Il fascino del male esiste? È una domanda che ci poniamo continuamente, soprattutto quando la cronaca porta (o riporta) alla luce storie di persone, spesso donne, infatuate dei criminali.

Non parliamo di chi scrive ai carcerati che magari sono detenuti per bancarotta o reati contro il patrimonio (per esempio furti) per alleviare il loro soggiorno forzato, ma chi scrive a omicidi o serial killer perché vorrebbe con loro una relazione.

Perfino donne che si invaghiscono di femminicidi. Il fenomeno esiste da sempre: durante le esecuzioni del XVIII secolo per gli assassini, non erano poche le donne in prima fila a stringersi il petto. E c’è un nome preciso per questo: ibristofilia.

Cosa significa ibristofilia?

Si tratta di un termine che viene dal credo, composto da “filia”, ovvero amore, e ὑβρίζειν, che significa “commettere un oltraggio verso qualcuno”. Quindi letteralmente amore per i criminali.

L’ibristofilia è quel fenomeno in cui ci si innamora di chi ha compiuto un reato violento, in particolare uno o più omicidi. Coinvolge per lo più donne, ma più per una questione numerica: molti assassini sono uomini cisgender eterosessuali.

Le ragioni e le cause psicologiche

Ibristofilia
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L’ibristofilia, come spiega Restore Mental Health, viene identificata in psicologia come parafilia e non come disturbo mentale. Sostanzialmente il criminale viene visto come un feticcio, al pari di chi si eccita per i piedi o per il latex (ma non c’è niente di male nei feticismi di questo tipo all’interno di una relazione sessuale consensuale).

In generale un feticismo, riconosciuto come prima causa dell’ibristofilia, è l’attrazione in modi insoliti o inappropriati. Certo, il feticcio per un criminale violento è più pericoloso di uno per i piedi, perché c’è il rischio di recidività una volta fuori dal carcere.

Ci sono tuttavia delle altre conseguenze che possono dimostrarsi importanti: chi soffre di ibristofilia potrebbe prendere decisioni sulla vita che riguardano il proprio feticcio, per esempio accettare un impiego in un penitenziario o sposare un detenuto.

Ci sono però anche altre cause:

  • genetiche (ma solo se riguarda il genere femminile). L’attrazione per un uomo forte che dispone della vita e della morte degli altri può avere a che fare con un processo evolutivo, che porta le donne a sentirsi attratti per uomini forti;
  • legate a un trauma infantile. Chi ha subito abusi o è stato trascurato quando era piccolo potrebbe aver sviluppato un’attrazione malsana verso i “cattivi”;
  • sociali. Si tratta dei fattori legati all’attrattività mediatica dei killer, che vengono visti alla stregua delle star della musica, del cinema, dello sport e della tv.

I casi di ibristofilia più famosi

Il caso più celebre riguarda probabilmente Ted Bundy, uno dei più celebri serial killer statunitensi. Le donne si recavano in tribunale con look che ricordava quello delle sue vittime. Una di loro, Carole Ann Boone, arrivò addirittura a sposarlo.

Stesso discorso vale per Charles Manson, leader di un movimento settario criminale, attorniato nella sua Family da ragazze spesso minorenni: nel caso di Manson tuttavia non si è ad oggi certi che sia stato lui il teorico dei massacri per cui trascorse la vita in carcere (secondo alcuni il vero teorico fu un altro membro della Family, Tex Watson).

In Italia, molte donne hanno avviato una corrispondenza e si sono innamorate di Angelo Izzo, riconosciuto dalla giustizia come uno degli autori del massacro del Circeo, tra i più celebri femminicidi ante litteram. Uscito dal carcere, tra l’altro, Izzo ha compiuto un crimine fotocopia con il duplice omicidio di Ferrazzano. E ci si chiede come possa accadere che un uomo condannato per l’omicidio di quattro donne possa rappresentare l’oggetto del desiderio per altre.

In tempi più recenti, sui social italiani sono spuntati gruppi come “Le bimbe di Benno”, ovvero le fan di Benno Neumair, accusato per l’omicidio dei genitori, o “Le bimbe di Turetta”, cioè le fan di Filippo Turetta che ha confessato di aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin.

È possibile liberarsi dall’ossessione?

Ibristofilia
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È possibile liberarsi da ogni ossessione: ammettendo di avere un’ossessione e decidendo di entrare in psicanalisi. Ma non solo non è detto che una persona percepisca la propria ibristofilia come un problema, il fatto è che il fenomeno resta sotto traccia: per molti è una questione privata, quasi una qualsiasi fantasia sessuale senza conseguenze.

Va da sé però che avviare una relazione con un omicida doloso o comunque con un violento non sia una buona idea, sia per la propria incolumità sia per le persone vicine, come eventuali figli.

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