La pillola anticoncezionale mensile, come ben sappiamo, va presa tutti i giorni, possibilmente alla stessa ora, senza dimenticarla per assicurarsi un effetto sicuro. Per le donne meno precise o che semplicemente hanno una vita frenetica e ritmi poco regolari, questo può diventare un problema: bisogna infatti ricordarsi tra i mille impegni giornalieri di averla sempre con sé e essere puntuali nell’assumerla.

Come riporta Medical News Today, si stima, che almeno la metà delle donne che prendono la pillola anticoncezionale mensile dimentichino una dose ogni tre mesi e che questo sia legato al rischio di restare incinte pari al 9% in un anno.

Da qui è partita l’idea per Giovanni Traverso, professore associato di Medicina presso la Harvard Medical School e gastroenterologo del Brigham and Women’s Hospital di lavorare con il suo team allo sviluppo di un contraccettivo orale a lento rilascio.

Come funziona la nuova pillola

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Per mettere a punto la pillola mensile, i ricercatori hanno per prima cosa sviluppato una capsula rivestita da gelatina, nella quale è stato ripiegato un sistema a forma di stella a sei braccia, al cui interno è stato messo il farmaco contraccettivo Levonorgestrel.

Una volta ingerita e raggiunto lo stomaco, come riporta Science Translational Medicine, la capsula si scioglie e le braccia si aprono, raggiungendo un’ampiezza più grande dell’apertura del piloro umano, ossia l’organo che mette in comunicazione lo stomaco con l’intestino, consentendo quindi alla pillola di rimanere per settimane nello stomaco, dove può rilasciare gradualmente il farmaco.

Gli studi clinici

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I ricercatori hanno monitorato la concentrazione ormonale nel sangue degli animali e i risultati sono stati positivi: il principio attivo è stato rilasciato a un ritmo costante per 29 giorni. La prossima fase, per sviluppare questo nuovo metodo anticoncezionale, prevede quindi il passaggio agli studi clinici.

È infatti ancora necessario sviluppare un meccanismo perché la pillola venga eliminata dal corpo attraverso il tratto digestivo dopo il rilascio del farmaco.

Il professore Giovanni Traverso ha dichiarato:

La nostra capsula rappresenta un avanzamento decisivo verso la possibilità di dotare le donne di un contraccettivo da prendere solo una volta al mese. Abbiamo iniziato il nostro lavoro per estendere la durata di terapie con farmaci per la malaria, la tubercolosi e l’Hiv. Ma presto ci siamo resi conto del potenziale impatto di un contraccettivo simile. Siamo entusiasti di poter riferire i nostri progressi verso tale obiettivo.

Il prossimo passo sarà, quindi, studiare un meccanismo affinché la pillola possa essere eliminata dal corpo attraverso il tratto digestivo dopo tre o quattro settimane ed escogitare altri possibili metodi per innescare l’apertura delle braccia anche attraverso le variazioni di pH e temperatura o l’esposizione a diverse sostanze chimiche.

Lo sviluppo del farmaco, infatti, richiederà quindi ancora un po’ di tempo, ma la ricerca è fondamentale perché vengano fatti passi avanti nel cercare di dare alle donne sistemi contraccettivi sempre più sofisticati, che sappiano tenere conto della salute psicofisica di chi li utilizza.

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