Quando ho scoperto che non è vero che le tette piacciono a tutti
È giunto il momento di smetterla di dividere il mondo in giusti e sbagliati basandosi su cose frivole come l’aspetto, le abitudini sessuali, il genere, le tette!
È giunto il momento di smetterla di dividere il mondo in giusti e sbagliati basandosi su cose frivole come l’aspetto, le abitudini sessuali, il genere, le tette!
Tutti noi siamo fatti di piccole stupide convinzioni. Apparentemente innocue, pensiamo, finché non ci troviamo all’improvviso a sbattere contro la realtà e ci rendiamo quindi conto di quanto siamo stati idioti.
È questa la sensazione che ho provato quando lessi della lotta contro il cancro al seno e della mastectomia di queste donne e di come la loro volontà sia stata calpestata da medici disumani, che non hanno rimosso completamente la pelle del seno in eccesso. Questo l’articolo:
Perché, un po’ ironicamente, ma nemmeno troppo, sono sempre stato convinto che le tette, in fin dei conti, piacessero a tutti.
Piacciono agli uomini etero per ovvie ragioni, piacciono alle donne che quando le hanno le mettono in mostra o, al contrario, le bramano fino al punto di ricorrere alla chirurgia. Testimone io stesso di ferree dichiarazioni, piacciono persino agli uomini gay, che non possono negare la bellezza estetica che un seno possiede.
Era una convinzione stupida, lo so, ma non ero così folle da renderla universale. Ero conscio potessero esserci delle eccezioni, ma non mi rendevo conto che l’errore stava proprio lì: nel considerare l’opinione di chi un seno non lo vuole, per l’appunto, un’eccezione.
Non facevo altro, in fondo, che fare quello che hanno fatto questi medici, che noncuranti della volontà delle loro pazienti, le hanno lasciate con lembi di pelle martoriati e penzolanti, nel caso in cui “cambiassero idea”.
L’unica cosa che potevo controllare era come sarebbe sembrato il mio seno, e avere qualcuno che se ne è fregato è stato insultante, demoralizzante e traumatizzante.
Sono le parole di Kim Bowles, che ha ideato la pagina Facebook Not Putting on a Shirt, in cui raccoglie storie simili alla sua.
Storie di donne la cui idea, l’eccezione, non poteva rimanere tale per sempre. Prima o poi doveva essere ricondotta alla normalità. L’esistenza stessa di un pensiero non ortodosso è del tutto inconcepibile per questi medici. E non solo.
Perché questa dittatura di pensiero colpisce le donne continuamente.
Non lo dico perché sono costretto a farlo. L’ho visto, l’ho sentito e, a volte, sono stato anche il colpevole.
In fondo, è la stessa operazione che si attua quando una donna dichiara di non volere figli. Non le si dice forse, come primissima cosa: “Vedrai che poi cambi idea”?
E allo stesso modo, non inorridiamo tutti quando veniamo a sapere di giovani ragazze che scelgono volontariamente di sterilizzarsi? Non le si rimprovera di essere folli, incoscienti ed egoiste?
Non siamo forse portati a considerare eccentriche (quando va bene) o z****le (nella maggior parte dei casi) quelle donne che non hanno paura di vivere la sessualità in piena libertà?
Perché la verità è che, nonostante tali pensieri siano del millennio scorso, la donna deve essere ancora una santa madre di famiglia. Quella è regola. Chi non la rispetta è l’eccezione.
Allo stesso modo, quindi, per essere femminile, per essere una vera donna, il seno è componente fondamentale. Non puoi, nemmeno se lo dichiari espressamente, nemmeno se è stata la culla di un male che ti ha quasi ucciso, farne a meno.
Tale violenza (perché di questo si tratta) mi è apparsa in tutta la sua gravità quando ho realizzato che, in quanto uomo, non ho mai subito torti del genere.
Nessun medico si è mai permesso di ignorare la mia volontà o di sottovalutare i miei malesseri. Nessuno mi ha mai fatto una paternale perché non voglio figli e, ovviamente, ho solo preso complimenti e incoraggiamenti quando mi è capitato di vantarmi di eventuali exploit sessuali.
È vero, anche noi uomini siamo schiavi dello stesso sistema maschilista che abbiamo fondato. Anche noi dobbiamo sottostare a regole, che nel nostro caso forse non concedono nemmeno eccezioni.
Ma questa è una ragione in più per capire che è giunto il momento di smetterla di dividere il mondo in giusti e sbagliati basandosi su cose frivole come l’aspetto, le abitudini sessuali, il genere, le tette!
Ed è una cosa su cui tutti dovremmo lavorare. Perché non serve essere dei misogini violenti o dei bigotti intransigenti per perpetrare questo sistema di schiavismo intellettuale. Sono sufficienti i piccoli giudizi, le maldicenze, i pettegolezzi maliziosi. I “poverina” sussurrati in direzioni di “eccezioni”, che magari hanno scelto di essere così.
È la supponenza di essere dalla parte giusta del mondo a condannare il resto a essere denigrato, compatito, stigmatizzato.
È scherzare sulle “tette che piacciono a tutti”, non capendo che non è affatto vero. Ed è del tutto normale sia così.
Un po' scribacchino pretenzioso, un po' pirata che sogna la pensione, vivo in perenne crisi d'astinenza da Netflix e sono proprietario di un divano abusivamente occupato da un cane che si finge timido.
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