Se è vero – e lo è- che come si dice le parole sono importanti, l’effetto Florida ne è la dimostrazione maggiore che si possa avere su se stessi. Perché al di là di ciò che accade all’esterno e che ci influenza da fuori, c’è molto che si muove dentro e che ci condiziona, agendo direttamente sul nostro cervello e sulle nostre reazioni emotive e fisiche. E le parole hanno tantissima influenza su ciò che siamo e sul come ci comportiamo.

Ma cerchiamo di capire cos’è questo effetto florida e come le parole possono cambiare la nostra vita senza che ce ne accorgiamo.

L’effetto Florida: una spiegazione semplice

Durante una conferenza stampa, l’ex allenatore della Roma, Daniele De Rossi, ha citato questo effetto Florida, suscitando non poche domande su cosa si trattasse. Domande che a ben vedere dovremmo farci tutti e che è bene approfondire, perché di fatto questo effetto ci coinvolge tutti, molto più di quanto si possa pensare.

Per capire cos’è l’effetto Florida, dobbiamo partire da un concetto semplice ovvero che le parole che sentiamo o che ci diciamo hanno una conseguenza immediata sul nostro cervello e sulle nostre reazioni, sia a livello emotivo che fisico.

Un concetto potentissimo se solo si pensa a quante sono le parole che ogni giorno ci vengono rivolte o ci auto diciamo. E che parte da uno studio condotto tra il 1995 e il 1996.

Sotto la guida dello psicologo americano Dott. John Bargh, si sottopose un gruppo di studenti a un gioco, ovvero quello di creare delle frasi partendo da un gruppo di parole date e senza un apparente collegamento le une con le altre. Una volta fatto, ai ragazzi venne chiesto di cambiare stanza, percorrendo un corridoio. Uno spostamento che venne cronometrato dai ricercatori e che portò alla luce dei risultati inaspettati.

I ragazzi che si erano trovati a creare delle frasi con parole inerenti alla vecchiaia, come “rughe” o “stanchezza”, percorsero il corridoio molto più lentamente rispetto al gruppo di ragazzi che avevano ricevuto delle parole non collegabili all’invecchiamento.

Questo studio, quindi, mise in luce quanto le parole con cui si ha a che fare (e che quindi ascoltiamo o ci auto rivolgiamo) agiscano su di noi, con un impatto reale sul nostro modo di essere e di fare, poiché arrivano dalla somma di abitudini, credenze e significati riconosciuti come veri per abitudine.

E questo accade in ogni ambito della nostra vita, dal lavoro alla vita sociale, dalle relazioni allo sport e fino alla percezione che si ha di sé.

Come influenza la nostra mente

Di fatto, quindi, l’effetto florida può essere inteso come  un potentissimo esempio di “priming” ovvero l’utilizzo di fattori “di sfondo” per mettere qualcuno in uno stato psicologico che influisce sulle sue azioni senza che ne sia consapevole. I fattori di sfondo sono solitamente oggetti, immagini, storie ascoltate e anche parole che si sentono.

Se quindi si utilizza il termine o il concetto di stanchezza, per esempio,  l’organismo si metterà in quella condizione e si sentirà stanco e sopraffatto per davvero. A prescindere dalla condizione reale.

Ed ecco che anche il modo in cui si vivrà la propria quotidianità andrà di pari passo con la sensazione e la condizione in cui vive il nostro corpo e la nostra mente. E che, sempre restando nell’esempio della stanchezza, ci porterà a sentirci scarichi, senza energia, senza voglia di fare: tutte quelle sensazioni tipiche di chi è davvero stanco.

E questo vale per ogni cosa, in ogni ambito della nostra vita. Compresa la visione del nostro tempo, sia nella quotidianità che inteso come tempo di vita.

Effetto Florida e decisioni quotidiane: cosa possiamo imparare?

Le parole utilizzate, quindi, hanno un effetto concreto e immediato su di noi, sul nostro sentire e sul modo di agire.

Anche se non ne siamo consapevoli, i diversi stimoli che ci circondano sono anche quelli che indirizzano la nostra struttura mentale e che, di conseguenza, influenzano anche il nostro comportamento, andando via via a rafforzare ulteriormente il pensiero dentro la nostra mente a livello inconscio e andando a creare la realtà in cui vive.

Un effetto che quindi, così come vale in “negativo”, si può scardinare in positivo, utilizzando parole che ci facciano stare bene, agendo per sentirci carichi e pieni di energia, coccolandoci o spronandoci, e facendo lo stesso nel rapporto con gli altri. Così facendo, come il parlare di stanchezza ci porterà a sentirci stanchi davvero, il non parlarne ma virare le nostre parole in positivo ci farà stare bene, con più vitalità e con maggior forza e presenza.

Un concetto che si può applicare alla vita quotidiana anche nelle piccole cose. Se ci si dice costantemente di essere in ritardo nel fare le cose, anche in termini di fasi della vita, con molta probabilità anche il corpo, lo stato d’animo e il nostro modo di agire e di stare asseconderanno questo pensiero.

Molto diverso invece è dirsi che si è perfettamente nel tempo in cui si vuole essere e che tutto va secondo come deve andare o come si desidera.

Come evitarne le trappole?

Ecco perché risulta importantissimo essere coscienti e consapevoli di ciò che si sente, sia a livello fisico che mentale, di ciò che si è e di come si è, per capire quando una sensazione fa davvero parte di noi o è semplicemente ciò di cui abbiamo convinto corpo e mente ascoltando o osservando ciò che ci è stato detto o imposto come reale.

Uno sforzo che ci rimette in contatto con noi stessi a prescindere da ciò che ci viene detto o che ci si vuole far credere e che ci aiuta a vivere meglio, indirizzando positivamente la nostra vita e il nostro benessere sia fisico che mentale, donando positività a entrambi ed evitando di cadere in condizionamenti esterni che ci portano a cambiare la nostra vita in una direzione che non è quella che si vuole.

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