

Di fatto, quindi, il termine linfedema può essere considerato come una sorta di sinonimo di ostruzione linfatica. Ma perché è così importante curarlo in caso si presentasse? Per prima cosa è bene dire che il sistema o circolo linfatico è fondamentale per il benessere del corpo, poiché rappresenta una difesa naturale dell’organismo nei confronti delle infezioni, filtrando via eventuali sostanze tossiche dai capillari sanguigni. Il tutto attraverso lo scorrimento della linfa nei vasi e fino ai linfonodi, adibiti appunto al filtraggio e alla depurazione della linfa.

Quando questo flusso viene ostacolato, la linfa si può accumulare, andando a gonfiare la zona in cui si ferma e ostruendo i vasi. Una condizione che va a debilitare il corpo con tutta una sere di problemi correlati, tra cui, come primi segnali, una sensazione di pesantezza agli arti, edemi e indolenzimento della parte interessata.

Le cause del linfedema

Le cause che maggiormente influiscono alla formazione del linfedema sono diverse, a seconda delle quali il linfedema stesso viene classificato come primario o secondario.

Nel caso del linfedema primario, che rappresenta circa il 10-25% di tutte le forme, le cause che possono generarlo riguardano un’anomalia congenita del sistema linfatico, motivo per cui si può manifestare anche nei neonati, nella pubertà e prima dei 35 anni di età (linfedema primario precoce). O anche dopo i 35 anni se subentra in forma tardiva, in modo particolare nelle persone di sesso femminile.

Il linfedema secondario, invece, subentra a causa di una disfunzione dei vasi linfatici inizialmente sani, che si danneggiano nel tempo e che, quindi, può presentarsi indistintamente in entrambi i sessi. La causa maggiore del linfedema secondario è la filariosi, un’infezione dei linfonodi provocata da un parassita, il Wuchereria bancrofti ma anche da:

  • diabete;
  • interventi chirurgici per la cura dei tumori (per esempio alla gola, al seno, alla prostata o ai testicoli);
  • obesità;
  • ustioni gravi;
  • linfangite e cellulite batterica;
  • rimozione dei linfonodi ascellari in seguito alla cura del cancro al seno;
  • eliminazione dei linfonodi per finalità diagnostiche.

Manifestandosi, di fatto, con tutta una serie di sintomi ben precisi.

Linfedema: dove e come si manifesta?

Come detto, infatti, i sintomi più comuni del linfedema sono il rigonfiamento della parte, una sensazione di pesantezza agli arti e l’indolenzimento della parte interessata dallo stesso. Ma non solo.

A seconda dell’impatto del linfedema sulla zona in cui nasce, questo può manifestarsi con:

  • un ispessimento cutaneo;
  • l’alterazione cromatica della pelle che si scolora diventando più lucida;
  • la difficoltà a muovere l’arto interessato dal problema;
  • prurito e tensione della zona colpita;
  • sensazione di pesantezza;
  • maggiore predisposizione della pelle a infezioni.

Ma anche (a volte):

  • febbre e brividi;
  • debolezza;
  • cellulite, linfangite, ulcerazioni, ragadi;
  • fatica a muoversi.

Con un impedimento a svolgere le normali funzioni quotidiane, intaccando il benessere del corpo e in particolare degli arti superiori e inferiori.

Braccia

Quando il linfedema colpisce le braccia può interessare la parte nella sua interezza ma anche una sola zona come la mano o l’area al di sotto del gomito. Ma non solo.  Il linfedema, infatti, può nascere anche sul seno, a causa di un’ostruzione della linfa che non riesce a fluire correttamente nella zona ascellare.

Per evitare che si manifesti, quindi, è sempre bene evitare di subire ferite al braccio o infezioni della parte.

Gambe

Se il linfedema, invece, si presenta nella gambe, quello che può capitare è che l’intero arto o le dita dei piedi si gonfino a tal punto da impedire a chi ne soffre di camminare correttamente e di muoversi, provocando anche pruriti, bruciore alla parte e tensione nell’indossare vestiti e scarpe e comportando anche difficoltà a dormire, peggiorando quindi la qualità della vita stessa.

Linfedema: cure e terapie

Un problema altamente impattante, quindi, ma che anche se non in modo definitivo può essere curato. Per farlo, è importante che il paziente segua un percorso e dei trattamenti specifici come:

  • il linfodrenaggio manuale, un massaggio che stimola il sistema linfatico in modo meccanico, andando a ridurre il gonfiore del linfedema stesso, svuotando i linfonodi e favorendo il drenaggio nei tessuti;
  • il bendaggio della parte interessata;
  • la pressoterapia;
  • l’utilizzo di tutori elastici per ridurre il gonfiore;
  • terapie laser;
  • massaggi;
  • attività fisica mirata e costante;
  • riduzione del peso.

E questo anche andando a curare la propria alimentazione.

Linfedema e alimentazione

Trattandosi di uno stato infiammatorio a tutti gli effetti, infatti, per ridurre un linfedema e prevenirne la comparsa è bene anche adeguare la propria alimentazione, prestando attenzione a ciò che si consuma e andando a evitare i cibi ricchi di grassi, zuccheri, sodio e la carne rossa, che possono favorire l’infiammazione e ostacolare lo scorrimento della linfa.

Benissimo, invece, il consumo di frutta e verdura in particolare di quelle che aiutano il drenaggio linfatico come l’avena, le barbabietole, il prezzemolo, l’aglio, il sedano. Ma anche gli asparagi, la lattuga, i carciofi, i mirtilli, i finocchi, i cetrioli e la menta piperita.

Ma non solo. Importante è anche bilanciare bene il consumo giornaliero di proteine. La carenza delle stesse, infatti, può andare a peggiorare l’accumulo di liquidi e del linfedema.

Infine, cosa da non trascurare mai e fonte di benessere per il corpo è l’idratazione. Bere molto aiuta a mantenere fluida la linfa, permettendole di scorrere correttamente. Inoltre, è consigliabile evitare le bevande zuccherate e gli alcolici che disidratano il corpo.

In questo modo è possibile ostacolare la formazione del linfedema da dentro, correggendo le proprie abitudini quotidiane e assicurando salute e benessere all’intero organismo.

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