Francesco Pantò, un giovane psichiatra originario di Nizza di Sicilia (Messina), sta facendo parlare di sé in Giappone grazie a un approccio terapeutico innovativo che fonde la cultura pop giapponese con la psichiatria.

Conosciuto come il “dottor Manga”, Pantò lavora in quattro ospedali giapponesi e ha sviluppato una particolare terapia chiamata “Anime Therapy“, che utilizza le storie di anime e manga per aiutare i suoi pazienti.

Dopo aver completato il liceo classico a Santa Teresa Enrico Trimarchi, Pantò ha proseguito i suoi studi di medicina e psichiatria in Italia. Il trasferimento in Giappone ha rappresentato un cambiamento radicale per lui, permettendogli di combinare la sua passione per la cultura giapponese con la sua professione. Ha ottenuto un dottorato alla Tsukuba University sotto la guida del suo mentore Saito Tamaki, famoso per aver coniato il termine “hikikomori” (che definisce le persone che si auto-segregano in casa per anni).

L’Anime Therapy sfrutta la potenza delle storie di anime e manga per aiutare i pazienti a identificarsi con i personaggi e affrontare meglio i loro problemi psicologici. Questo metodo innovativo prevede due principali applicazioni: durante le sessioni di counseling, dove i pazienti possono proiettarsi nei personaggi, e in un progetto futuristico che prevede la creazione di un gioco interattivo.

Questo gioco, integrato nel contesto del metaverso o della realtà virtuale, permetterebbe ai giocatori di esplorare le proprie emozioni attraverso l’interazione con i personaggi del gioco, in un contesto che simula una seduta psichiatrica. “Funziona un po’ come una seduta dallo psichiatra però in un modo mascherato, nel senso che il player ha l’impressione solo di parlare con il suo personaggio preferito”, ha dichiarato Pantò.

Pantò è il primo italiano ad aver ottenuto la licenza medica giapponese. Attualmente lavora a tempo pieno presso il prestigioso Policlinico Universitario della Keio University. Nonostante le difficili sfide legate all’adattamento culturale e linguistico, Pantò è riuscito a creare un ponte tra la psichiatria occidentale e la cultura giapponese.

Il giovane psichiatra ha grandi ambizioni per il futuro. Uno dei suoi sogni è unire la sua attività di medico con quella di scrittore creativo, esplorando nuove strade che vadano oltre la medicina tradizionale. “Una strada nuova, che oltrepassa la medicina, piena di sfide ma la percorrerò”, ha detto.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!