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“Ce l’hanno fatta milioni di donne per secoli, puoi farcela anche tu”. Sottotitolo: a sopportare le mestruazioni.
È credenza radicata che, in quanto fenomeno naturale, sia necessario accettare come una vittima sacrificale tutte le possibili conseguenze del ciclo. Anche se sono dolorose, fastidiose o addirittura invalidanti.

In un’epoca in cui normalizzare il sangue mestruale è diventata un’esigenza sociale e politica, oltre che individuale, discutere del suo impatto sulla vita quotidiana, sulla stabilità economica, sulla salute, sul sesso, sulla fertilità, sulle relazioni e sul benessere mentale è però un passaggio obbligato. Necessario, per sdoganare l’idea errata che, considerato il carattere universale delle mestruazioni, si tratti di un fenomeno di cui sappiamo tutto, di un evento sempre uguale nella sua occorrenza, per tutte le donne del mondo. Le mestruazioni, però, non sono tutte uguali: c’è chi non le patisce, chi ne viene schiacciato. C’è chi per il ciclo e la vergogna mestruale abbandona la scuola e chi non riesce a inglobare nel budget mensile la spesa per gli assorbenti. C’è chi ogni mese soffre dolori lancinanti. C’è chi fatica a dormire nei giorni del ciclo, inficiando i livelli di produttività, creatività e umore del giorno dopo.

Nelle ricerche e approfondimenti di Nuvenia, che da anni si batte per amplificare il dibattito in termini contemporanei e comprensibili a tutti, ben si percepiscono due concetti fondamentali: le mestruazioni non sono tutte uguali e sopportare un ciclo anomalo, doloroso e invalidante (non solo da un punto di vista fisico ma anche psicologico) non è un dovere che, in quanto persone che mestruano, dobbiamo accettare in silenzio. In questo articolo proveremo a spiegare perché.

L’impatto economico delle mestruazioni

In un articolo comparso sul magazine Inside Philanthropy nel 2022, nel pieno di quel “menstrual movement” che ha mobilitato milioni di attivisti e attiviste del ciclo mestruale nel mondo, ci si chiedeva, in modo decisamente provocatorio, perché non riusciamo a far diventare le mestruazioni, in quanto fenomeno necessario per la salute femminile, un richiamo valido per la filantropia. Che significa, in parole più semplici: perché le mestruazioni non vengono percepite come un problema sociale e non sono ritenute meritevoli di approfondimenti, supporti, approfondimenti e ricerche che ne specifichino la portata, al pari di altri temi altrettanto importanti?

Eppure le conseguenze del ciclo mestruale sulla vita quotidiana, anche grazie a quel menstrual movement di cui si parlava sopra, oggi non sono più né un tabù, né un un universo sconosciuto. Le due più significative, strettamente intrecciate all’esigenza che diventino una questione pressante anche sull’agenda politica ed economica globale, sono la pink tax e la period poverty. Vediamo di cosa si tratta.

Pink Tax

Per pink tax si intende quell’insieme di tasse destinate solo a un pubblico femminile, che le donne devono pagare in quanto tali. Nelle pink tax si inserisce anche la tampon tax, ovvero la tassa sugli assorbenti e sui dispositivi igienici, per decenni intesi come beni di lusso (in Italia con IVA al 22% fino al 2022, quando è poi stata declassata “solo” al 10%) e non come generi di prima necessità (dunque tassati al 4%). La tampon tax è diventata, negli ultimi anni, una questione culturale e sociale, oltre che economica perché, in generale, tutto ciò che confluisce nelle pink tax è da considerare problematico e discriminatorio.

Secondo una ricerca pubblicata nel 2015 dal Dipartimento degli affari dei consumatori di New York City dopo attenta analisi dei prezzi di centinaia di prodotti destinati al pubblico maschile e femminile, i prodotti per le donne (compresi anche i giocattoli per le bambine) costavano in media un 7% in più di quelli per gli uomini. In questo gap di prezzo rientravano, quasi 10 anni fa come oggi, anche i dispositivi igienici. Se in alcune parti del mondo questa tassa influisce solo ed esclusivamente da un punto di vista politico e concettuale, ci sono zone del pianeta in cui l’impossibilità di acquistare gli assorbenti igienici diventa un problema economico e sociale, con grossi riverberi sul piano psicologico.

Period Poverty

Come riportano le stime di Statista, entro il 2025 le donne tra i 15 e i 49 anni saranno circa 2 miliardi: un numero enorme, che implica anche esigenze stratificate dal punto di vista della salute e del benessere. La collocazione geografica, ovviamente, rimane un nodo centrale al fine di comprendere, in tutto il loro impatto, queste esigenze. Sempre secondo il report di Statista, la prima causa di morte femminile è ancora legata alle conseguenze della gravidanza e del parto. In numeri, vuol dire che circa 500 milioni di donne e ragazze, quando mestruano così come quando devono dare alla luce un figlio, non sono nelle condizioni di vivere queste due esperienze, anche se naturali e fisiologiche, in un contesto salubre. Non hanno acqua a casa o nelle scuole e non possono permettersi gli assorbenti: quando si parla di period poverty si discute proprio dell’impossibilità economica di poter provvedere ai normali bisogni fisiologici con dispositivi che da un lato del mondo sono comuni e dall’altra parte, invece, non lo sono.

Stigma e tabù sul ciclo

Secondo un approfondimento di The World Bank dal titolo “Menstrual Hygiene Management Enables Women and Girls to Reach Their Full Potential”, il non poter provvedere alla propria igiene nei giorni del ciclo implica demotivazione, vergogna, impossibilità nel partecipare alle attività sociali più semplici come, ad esempio, andare a scuola. Non è solo una questione legata alla salute e all’accesso a migliori e più accettabili condizioni igieniche nei luoghi poveri del mondo, ma anche un dibattito che si impernia su temi come la dignità individuale, l’autostima, l’integrità, la gender equality e pari opportunità. In molti luoghi del mondo, parecchi dei quali più vicini a noi di quanto pensiamo, il sangue mestruale è culturalmente (e in un certo senso anche religiosamente) ancorato alla paura della morte e della malattia, alla possibilità di contagio, alla vergogna di essere portatori sani di un’infezione, di un fenomeno che è sì naturale e fonte di vita, ma anche sporco e poco piacevole da vedere, da toccare e da mostrare.

Va da sé che, in questi contesti, avere le mestruazioni è prima di tutto un problema, più che un fatto ineluttabile e incontrovertibile. Una fonte di disagio che implica l’allontanarsi da tutti nei giorni del ciclo e il sentirsi diversi, la necessità di nascondere gli assorbenti nei meandri più bui della borsetta, il non chiamare le cose (parti del corpo, le stesse mestruazioni) con il proprio nome. La vergogna mestruale è un fenomeno diffuso che allontana le persone – non solo quelle che mestruano – da quello status di libertà, parità e indipendenza di cui parlavamo sopra.

Mestrusomnia
Credits: Nuvenia

Mestruazioni e salute

Partiamo da un assunto: stare male durante le mestruazioni non è una cosa normale. Secondo una ricerca del Karolinska Institute, che ha intervistato 1.500 donne tra i 40 e i 45 anni per analizzare i flussi del loro ciclo e l’impatto delle mestruazioni sulla vita quotidiana e lavorativa, quasi un terzo di loro soffre di sanguinamento importante (che, nella letteratura clinica, corrisponde alla perdita di circa 80 ml di sangue a ciclo). Queste donne hanno raccontato di patire parecchio le mestruazioni sul piano della qualità della vita, in particolare con la riduzione dell’attività sociale e delle ore di lavoro: il 16% ha risposto di aver preso dei giorni di malattia almeno una volta nell’arco della propria vita fertile in assenza di uno specifico congedo mestruale.

Sono numeri facilmente individuabili anche in termini non analitici nella vita di tutti i giorni, semplicemente chiedendo ad amiche e persone che mestruano in che modo il ciclo influisce sul loro equilibrio psico-fisico. Ancor più importante, però, è comprendere che, se le mestruazioni non sono tutte e sempre uguali, i disturbi del ciclo mestruale, a partire dalla dismenorrea (i dolori per il ciclo, che possono presentarsi su diverse scale di intensità), passando per la sindrome dell’ovaio policistico e approdando, poi, a patologie come l’endometriosi e le sue derivazioni (come la poco conosciuta endometriosi intestinale) possono davvero cambiare la vita di chi ne fa esperienza.

Il ciclo che fa male: endometriosi e le sue derivazioni

Se anche di endometriosi oggi si parla con maggiore libertà e consapevolezza, è ancora una volta realistico pensare che il dibattito non sia ancora arrivato al suo apice. Diagnosi ritardate, che implicano anni di dolore e incapacità di portare avanti la vita sociale e sessuale senza disagio e la minimizzazione del problema da parte dei dottori o dello stesso paziente, che ha paura di lamentarsi troppo rispetto a un fatto della vita (il ciclo, appunto) che in realtà dovrebbe essere poco problematico, sono due dei limiti principali.

E la questione si complica quando ci si addentra nelle varie derivazioni della malattia: basti pensare che di endometriosi intestinale, patologia cronica che coinvolge l’intestino con sintomi parecchio invalidanti (dolore dopo evacuazione e flatulenze, dolore pelvico durante i rapporti, sanguinamento rettale tra i più ricorrenti), soffrono oltre 170 milioni di persone nel mondo. Eppure non sempre la malattia viene riconosciuta come tale, oppure viene scambiata per altro, con la non corretta somministrazione di farmaci e l’avvio tardivo dell’eventuale terapia.

Disturbo disforico premestruale

La sindrome premestruale può essere invalidante in molti modi diversi. Secondo le stime, se è vero che 3 persone su 4 soffrono di PMS, nel 5% questa sintomatologia può sfociare in condizioni molto più gravi e impattanti. In questo caso si parla di disturbo disforico premestruale (PMDD), afferente all’area dei disturbi ormonali. I sintomi si presentano uno o due settimane prima del ciclo e possono interferire, a seconda dell’intensità, sia con il benessere fisico della persona che li subisce (con dolori articolari, al seno, cefalee tra gli altri), sia con la sfera dell’emotività, con l’amplificazione di stati d’ansia o depressivi e l’incapacità di gestire le normali attività quotidiane. Alcune donne che soffrono di questo disturbo, secondo le ultime ricerche che stanno indagando le sue origini e le sue diramazioni, hanno esperienziato, in diversi casi, anche pensieri suicidi.

Spesso, i sintomi del PMDD vengono scambiati con quelli di una “normale” PMS, dunque sottovalutati. Sebbene siano circoscritti a pochi giorni del mese (nella fase luteale) questi possono diventare però parecchio invalidanti, spaventare la persona che ne soffre e amplificare stati di solitudine e malessere già in essere.

Menorragia

Per menorragia si intende la perdita di ingenti quantità di sangue durante ogni ciclo, condizione ritenuta spesso normale e accettabile (“Ho il ciclo abbondante… che posso farci!”) ma che può sottendere, come evidenziano studi recenti, un disturbo emorragico come l’emofilia, che impedisce una corretta coagulazione del sangue. Basti pensare che, a fronte di un 30% di donne che soffrono di ciclo abbondante, il 50% di queste ha in realtà un disturbo emorragico. Di queste, 2 su 3 tendono a soffrire, come conseguenza del disturbo, di anemia. Tra i sintomi dell’emofilia ci sono: la persistenza del ciclo, che può durare oltre 7 giorni; la presenza di grumi di sangue importanti sull’assorbente; forti dolori mestruali e premestruali. Sebbene questi sintomi possano essere spia anche di altre cause (come ad esempio i fibromi uterini) se associati alla comparsa di lividi e a perdite ematiche dal naso è bene indagarne ulteriormente le cause, che, ancora una volta, potrebbero essere spia non di una condizione di normalità cui bisogna abituarsi senza porsi domande ma di una patologia vera e propria.

L’impatto delle mestruazioni sul benessere psicofisico

Il viaggio che ci ha condotti fin qui dimostra che le mestruazioni, pur se fenomeno fisiologico, possono presentarsi ed essere vissute in modalità differenti a seconda della persona, del suo stato di salute generale e dell’ambiente in cui vive. Diversi sondaggi, come quello che ha analizzato l’impatto del ciclo su 42.879 persone, confermano che normali attività quotidiane come quelle sportive, sociali, lavorative subiscono importanti flessioni (in negativo) nei giorni del ciclo mestruale (o in quelli subito precedenti, come nel caso della PMDD). Una ricerca di Nuvenia sulla cosiddetta mestrusomnia, ovvero l’insonnia mestruale di cui milioni di donne soffrono ogni mese (il 62% delle donne intervistate per la survey), ha acceso i riflettori anche sulle conseguenze che questi disturbi del sonno hanno sulla produttività, l’interazione con le persone, le relazioni sentimentali. Secondo questa ricerca, le donne, a causa di questa insonnia nei giorni del ciclo, perdono 5 mesi di sonno nell’arco della vita fertile. Un impatto importante, se si pensa a quanto dormire bene sia fonte di benessere e di stabilità emotiva per chiunque, non solo per chi mestrua.

Va da sé che, pur analizzando le possibili derivazioni delle mestruazioni sulla vita delle persone che ne fanno esperienza, rimane impossibile citare tutte le casistiche esistenti. Questo perché, come si diceva all’inizio, ogni ciclo mestruale è a sé stante. Fenomeno sì fisiologico ma non per questo poco complesso.
Rimane dunque necessario continuare a divulgare sull’argomento, rompendo tabù e stereotipi, per riempire i tasselli mancanti di un dibattito che potrebbe salvare e migliorare la vita di milioni di persone con le mestruazioni. Il Festival del Ciclo Mestruale (Milano, dal 25 al 28 maggio 2023) di cui Nuvenia ha scelto di essere Main Partner in virtù della sua vocazione a fare corretta informazione sul tema è un modello virtuoso di questo obiettivo: parlare di mestruazioni nella piena libertà che solo la consapevolezza può dare.

Bibliografia

  • “The Menstrual Cycle Is Essential to Women’s Health. So Why Isn’t It Central to Philanthropy?” – Inside Philanthropy (2022)
  • “Number of women between the ages of 15 and 49 in the U.S. and worldwide in 2013 and 2025” – Statista (2019)
  • “Menstrual Hygiene Management Enables Women and Girls to Reach Their Full Potential” – The World Bank (2018)
  • “How menstruation affects women’s health” – Karolinska Institute (2016)
  • “Bowel Endometriosis: Current Perspectives on Diagnosis and Treatment” – Int J Womens Health (2020)
  • “Menorrhagia and bleeding disorders” – Current Opinion in Obstetrics and Gynecology (2007)
  • “The impact of menstrual symptoms on everyday life: a survey among 42,879 women” – Current Opinion in Obstetrics and Gynecology (2019)
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Nuvenia, tra i principali brand nel settore degli assorbenti femminili, supporta le donne nei giorni del ciclo, per garantire loro massimo comfort e benessere, ed è al loro fianco per abbattere stereotipi e tabù sulle mestruazioni.
Nuvenia è un marchio Essity, azienda leader nel settore dell’igiene e della salute.