Negli USA le donne di colore hanno maggiori probabilità di avere il tumore al seno già in giovane età e il rischio di morte per questa malattia è superiore del 42% rispetto alle donne bianche. Nell’articolo pubblicato su Allure.com da Kate Sullivan e Jillian Mackenzie viene riportata la testimonianza drammatica di una donna afroamericana di nome Shay Sharpe che ha dovuto fare i conti con un cancro molto aggressivo che l’ha colpita al seno.
Tutto è cominciato nel 2004 quando Sharpe ha avvertito uno strano prurito al seno sinistro dopo aver indossato un nuovo abito, il primo pensiero è stato un’allergia al tessuto, quindi ha chiamato il medico per farsi prescrivere un antistaminico. Sharpe aveva 26 anni e nessun caso di tumore in famiglia, il suo dottore l’ha visitata dicendole di non preoccuparsi perché le donne nere hanno la tendenza ad avere il seno denso e tendente ad avere cisti. In ogni caso le prescrisse una mammografia per fugare ogni dubbio.

I risultati della mammografia però hanno dato purtroppo un diverso responso: Sharpe aveva un tumore al seno di livello 3, la donna si è quindi dovuta sottoporre a un ciclo di chemioterapia seguito da mastectomia bilaterale, radioterapia e infine la ricostruzione del seno. Per i 9 anni successivi Sharpe non ha avuto complicazioni: in questo periodo ha conosciuto altre donne afroamericane anche più giovani di lei affette da tumore al seno ed ha potuto confrontarsi con loro. Purtroppo nel 2014 le fu nuovamente diagnosticato il cancro al seno, e quindi dovette di nuovo sottoporsi ad una mastectomia bilaterale decidendo in seguito di non procedere con la ricostruzione. Morì poco tempo dopo.

La storia di Sharpe in qualche modo rappresenta un nuovo modo di concepire lo studio del cancro al seno: fino a poco tempo fa c’era maggiore comprensione sul tumore al seno delle donne bianche rispetto a quelle nere, ma uno studio del 2015 dell’American Cancer Society ha mostrato che il tasso di incidenza del cancro al seno è quasi sempre uguale tra le donne nere come tra le donne bianche tranne in 7 stati degli Stati Uniti d’America in cui le afroamericane ne sono affette di più. Alcuni esperti hanno supposto che questi dati siano cambiati perché negli ultimi anni sempre più donne nere si stanno sottoponendo a mammografie.

Un altro dato emerso dallo studio è che quando le donne nere hanno il cancro al seno il rischio di mortalità è del 42% superiore rispetto alle donne bianche, un valore molto alto.

Il National Cancer Institute (NCI) ha assegnato 12 milioni di dollari a ricercatori in tutto il paese per indagare le ragioni genetiche e biologiche per le diagnosi e gli esiti del cancro al seno delle donne afroamericane e raccogliere tali dati per uso nazionale. Uno dei progetti avrà come scopo la raccolta e l’analisi di dati sui genomi di 20.000 donne nere con cancro al seno e valutare come si differenziano da quelli di 20.000 donne nere che non hanno la malattia, quindi i risultati saranno confrontati con i genomi di donne bianche affette da tumore al seno.
Laura Bierut, professore di psichiatria alla scuola di medicina di Washington, ha utilizzato kit di test genetici su donne nere volontarie. I risultati creeranno un database che verrà condiviso con altri gruppi per la cura del tumore al seno nelle donne nere.

Le domande a cui rispondere sono: Le donne nere vengono colpite da tumori al seno più aggressivi? E sono più giovani rispetto alle donne bianche? La professoressa Bierut e Damali Martin, direttore del programma della divisione NCI del controllo del cancro e delle scienze della popolazione spiegano:

Questi sono i segni distintivi della predisposizione genetica. E confermando una connessione genetica può significare salvare vite umane. Se possiamo definire in modo chiaro se la genetica svolge un ruolo determinante in questi sottotipi aggressivi del cancro al seno, possiamo utilizzare i dati per guidare la prevenzione: possiamo identificare le donne a rischio più elevato e possibilmente prenderlo in tempo.

C’entrano solo i genomi?
Le ragioni delle disparità razziali possono andare oltre la biologia. Alcuni studi fanno emergere che le donne nere hanno maggiori ritardi nella diagnosi e nel trattamento dopo un mammografia anormale che potrebbero ridurre il tasso di sopravvivenza.
Bierut spiega:

Chiunque non abbia possibilità economiche adeguate – purtroppo in questo paese (USA n.d.r.) gli afro-americani hanno più probabilità di essere in condizioni disagiate – non può ottenere diagnosi e trattamenti precoci

Stando a quanto riportato, le donne nere hanno più probabilità di non avere un’assicurazione o di sottoporsi a cure mediche tempestive. L’ideale sarebbe divulgare il più velocemente possibile i dati riguardo l’incidenza del cancro al seno sulle donne afroamericane in modo che questa consapevolezza possa servire e spronare a fare prevenzione ed eventualmente a diagnosticare in tempo la presenza di un carcinoma al seno.

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