Chiusura delle tube: se una donna non vuole figli può farla?

La decisione di non avere figli può essere dettata da diversi motivi, e in ogni caso si tratta di una scelta legittima e possibile. Esiste un metodo contraccettivo che garantisce estrema efficacia, è permanente ma può essere reversibile, ed è la soluzione ideale per le donne che vogliono, o devono per problemi di salute, avere una vita sessuale senza figli.

La chiusura delle tube, o sterilizzazione tubarica, è una forma di contraccezione chirurgica. Si tratta di una procedura che utilizza diversi metodi, che consiste principalmente nel taglio o blocco delle tube di Falloppio che connettono l’ovaio all’utero.

Questo per non permettere all’uovo di spostarsi nell’utero, sia allo sperma di salire lungo le tube ed incontrare l’ovulo. È un contraccettivo efficace e tendenzialmente permanente, ma che è reversibile.

Chiusura delle tube: come si effettua la procedura

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Fonte: iStock

La chiusura delle tube si effettua attraverso un intervento chirurgico, e di conseguenza necessita anche di preparazione pre-operatoria, come analisi del sangue, radiografie al torace, prove di funzionalità respiratoria e valutazione anestesiologica. L’intervento chirurgico può essere fatto in laparoscopia, mini-laparotomia o laparotomia, con anestesia totale o spinale. In tutti i casi la convalescenza dura dai 3 ai 7 giorni, e consiste semplicemente in riposo e astensione da sforzi. Oggi esiste anche la sterilizzazione tramite isteroscopia, effettuata in ambulatorio senza incisioni né anestesia, che può tuttavia risultare fastidiosa e ha bisogno di 3 mesi per essere efficace.

Solitamente si sceglie il primo metodo, che è meno invasivo. All’inizio dell’operazione con laparoscopia, viene inserito un ago al livello dell’ombelico che fa entrare anidride carbonica, così da dilatare lo spazio di intervento. Successivamente si fanno due mini incisioni attraverso le quali il medico inserisce in addome degli strumenti dotati di luce e telecamera, con i quali opera senza dover aprire con tagli. Una volta individuate le tube di Falloppio, il chirurgo le chiude in diversi modi. Tramite piccoli anelli di plastica, tramite clip metalliche, oppure con la elettrocoagulazione, una piccola bruciatura che salda insieme le pareti della tuba.

La laparotomia è invece l’intervento che prevede l’operazione del chirurgo direttamente in addome. A volte ci sono condizioni per cui si sceglie una mini-laparotomia per la chiusura delle tube. Dopo aver fatto un’incisione di circa 4-6 cm sopra il pube o sotto l’ombelico, con l’aiuto di strumenti chirurgici il medico esegue la legatura, taglio o asportazione di un segmento della tuba. Durante entrambi i tipi di intervento è possibile che il chirurgo si trovi costretto, per via di emorragie, lesioni, o infezioni, a modificare la procedura passando ad esempio da una laparoscopia a una laparotomia.

Chiusura delle tube: controindicazioni ed effetti collaterali

La chiusura delle tube è un metodo contraccettivo efficace quasi al 100%, pertanto è un’ottima soluzione per le donne sicure di non volere avere figli, anche dopo una o più gravidanze. Tra i vantaggi dell’intervento c’è il fatto di essere sostanzialmente permanente, e di non creare disturbi ormonali o alterare la vita sessuale, caratteristiche tipiche degli altri contraccettivi come la pillola.

Non esistono vere controindicazioni riguardo alla chiusura delle tube, se non quelle relative all’intervento chirurgico. Essendo un’operazione infatti può portare ad effetti indesiderati, come danni alla vescica, dolore all’addome o pelvico, reazione all’anestesia e problemi alla ferita, che non si rimargina correttamente o si infetta. Inoltre, possono comparire irregolarità e disturbi mestruali, ma questa probabilità aumenta con la giovane età della donna che fa l’intervento.

Per quanto riguarda la reversibilità, il successo dell’intervento di riapertura delle tube è oggi considerato più alto di quanto si pensava nel passato. Se avviene dopo i 40 anni di età, diminuisce drasticamente. Il sito Medicina Online riporta alcune percentuali dal Centro di Infertilità di Saint Louis, secondo il quale si può aspettare un successo del 95% e del Centro Reversal Chapel Hill, che invece sostiene avvenga una gravidanza nel 75% dei casi. In ogni caso è chiaro che questa decisione deve essere presa con grande sicurezza.

Gravidanza dopo la chiusura delle tube: è possibile?

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Fonte: Web

La decisione di una donna di ricorrere alla chiusura delle tube può avere diverse origini. Scegliere un metodo contraccettivo così permanente, infatti, presuppone la sicurezza di non voler avere figli. Per una scelta di vita, evitando così altri metodi anticoncezionali, o per non avere più figli dopo una o più gravidanze, o anche per problemi di salute della madre che comporterebbero gravidanze rischiose. In ogni caso, è comunque sempre possibile per una donna, con il modificarsi delle condizioni di vita, salute o altro, cambiare idea.

La chiusura delle tube è un intervento di base reversibile, ma il successo dell’operazione inversa è variabile. Come abbiamo visto, i dati mostrano percentuali di successo medio-alte, che diminuiscono con l’avanzare dell’età della donna. L’intervento è complesso, e deve tenere conto anche di eventuali aderenze sopraggiunte durante la cicatrizzazione. In alcuni casi non è possibile riconnettere le tube per mancanza di tessuto ovarico. Infine, anche se l’operazione ha un buon risultato, non viene garantita la fertilità. Le percentuali di gravidanze in seguito a questo secondo intervento chirurgico oscillano, infatti, fra il 70% e l’80%.

Esiste tuttavia una soluzione alternativa, che garantisce un successo più alto: la procreazione assistita. Questa scelta può essere effettuata da chi vuole evitare i rischi di un ulteriore intervento, e rimedia anche a eventuali problemi di fertilità. Viene effettuata attraverso la fecondazione assistita o fecondazione in vitro (FIVET).

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