Winnie the Pooh è uno dei personaggi che hanno accompagnato l’infanzia di molti bambini. Tante tra noi sono rimaste legate alle sue storie e a quelle dei suoi amici, a partire dal bimbo Christopher Robin. Chi non avrebbe voluto avere degli amici tanto speciali? Eppure, tra i tanti livelli di lettura che i racconti di A.A. Milne possiedono, ci potrebbe essere un’insolita metafora legata a varie problematiche, in particolare i disturbi mentali.
È quello che si legge nello studio dal titolo Patologie nel bosco dei 100 Acri: una prospettiva del neurosviluppo su A.A. Milne. In questo studio – elaborato dai ricercatori Sarah E. Shea, Kevin Gordon, Ann Hawkins, Janet Kawchuk e Donna Smith e pubblicato Canadian Medical Association Journal – si legge come tutti i personaggi del mondo incantato di Winnie the Pooh – il bosco dei 100 Acri appunto – simboleggino un disturbo mentale o un problema che, se trascurato, potrebbe portare a diverse questioni di salute. In questa gallery riassumiamo brevemente i risultati dello studio.
Winnie the Pooh
Disturbo da deficit dell’attenzione. Si tratta di un disturbo dello sviluppo neurologico: Pooh si distrae per un nonnulla, come una nuvola passeggera lo farà distogliere dalla sua ricerca per il miele. Inoltre l’orsetto mangia compulsivamente, il che gli causa obesità.
Tigro
Iperattività con disturbi dell’attenzione. È un esito del disturbo di cui sopra. Tigro mostra una delle tantissime sfumature che presentano i vari disturbi dell’attenzione.
Pimpi
Disturbi d’ansia. È uno stato caratterizzato da preoccupazione o paura. Pimpi è infatti un vero e proprio ricettacolo di timori.
Ih-Oh
Distimia. È una forma un po’ più lieve di depressione. No, l’asinello tanto dolce non è solo molto triste.
Tappo
Disturbo di personalità narcisistica. Il coniglio è infatti molto egoista ed egocentrico.
Kanga
Iperprotettività. Non è un disturbo mentale, ma Kanga è un po’ troppo protettiva col suo piccolo.
Roo
Vittima di insolito nutrimento (il malto). Anche in questo caso non siamo proprio davanti a un disturbo mentale, ma Roo è anche una specie di emarginato tra gli altri personaggi.
Gufo
Dislessia. Anche se forse per la diagnosi certa, in questo caso, sarebbe bene anche una capatina all’oculista.
Christopher Robin
Disforia di genere infantile. È in realtà per gli studiosi di quel saggio una diagnosi provvisoria – anche abbastanza insolita – suggerita dalle illustrazioni realizzate da E.H. Shepard. Gli autori del saggio però appaiono più preoccupati dal fatto che Christopher Robin non abbia nessuna supervisione parentale e parli con gli animali.
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