“Vorrei essere normale”: Eleonora che combatteva la bulimia e si è suicidata
Eleonora, malata di bulimia, si è tolta la vita. Voleva solo essere "normale", ma non è riuscita a farsi aiutare per sconfiggere quel mostro terribile che l'ha divorata.
Eleonora, malata di bulimia, si è tolta la vita. Voleva solo essere "normale", ma non è riuscita a farsi aiutare per sconfiggere quel mostro terribile che l'ha divorata.
Aiutare una persona che soffre di un disturbo alimentare non è sempre semplice, soprattutto perché difficile è farle capire che ha bisogno di essere curata; i disturbi di questo genere provocano isolamento, un senso costante di abbandono, la sensazione di non essere compresi dal mondo, di non essere amati.
Purtroppo, non tutte le storie di disordini alimentari sono a lieto fine, non tutti riesco a farsi aiutare davvero; c’è chi, come Eleonora, non ce l’ha fatta.
Eleonora, malata di bulimia, ha visto nel suicidio la soluzione unica e possibile al suo male; alla mamma ha lasciato questo biglietto:
Sono stanca di ‘sto mondo prigioniera dietro a un banco del mio essere diversa che attira il tuo sguardo. Cosa ho fatto mai di male? Vorrei essere normale. Sono stanca di ‘sto mondo del mio corpo fuori tempo. Vagabonda al tramonto come il Sole che si è perso. Io non voglio essere speciale. Vorrei essere normale. Voglio ancora, sogno ancora il sorriso di mia Madre che accarezza la mia differenza e mi dice ‘Eleonora sei normale’.
La mamma di Eleonora, che si è chiusa nel silenzio e ha scelto di non parlare, di non mostrarsi, ha voluto dire solo una cosa:
Non posso donare gli organi di mia figlia, perché non sono più vitali, ma posso consegnare questa poesia scritta da Eleonora a tutte le persone che soffrono e se anche una sola vita sarà salvata grazie a queste parole, avrò reso onore al sacrificio di mia figlia.
Per questo, ha consegnato il biglietto di sua figlia al compagno, Igor Nogarotto, che ne ha fatto una canzone, Eleonora sei normale, vista e condivisa da moltissime persone su YouTube. Proprio lui ha accettato di parlarci di Eleonora, di raccontarci la sua storia, a partire dalle radici del suo male che, ci spiega, potrebbero risalire all’abbandono del padre, avvenuto quando lei aveva appena sei anni.
Non ci sono mai stati segnali? Quando ve ne siete accorti?
“Intorno ai 10 anni ha manifestato i primi sintomi. Dai 14 in avanti è iniziato il calvario. Un ‘indizio’ che ricordo bene è quando trovammo lo spazzolino da denti in camera sua: per non far notare che andava sempre in bagno dopo il pasto, si era ‘attrezzata’ per il vomito in camera sua; con il manico dello spazzolino lo induceva. E ha iniziato a bere sempre di più il latte, prima solo la sera, poi anche durante il giorno”.
Che tipo era Eleonora prima della malattia?
“Eleonora è stata un tipo spiritoso sempre, prima della malattia e durante. Nel trascorrere degli anni si sono sempre più manifestate difficoltà a concentrarsi (e ciò creava anche problematiche a scuola), legate a malnutrizione e denutrizione. E parallelamente un progressivo deperimento fisico“.
Una delle cose più complicate è, ovviamente, riconoscere i segnali, perché non sempre è così semplice, neppure per un genitore, accorgersi di qualcosa che non va; infatti, anche Igor tiene a specificare
“Non me la sento di dare informazioni tecniche generalizzabili, non mi compete. Posso dire che quando la patologia inizia, i segnali sono evidenti, per quanto chi ne soffre, sia che si tratti di bulimia o anoressia, faccia di tutto per mascherarlo: Eleonora si abbuffava di nascosto, mangiava un sacco di porcherie, nascondendo il cibo e faceva finta di niente se ‘colta’ nel gesto di farlo; poi andava a vomitare chiudendosi in bagno: ha ammesso queste cose solo molto tempo dopo, ma effettivamente era restia a farsi aiutare“.
Eleonora aveva fatto capire, attraverso parole, comportamenti, questa sua tristezza verso la vita?
Sì. Ripeto, e ci tengo a sottolinearlo, pur continuando a essere una ragazza a suo modo ironica, notavi che qualcosa nella sua testa non andava come al solito. Gradualmente ricercava sempre più la solitudine, non voleva più uscire né dialogare.
Veniamo al momento del suicidio; per esplicita richiesta della madre non raccontiamo il come, ma solo del momento in cui è stata trovata la lettera.
“La lettera è stata trovata quando (probabilmente, non lo sappiamo con precisione) il gesto era stato compiuto da non molto tempo. Era in camera sua, vicino ad uno spazzolino da denti, stranamente nuovo, ancora nella confezione“.
Che cosa vorreste far capire non solo ai malati, ma alle persone loro vicine, attraverso la vostra esperienza?
“Di non sottovalutare i sintomi. Di parlarne il più possibile, ma senza cercare di indurre ‘con la forza’ la persona a parlartene: è solo controproducente. E più in generale di spronare i figli (o parenti, amici, partner) a realizzare le loro passioni, prima capendo quali siano, poi sostenendoli in quella direzione, perché se si occupa il proprio tempo nel realizzare un obiettivo che ci stimola, si è molto meno esposti ad ammalarsi, in quanto molte patologie hanno origine da traumi legati alla mente, da una sorta di insoddisfazione esistenziale, prima ancora che dal corpo“.
Per portare avanti il ricordo di Eleonora Igor e la madre hanno dato il via al movimento Non siete soli, per sensibilizzare e accendere i riflettori su una patologia sottovalutata come quella dei disturbi alimentari, in collaborazione con la scrittrice Mariavittoria Strappafelci, ex malata di anoressia, autrice del libro Il digiuno dell’anima: una storia di anoressia, e il Maestro Alessandro De, speaker radiofonico e musicista.
Dimmi l’ultima cosa che ti ricordi ti abbia detto Eleonora.
Quando scrivi una nuova canzone?
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
Cosa ne pensi?