Migliaia di contagi, centinaia di persone in quarantena e un viavai ininterrotto di ambulanze. Sono giorni drammatici a Wuhan, dove l’incubo del coronavirus sta mettendo a dura prova 11,08 milioni di abitanti.
Eppure, in mezzo a uno scenario quasi apocalittico, nella Cina infettata dal 2019-n-Cov ci sono decine e decine di storie di persone comuni che meriterebbero di essere raccontate.
In prima fila ci sono loro, i medici che da quasi un mese e mezzo stanno lottando senza sosta contro un’emergenza più grande perfino delle dimensioni della nazione in cui vivono. Sono stati soprannominati “angeli bianchi” perché, per operare in condizioni di sicurezza nelle corsie degli ospedali pieni di pazienti infetti, devono indossare appositi abiti bianchi, oltre a tutte le altre protezioni del caso.
La loro vita, in questi giorni, è fatta di tanti sacrifici e altrettante rinunce: poche ore di sonno, piaghe sulla faccia per il prolungato uso delle mascherine e giornate interamente passate sul posto di lavoro. Lo staff medico di Wuhan, l’epicentro del coronavirus, ha utilizzato i social media per condividere tutto ciò.
Le foto che hanno scosso l’animo di molte persone, mostrano non solo le ferite del viso causate dall’indossare l’equipaggiamento protettivo necessario, ma anche l’esaurimento fisico e mentale del personale medico. Le immagini, che sono state condivise su Twitter, si sono ampiamente diffuse sui social media e hanno rivelato al mondo le conseguenze fisiche del prendersi cura 24 ore su 24 dei pazienti affetti da coronavirus.
Il personale sanitario ormai allo stremo delle forze conta anche due vittime. Un medico, Liang Wudong di 62 anni, è morto dopo essere stato contagiato dal coronavirus mentre lavorava nell’Hubei Xinhua Hospital di Wuhan.
Secondo il Chinese Global Times, un altro medico di Wuhan è stato stroncato da un infarto: non è chiaro se a sua volta Jiang Jijun, 51 anni, fosse stato contagiato dal coronavirus, ma la sua morte viene vista come prova del sovraccarico di lavoro a cui è sottoposto il personale medico della città epicentro del contagio.
Il governo cinese ha inviato rinforzi per lo staff medico impegnato nella battaglia contro il contagio e, a fronte dell’espandersi del virus, il presidente cinese Xi Jinping ha parlato di situazione grave e ha ordinato inoltre rifornimenti extra di farmaci e supporto ai medici in prima linea.
Nella gallery le donne e sugli uomini che combattono il coronavirus in prima linea.
Segni sul volto
Una infermiera mostra i segni sul suo volto causati dall’uso prolungato della mascherina.
Lividi e piaghe
Per alcune infermiere le conseguenze sono peggiori in quanto l’uso prolungato delle protezioni contro il coronavirus, sulle pelli più sensibili, lacerano la pelle.
Sovraccarico di lavoro
Il personale medico a Wuhan è costretto a estenuanti turni di lavoro per cercare di curare il maggior numero di pazienti affetti dal virus.
Attivi nell'arginare l'emergenza
I medici e le infermiere hanno così tanto da fare che non hanno il tempo di andare in bagno, e consumare pasti adeguati.
Eroi ed eroine
Ci sono colleghi con piaghe alla pelle della faccia, perché dobbiamo portare sempre la maschera e gli occhialoni protettivi, da tenere ben stretti, e i turni sono lunghissimi.
Indumenti protettivi
Finita la giornata, ci dobbiamo togliere gli indumenti protettivi strato dopo strato. Prima lavi i guanti, e poi cominci a liberarti della tuta. Maschera, occhiali e calottina per i capelli vengono per ultimi, dopo essersi rilavati le mani.
Norme igieniche serrate
Le norme igieniche sono molto serrate e gli specialisti stanno facendo di tutto per assistere i pazienti.
Medici in arrivo
Sarebbero in arrivo a Wuhan, la città focolaio dalla quale è iniziata la diffusione del virus, altri 1.200 medici.
Costruzione di ospedali
La Cina ha promesso l’apertura nella città di un secondo ospedale entro una decina di giorni e di un terzo in due settimane.
Scorte mediche
Le scorte mediche di base e di prima necessità sono in fase di esaurimento, mettendo a rischio ulteriormente la capacità delle autorità di fronteggiare il virus.
In particolare ciò che ormai è andato esaurendosi sono i materiali medici di base come i camici monouso e le mascherine.
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