Le donne hanno il 32% di possibilità in più di morire per intervento chirurgico
Secondo un recente studio, le donne avrebbero il 32% di probabilità in più rispetto agli uomini di morire dopo un intervento di chirurgia.
Secondo un recente studio, le donne avrebbero il 32% di probabilità in più rispetto agli uomini di morire dopo un intervento di chirurgia.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista medica JAMA Surgery, le donne presentano maggiori probabilità di incorrere in complicanze post-intervento chirurgico per mano di chirurghi uomini. Le probabilità di decesso aumentano, in questi casi, addirittura del 32%.
Le pazienti di sesso femminile hanno anche dovuto affrontare degenze ospedaliere più lunghe, con un rischio di secondo ricovero maggiore dell’11% se operate da un chirurgo maschio.
Inoltre, è risultato che sia i pazienti chirurgici di sesso maschile che quelli di sesso femminile hanno avuto migliori risultati di salute con donne chirurgo. Specialmente le donne hanno sperimentato un’incidenza minore di complicanze dopo essere state operate da medici donna.
Lo studio, effettuato in Ontario (Canada), ha rilevato questi risultati a distanza di 30 giorni dall’operazione.
Molte donne operate da chirurghi maschi hanno riferito di non essere soddisfatte degli interventi che hanno subito. Un sondaggio del 2019 ha rilevato che il 17% delle donne si è sentito discriminato a causa del proprio genere, rispetto a solo il 6% degli uomini. Si tratta quindi di una problematica assai diffusa, radicata in una società in cui è ancora molto forte il pregiudizio di genere.
Il Royal College of Surgeons of England ha dichiarato al The Guardian che i risultati erano “interessanti. Sono necessarie ricerche molto più dettagliate sulla comunicazione, la fiducia e le relazioni medico-paziente”.
Secondo quanto dichiarato da Christopher Wallis, oncologo urologico e assistente professore all’Università di Toronto, i risultati ottenuti “dovrebbero sicuramente spingerci a considerare come possiamo fare più ricerche ed evolvere le nostre pratiche per limitare il divario tra chirurghi di sesso maschile e femminile”.
Wallis e Angela Jerath, epidemiologa clinica e professoressa associata presso l’Università di Toronto, hanno concordato sul fatto che le differenze nei risultati non sono “tecniche”: i chirurghi di tutti i sessi ricevono infatti la stessa formazione. La differenza sta, piuttosto, nelle tipologie di approccio al paziente.
Jerath ha ipotizzato che le donne chirurgo riescano consigliare i loro pazienti in modo diverso, consultarsi più frequentemente con altri specialisti e comunicare di più con i pazienti dopo l’operazione.
Wallis ha affermato che è possibile che le donne chirurgo siano più attente alle potenziali complicanze, in particolare tra le loro pazienti di sesso femminile, rispetto ai loro colleghi maschi. Ma ha anche sottolineato la scarsità di chirurghi donna, soprattutto in ruoli specializzati.
“La cultura della medicina e della chirurgia rende più difficile l’ingresso per le donne rispetto agli uomini”, ha detto Wallis. “Se le donne hanno barriere più alte all’ingresso, allora è chiaro che entrino solo quelle che sono veramente eccezionali”.
Secondo quanto affermato dall’AAMC, inoltre, non è infrequente che le donne chirurgo subiscano discriminazioni, molestie sessuali e sminuimento delle loro capacità.
Giornalista sulle nuvole, i miei grandi amori sono i libri, il cinema d'autore e gli animali. Sepulveda e Tarantino: le mie ossessioni.
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